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Sanremo 2021,il tributo di Damiano dei Maneskin a Francesco Totti

Il grande amore per la Roma, le trasferte da bambino e l'idolo Totti: la giovinezza di Damiano David dei Maneskin segnata dall'incontro calcistico con il capitano

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Nel Festival di Zlatan, il sigillo dei Maneskin e del suo frontman, Damiano David, vale più di una partita: è l’egemonia di un uomo e un campione che non ha mai conquistato quanto e come Ibra e che porta il nome di Francesco Totti.

Sanremo 2021: la giovinezza del Maneskin

Quattro ragazzi romani sul palco dell’Ariston, a cui attaccare immagini e definizioni per quanto lo imponga la semplificazione giornalistica che, però, non esaurisce la rappresentazione di una generazione che Damiano, Victoria, Thomas e Ethan interpretano nel pieno della pandemia. Sono diventati celebri, se non iconici, grazie a un talent, che pure non hanno vinto: quell’edizione di X-Factor fu conquistata da Lorenzo Licitra, ma arrivare secondi non è stato altro che un arresto momentaneo e parziale. Damiano non si è mai sottratto ai paragoni calcistici con la squadra che ama, la Roma.

Sono stati capaci di esibirsi con Manuel Agnelli, mentore e pigmalione e anche giudice in un duetto intenso e spavaldo, creando un incrocio televisivo e musicale divertente e sul filo del gioco. In fondo si tratta di gratitudine, riconoscenza verso chi ha intuito le loro potenzialità e ha avvertito, in quel linguaggio, parole comuni e condivise  prima di chiunque altro e li ha saputi guidare verso quell’epopea che poi è culminata lì, sul palco di Sanremo 2021 con un premio che per definizione si associa alla canzone melodica italiana, ai suoi dogmi e alle sue regole.

La Roma e Damiano David: anche a Sanremo uniti

“Mio padre – ha dichiarato Damiano – mi portava sempre allo stadio, con il freddo e con il sole, pomeriggi da Caffè Borghetti per scaldarci, trasferte, viaggi”. Ora che il calcio è diverso, quanto vissuto allora in un’infanzia e in un’adolescenza scandita dai riti della domenica, c’è la favola dei ringraziamenti e del legame con il suo mito di sempre.

C’è da domandarsi se, complice la vittoria della sua Roma seguita con attenzione pare anche in camerino, Damiano abbia voluto dedicare altrettanto affetto al riferimento della sua giovinezza e delle sue emozioni calcistiche, che ha citato con quella naturalezza che indossa volentieri.

Francesco Totti e la sua importanza nella formazione di Damiano David

“Non sarebbe male essere il nuovo Totti d’Italia, Francesco è il numero uno”. Il capitano, Francesco Totti, che ha detto arrivederci al campo in un saluto triste e denso di malinconia quando i Maneskin iniziavano. Troppo anche per chi, come Damiano e i suoi soci hanno cresciuto e cullato l’ideale di un uomo coerente, poco inclini a certi compromessi ma che ha sofferto verso il silenzioso addio al calcio di un male minore quale il misurarsi con avvicendamenti poco condivisi.

Forse perché i romanisti hanno capito Totti anche prima di chiunque altro, chissà… Quel ragazzino appassionato e spavaldo aveva poi, nella stessa intervista, frenato le sue parole e ricordato, anche a se stesso, che non si potrà replicare un campione che ha indossato un asola maglia e per coerenza ha deciso di non vincere altrove.

Totti rimarrà unico, chapeau, stavo a scherzà…”.

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