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Che fine ha fatto Scarafoni, dai gol con Mazzone ai fornelli in riva al mare

Un tuffo nel passato di Lorenzo Scarafoni, un tempo attaccante tra Serie A e Serie B ed oggi cuoco in uno stabilimento balneare. Il ricordo di Mazzone

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Alessio Raicaldo

Alessio Raicaldo

Sport Specialist

Un figlio che si chiama Diego e la tesi di laurea sugli stadi di proprietà in Italia. Il calcio quale filo conduttore irrinunciabile tra passione e professione. Per Virgilio Sport indaga, approfondisce e scandaglia l'universo mondo dello sport per antonomasia

Per la rubrica “cambio vita” questa è la storia di Lorenzo Scarafoni, oggi 57enne imprenditore ma con un passato discreto nel mondo del calcio dove ha vestito prima i panni di bomber, tra Serie A e Serie B, e poi quelli certamente più duri di allenatore. Non avendo dato seguito al percorso in panchina, ha poi dovuto reinventarsi in altri settori. Così adesso gestisce uno stabilimento balneare insieme alla moglie nelle Marche, più precisamente a Porto San Giorgio in provincia di Fermo.

Scarafoni tra presidenti e allenatori

L’operazione nostalgia messa in atto dal quotidiano Il Giornale ha consentito un tuffo nel passato di Scarafoni. Un calciatore che ha avuto modo di lavorare, nel corso della sua lunga carriera, alle dipendenze di presidenti di spessore tra i quali Rozzi e Anconetani ma anche di allenatori di caratura tra i quali citiamo Boskov, Mazzone e Castagner. La missione dello Scarafoni giocatore era quella di far gol, impresa riuscita in qualsiasi categoria. Anche in Serie A dove ha collezionato 84 presenze mettendo a segno 10 reti.

La carriera di Scarafoni, l’Ascoli e i gol con il Cesena

Nato ad Ascoli, Lorenzo Scafaroni è cresciuto anche calcisticamente in bianconero. Con la maglia dei piceni ha vinto un campionato di Serie B e una vecchia Mitropa Cup (missione replicata successivamente anche col Bari). La sua migliore stagione in carriera l’ha vissuta a Cesena, con 15 reti realizzate in campionato servite alla squadra per raggiungere i play-off per andare in Serie A, poi sfortunatamente persi contro il Padova.

Complessivamente nel torneo cadetto ha disputato 260 partite con 69 gol. Appese le scarpette al chiodo, come tanti altri colleghi, ha provato la carriera da allenatore prima affiancandosi a Mazzone poi in proprio ad Andria.

Scarafoni oggi, dal rettangolo di gioco alla cucina

Da 7 anni a questa parte, però, Scarafoni si è allontanato dal mondo del calcio, che trova cambiato rispetto ai suoi tempi, dedicandosi alla gestione di uno stabilimento balneare: “Da sette anni ho uno stabilimento balneare insieme a mia moglie, nelle Marche, a Porto San Giorgio, provincia di Fermo. Faccio il cuoco, sto ai fornelli, lei sta in sala. Lavorando nel turismo siamo attivi principalmente nella stagione estiva, mentre di inverno faccio il nonno”

Una vita più tranquilla rispetto alla precedente nella quale però non mancano gli aneddoti da raccontare: uno, non proprio positivo, quando da avversario segnò al suo Ascoli con la maglia del Pisa ed esultò. Un gesto che i suoi concittadini non gli hanno mai perdonato.

C’è anche un pensiero rivolto a Mazzone: “Come giocatore Mazzone mi fece esordire a 16 anni. Ha sempre cercato di prendermi in qualunque squadra andasse. Sono stato il suo vice in panchina ed è stata una bella esperienza, ma poi è finita lì. Ho fatto qualche esperienza come allenatore, ma non è andata come doveva andare ed ora faccio altro”.

“Riguardo ai presidenti devo dire che ho avuto il meglio del meglio che c’era in quegli anni, a cominciare da Rozzi nella mia città, poi Matarrese a Bari, a Pisa Anconetani, a Cesena Lugaresi. Erano squadre di provincia che facevano campionati importanti. Come allenatori, invece, ho avuto Boskov, Mazzone, Castagner, Viviani a Pisa, insieme a Montefusco, Arcoleo a Palermo, Veneranda e Bolchi. Diciamo, però, che quello con cui ho avuto più feeling è stato Castagner, che poi venne a Pisa dopo Ascoli”

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