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Sci, stagione finita per Petra Vlhova: rottura del crociato del ginocchio destro. FIS, è un'annata maledetta

Diagnosi spietata per la fuoriclasse slovacca: la caduta nel gigante di casa a Jasna le ha procurato la rottura del legamento crociato del ginocchio destro.

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

La lunga scia di infortuni della stagione 2023-24 dello sci alpino non accenna ad arrestarsi: anche Petra Vlhova è costretta ad appendere anticipatamente gli sci al chiodo, complice la rottura del legamento crociato del ginocchio destro rimediata nel gigante sulle nevi di casa di Jasna.

Una beffa atroce per la fuoriclasse slovacca, che confidava proprio nel calore del tantissimo pubblico accorso a bordo pista (almeno 30.000 sostenitori, tutti muniti di cappellino arancione) per sferrare un nuovo assalto alla leadership incontrastata di Mikaela Shiffrin. Un proposito durato lo spazio di una manciata di secondi, prima che una brutta caduta ponesse fine non soltanto alla sua gara, ma anche alla sua stagione.

La pista ghiacciata, lo sci che non si stacca: il dramma di Petra

Vlhova ha pagato a carissimo prezzo la pista ghiacciata di Jasna, che ha messo a durissima prova tante atlete (anche Brignone è caduta, addirittura dopo sole tre porte). A determinare il tremendo infortunio della fuoriclasse slovacca è stata soprattutto la torsione innaturale del ginocchio destro, dovuta anche al fatto che lo sci destro non si è staccato, ma anzi l’ha fatta scivolare inerme fino a incastrarsi nelle reti di protezione.

Immediatamente Petra ha capito di essersi fatta male: non ha fatto gesti con le braccia, è rimasta a terra dolorante e a quel punto solo l’intervento di una squadra di soccorso gli ha consentito di liberarsi, pur senza avere possibilità di rialzarsi. Posta sulla toboga, Vlhova è stata subito trasportata in elicottero in ospedale per accertamenti, che purtroppo hanno confermato le sensazioni provate dalle migliaia di tifosi presenti a bordo pista: rottura del legamento crociato anteriore e del collaterale mediale del ginocchio destro. Stagione finita, via libera a Shiffrin in generale, e arrivederci a ottobre sul ghiacciaio del Rettenbach, a Soelden.

Una gara surreale: distacchi abissali e il tema della sicurezza

La gara sulla Lukova-Priehyba ha rappresentato un unicum nella stagione di Coppa del Mondo: distacchi siderali tra le atlete, con Sara Hector che ha vinto con 1”52 di vantaggio su Shiffrin e 2”71 su Alice Robinson. Tutte le altre, a partire dalla croata Zrinka Ljutic, quarta assoluta, sono finite oltre i 4 secondi di ritardo. Una situazione grottesca che ha fatto finire la FIS nel mirino per via di un’organizzazione che ha impedito di poter gareggiare ad armi pari. Marta Bassino ad esempio, sebbene non in grandissime condizioni, ha pagato qualcosa come oltre 8 secondi di ritardo nella sola prima manche.

L’infortunio di Vlhova, poi, riporta al centro della discussione il tema della sicurezza: è soltanto l’ultimo in ordine di tempo di un’annata maledetta nella quale in tanti, da Pinturault a Schwarz, da Kilde (che almeno ha evitato rotture alle ginocchia, lussandosi però una spalla) alla stessa Vlhova hanno finito per assottigliare il numero dei pretendenti alle varie sfere di cristallo, di fatto contribuendo ad abbassare un po’ il livello delle competizioni. Shiffrin vede così spianata la strada verso l’ennesima coppa di cristallo (e oltre alla generale anche quella di slalom diventerà affare suo, forse pure quella di gigante, ma una riflessione è da fare.

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