È stato il terribile impatto con il tir guidato dal camionista tedesco Wolfgang Rieke a causare la morte di Davide Rebellin lo scorso 30 novembre. Questo l’esito dell’autopsia sul cadavere dello sfortunato ex campione di ciclismo, travolto sulle strade di casa a Montebello Vicentino mentre si stava allenando.
- Morte Rebellin, l'autopsia esclude l'ipotesi del malore
- Tragedia Rebellin, camionista accusato di omissione di soccorso: a gennaio la super perizia
- Addio a Rebellin, camera ardente a Lonigo prima dei funerali
Morte Rebellin, l’autopsia esclude l’ipotesi del malore
Arriva così 20 giorni dopo quel giorno di lutto la prima certezza sulla sciagura che ha strappato il vincitore di due Freccia Vallone all’affetto della propria famiglia. L’esame autoptico, disposto disposto dal pm Claudia Brunino, è stato eseguito lunedì 19 dicembre dal medico legale Vito Cirielli presso l’Ospedale San Bortolo di Vicenza e ha permesso di escludere che la causa della morte di Rebellin fosse dovuta a un malore o alla presenza di malformazioni cardiache.
Le fasi dell’autopsia sono state seguite da tre consulenti di parte: il professore Franco Tagliaro e il dottor Nicola Pigaiani nominati dall’avvocato Andrea Nardin, che difende Wolfgang Rieke; e la dottoressa Alessandra Rossi, scelta dalla famiglia del ciclista.
Tragedia Rebellin, camionista accusato di omissione di soccorso: a gennaio la super perizia
Ora la prassi prevede che il medico legale abbia 60 giorni di tempo per consegnare la propria relazione alla procura, ma in base a quanto trapela dai primi risultati, e in particolare alla luce dell’assenza di escoriazioni da trascinamento, come ricostruito subito dopo la tragedia Rebellin sembra essere morto sul colpo a causa dei traumi da schiacciamento subiti dopo l’impatto con il camion, il più grave dei quali a livello toracico.
Il corpo di Rebellin è stato poi probabilmente spinto sulla strada d’accesso al ristorante “La Padana”, le cui telecamere di sorveglianza hanno permesso di chiarire la manovra effettuata dal camionista, indagato per omicidio stradale, reato che non rientra nel codice penale tedesco, fatto che ha imposto rallentamenti nelle indagini.
Solo dopo la super perizia già disposta dalla Procura e prevista per gennaio si potranno invece avere certezze sull’altro, pesantissimo capo d’accusa che grava su Rieke, l’omissione di soccorso, dal momento che il guidatore del tir si è allontanato subito dopo l’incidente senza soccorrere Rebellin. Dalla ricostruzione dell’impatto attraverso le condizioni cui è stata trovata la bicicletta di Rebellin, gli stessii filmati delle telecamere e l’esito dell’autopsia sarà possibile capire se Rieke, che stava uscendo dalla rotatoria dove è avvenuto l’incidente, abbia potuto non accorgersi dell’accaduto.
Addio a Rebellin, camera ardente a Lonigo prima dei funerali
“Era un esame necessario in vista di un eventuale processo – ha spiegato l’avvocato Davide Picco, il legale dei Rebellin – per dissipare qualunque dubbio circa l’improbabile eventualità di un malore”.
Dopo l’effettuazione dell’autopsia, che era stata rinviata anche per i tempi tecnici legati alla notifica del mandato d’arresto europeo da spedire in Germania, immediato è arrivato il nullaosta alla sepoltura che precederà l’ultimo saluto a Davide: il funerale di Rebellin, preceduto dalla camera ardente che verrà allestita per permettere ai tanti amici, ex compagni di squadra, o semplici tifosi e conoscenti di omaggiare lo sfortunato atleta, verrà celebrato venerdì 23 dicembre alle 10 nel Duomo di Lonigo, il paese in provincia di Vicenza dove risiede la famiglia di Rebellin e dove per quel giorno il sindaco Pier Luigi Giacomello ha già proclamato il lutto cittadino.