Mancano solo pochi tasselli, e un calendario articolato che tenga conto (mai come stavolta, visto che non sararebbero previsti sconti sui diritti) delle esigenze delle pay-tv e poi la telenovela sulla ripresa del campionato – salvo ulteriori colpi di scena – potrà dirsi conclusa. Ballano le date precise di coppa Italia e la spalmatura su più giorni dei turni di campionato rimanenti ma ormai ci siamo. Il calcio tornerà anche dalle nostre parti, ma che fatica. Su Il Giornale vengono rivelati alcuni retroscena del tira e molla di questi giorni.
Milan e Inter non volevano partire con la coppa Italia
Franco Ordine su Il Giornale scrive che si sono rovesciate le posizioni. Adesso è la politica che sta spingendo il calcio a ripartire mentre sono alcune società che invece strillano e protestano per la precedenza data alla coppa Italia.
Marotta furioso in Lega
Marotta e Scaroni, componenti del consiglio direttivo della Lega di serie A, hanno votato contro il calendario approvato da Spadafora che pure ha confessato al Tg5 di «aver pensato di non farcela a far ripartire il calcio e ancora oggi incrocio le dita».
Secondo una ricostruzione attendibile, il dirigente interista si è mostrato più polemico del presidente milanista che si era già espresso con una nota la sera precedente. «Noi partiamo dieci giorni prima degli altri, è uno svantaggio. Se giochi la finale al massimo ti rompi tutto» la tesi di Marotta, seguita dalla minaccia, fatta circolare sui media («allora faccio giocare la Primavera»), ripetuta pubblicamente.
Le preoccupazioni di Conte alla base dell’opposizione dell’Inter
L’opposizione interista pare sia legata ai malumori di Conte, l’allenatore, preoccupato per le condizioni fisiche di alcuni dei suoi, tra cui Lukaku, tornato dal lockdown con qualche chilo di troppo. Andrea Agnelli, presidente della Juve, invece, pur non favorevole allo schema, ha rispettato la ragion di stato: «È tanta roba partire con queste sfide ravvicinate, ma se è così mi adeguo».