Si sono arrabbiati perché abbiamo scritto di “disastro” dopo la prima giornata di gare a Baku. Passare dal podio olimpico di Parigi a un sesto posto in una prova di Coppa del Mondo, evidentemente, con triplo passo del gambero dall’elite della ritmica mondiale all’aurea mediocritas di un anonimo piazzamento a metà classifica, è stato ritenuto un risultato deludente soltanto da qualche giornalista che magari non segue H24 sette giorni su sette la ritmica, ma che si è limitato a confrontare i risultati di prima con quelli di oggi. Poi la gara si è conclusa e il giorno dopo le Farfalle hanno recuperato una posizione: da seste a quinte. Alé, allora: via libera a caroselli, celebrazioni e parate trionfali per il brillantissimo (?) risultato.
- Farfalle, il quinto posto a Baku raccontato come un trionfo
- Ritmica, i successi di domani e la situazione di oggi
- L'esempio di Tara Dragas: l'exploit che dà fiducia alle Farfalle
- L'emozione di Tara Dragas dopo il terzo posto in Coppa a Baku
Farfalle, il quinto posto a Baku raccontato come un trionfo
Comunque lo si voglia chiamare – disastro, flop, delusione – il ritardo dalle migliori della rinnovata selezione nazionale della ritmica, per giunta ancora priva di un allenatore in pianta stabile, non giustifica i toni trionfalistici con cui è stato invece “descritto” dalla FederGinnastica. A leggere i comunicati sul sito della FGI, infatti, sembra che l’Italia in Azerbaigian abbia fatto incetta di medaglie. “Baku, le ‘New-Butterflies’ volano in finale con i 5 nastri”, dopo la prima giornata di gare, quella chiusa al sesto posto con un punteggio bassissimo e tanti errori. “Che squadra, ragazze! Le Farfalle centrano la seconda finale d’Insieme”, dopo il quinto posto nella seconda. Debitamente nascosti, invece, i due sesti posti nelle prove di specialità.
Ritmica, i successi di domani e la situazione di oggi
Va sottolineato ancora una volta come, in seguito al ribaltone ai vertici della Federazione e alla tempesta che ha spazzato via la dt Emanuela Maccarani, con tanto di addii eccellenti e di “sciopero” da parte delle colonne del precedente gruppo, quello di Parigi, le Farfalle si siano avvicinate alla nuova stagione con una squadra completamente rinnovata. Nessuna delle medagliate olimpiche fa parte dell’Italia che a Baku ha chiuso tanto distante dalle prime – Bulgaria, Cina e Ucraina – e questo rende sicuramente meno “grave” la debacle. E poi manca ancora un coach definito, al punto che la gestione della Nazionale è stata presa in carico ad interim dallo stesso presidente Facci.
L’esempio di Tara Dragas: l’exploit che dà fiducia alle Farfalle
Insomma, le “Nuove Farfalle” sono un gruppo valido, giovane, destinato a crescere e hanno tantissime attenuanti, compresa l’emozione che può aver giocato un ruolo chiave alla prima uscita importante a livello internazionale. Al momento però la rinnovata squadra italiana non sembra competitiva per grandi piazzamenti, nell’immediato. E non si può festeggiare un quinto o un sesto posto: si tratta pur sempre della Nazionale salita sul podio olimpico meno di un anno fa, che aveva abituato bene – anzi benissimo – sportivi e appassionati.
Magari tra qualche mese la situazione cambierà, è l’auspicio di tutti: oggi però va così e va scritto con chiarezza, anche se può dispiacere a qualcuno. Del resto, le cose possono cambiare in poco tempo. La dimostrazione? Tara Dragas, la 18enne di Martignacco diventata proprio a Baku la quarta individualista azzurra di sempre a vincere una medaglia nel circuito della Coppa del Mondo.
L’emozione di Tara Dragas dopo il terzo posto in Coppa a Baku
Le tre che l’hanno preceduta? Agiurgiuculese, Baldassarri e Raffaeli. Splendido il terzo posto ottenuto dalla neo poliziotta cresciuta nell’ASU di Udine sotto la guida di mamma Spela, ex coach di Alexandra Agiurgiuculese. Da standing ovation la prova al nastro, con esecuzione più alta rispetto a quella della bulgara Nikolova. E la confessione fatta dalla giovanissima ginnasta al termine della prova può essere da esempio, da sprone, da motivazione fortissima per le “Nuove Farfalle”. Riemergere dopo un disastro, dopo un flop, è possibile. Ecco quanto dichiarato da Tara Dragas alla Federazione:
“Dopo tante occasioni perse, anche in Serie A cominciavo a pensare di non essere all’altezza. Anche qui ho cominciato male, in qualifica mi sentivo insicura, e alla palla si è visto. Con il cerchio sono salita un po’, ma alla fine della prima giornata ero molto giù di morale. Allora mi sono detta, se devo galleggiare a quota 24 senza perdite, tanto vale giocarsi il tutto per tutto, rischiando l’errore. Così a clavette e nastro mi sono buttata ed è cambiato tutto. Nel generale mi sono piazzata tra la quinta, perché lì davanti ce ne sono cinque irraggiungibili per me al momento, e la quindicesima posizione, che poi era il nostro obiettivo.
Sono contenta di essermi confermata in questo ranking. La medaglia di specialità non me l’aspettavo, sono sincera, per me era già un onore salire in pedana con delle campionesse di livello mondiale. Io volevo solo non sfigurare e dimostrare a tutti, pure a me stessa, che meritavo di stare lì tra loro. È la prima volta che salgo su un podio così importante, speriamo non sia l’ultima. Anche per ripagare la fiducia del Gruppo Sportivo delle Fiamme Oro della Polizia di Stato che ha scelto da poco di accogliermi nella sua grande famiglia”.
