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Sfregio alla memoria di Vialli: sciarpe bruciate e insulti all'altare laico, tifosi spaccati

Bruttissimo atto, nella notte, a Genova dove è stato preparato una sorta di altare laico per ricordare il campione doriano

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Elisabetta D'Onofrio

Elisabetta D'Onofrio

Giornalista e content creator

Giornalista professionista dal 2007, scrive per curiosità personale e necessità: soprattutto di calcio, di sport e dei suoi protagonisti, concedendosi innocenti evasioni nell'ambito della creazione di format. Un tempo ala destra, oggi si sente a suo agio nel ruolo di libero. Cura una classifica riservata dei migliori 5 calciatori di sempre.

Quel che rende ancora più triste, oltre che sconfortante, quanto accaduto è l’offesa a un campione umano e sportivo della levatura di Gianluca Vialli, la cui memoria è stata ancora una volta oltraggiata da un atto di pura vigliaccheria, consumatosi tra lunedì e martedì e che ha segnato profondamente i genovesi, tutti.

Nel cuore della notte si è consumato un raid vandalico al Molo dell’Amicizia di Quinto, dove i tifosi della Sampdoria hanno eretto un altare laico in memoria dell’attaccante, morto nel gennaio scorso a Londra.

Gianluca Vialli, vandalizzato l’altare laico di Quinto

Secondo quanto ricostruito, su quella sorta di omaggio dei genovesi al campione sono state bruciate alcune delle sciarpe doriane che erano appese da mesi sul molo mentre sul muretto recentemente ripitturato di blucerchiato sono comparse scritte di insulti con il numero 9 di Vialli corretto con una “B”.

Un messaggio che rimanda all’attuale situazione della squadra, tormentata da una stagione nefasta e da vicende societarie che non hanno certo deposto a favore di una ripresa, neanche a sprazzi nel corso di questa stagione.

Quanto avvenuto a Quinto è inaccettabile nei riguardi dell’uomo, oltre che del giocatore: quel luogo è diventato meta di pellegrinaggio dei tifosi della Samp, dopo la morte dell’ex attaccante e bandiera della Doria, avvenuta il 6 gennaio scorso a causa delle conseguenze di un tumore al pancreas che l’ex giocatore ed allenatore ha reso di dominio pubblico. Scelta ragionata, preparata e fissata anche nella volontà di sostenere la sua esperienza individuale, unica e irripetibile.

Fonte: ANSA

L’abbraccio Vialli-Mancini

Il significato di quel lungo per Vialli e Mancini

Si tratta del punto in cui passeggiava con Mancini e in cui è stata ambientata la scena finale de “La bella stagione”, il docufilm dedicato alla Samp e a quella annata fantastica, che ha costituito un pilastro nella carriera di Mancio e Luca e che ha poi deciso l’ultima apparizione di Vialli in un contesto gioioso prima che la malattia gli impedisse di mostrarsi e lo costringesse al ricovero, a Londra.

Allora annunciò con un vocale che la FIGC rese pubblico che non avrebbe potuto prendere parte e rispettare gli impegni con la Nazionale. Fu l’inizio della fine.

Fonte: ANSA

L’ultima apparizione pubblica di Luca Vialli

La reazione dei tifosi sui social

Sui social, la violenza dell’atto è stata subito documentata e condivisa attraverso foto del muretto ‘sfregiato’ circolate sui media e sui social, provocando uno scambio di accuse tra le due tifoserie. “Non venitemi a parlare di sfottó o menaggio. Invece di godere (com’è giusto che sia) fate questo”, ha twittato un tifoso doriano. “L’inferiorità, umana e sportiva, la si palesa in molti modi”, ha scritto un altro, “questo è il più esplicito. Vialli non è stato solo un simbolo della #Sampdoria, ma ha rappresentato un esempio trasversale per tutti. Questi gesti bastano e avanzano per qualificare una tifoseria”. “Io da genoano mi dissocio perciò non fate di tutta l’erba un fascio”, ha replicato un utente di fede opposta ma estimatore dell’attaccante che così tanto ha inciso nella nostra storia recente del calcio.

Altri hanno ricordato precedenti cadute di stile del tifo doriano come quel “Franco Scoglio convocali tutti” dopo la morte dello storico allenatore del Genoa nel 2005. A gettare acqua sul fuoco è stato il presidente del Sampdoria Club ‘Luca Vialli e Bobby Gol’, Angelo Vaccarezza: “Lecita è la presa in giro, lo sfottò dei tifosi, l’anno scorso è toccato a voi, quest’anno tocca a noi. Ma nascondersi dietro un cappuccio e approfittare del buio per deturpare e distruggere è un gesto infame, che nulla ha a che vedere con il calcio. I responsabili non sono tifosi avversari, sono nemici dello sport, di tutto il calcio”.

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