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Mancini ricorda Vialli e spiega perché Zaniolo e Kean non ci sono e Retegui sì

Il ct della nazionale si è arreso all'idea di convocare gli oriundi ed aspetta l'Inghilterra per tornare alla vittoria

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Fabrizio Piccolo

Fabrizio Piccolo

Giornalista

Nella sua carriera ha seguito numerose manifestazioni sportive e collaborato con agenzie e testate. Esperienza, competenza, conoscenza e memoria storica. Si occupa prevalentemente di calcio

Manca solo lei, la nazionale italiana. Per certificare la rinascita del nostro calcio, dopo il boom in Europa con 6 squadre ai quarti delle tre competizioni Uefa e una sicura semifinalista in Champions serve uno squillo dall’Italia di Mancini. E’ vero che le squadre di club sono infarcite di stranieri ma anche il ct sta attingendo spesso e volentieri agli oriundi per ovviare alle lacune nei vari reparti. L’ultimo arrivato è Retegui, argentino per metà (e forse più). Di temi sul tavolo ce ne sono tanti nella conferenza in vista del doppio impegno degli azzurri con Inghilterra prima (giovedì al Maradona) e Malta poi (domenica sera).

Italia, Mancini presenta la sfida con l’Inghilterra

La gara con gli inglesi riporta alla memoria la finale degli Europei: “è diventato un classico Italia-Inghilterra, un po’ come Italia-Germania. Loro credo siano da diverso tempo una grande nazionale, piena di giocatori di talento, di forza e di tecnica. Sarà una gara dura come lo sono state tutte le altre. Loro hanno più scelta di noi per tanti motivi, ma a Napoli vogliamo disputare una bella partita, giocare bene e iniziare bene queste qualificazioni. Però loro sono forti”.

Italia, Mancini spiega le convocazioni

Si parte dalle scelte, ovvero dai convocati. Mancano parecchi nomi tra i convocati dal ct: da Casale e Zaccagni a Zaniolo e Kean: “Casale è un giocatore che seguiamo come seguiamo i pochi italiani che ci sono. Zaccagni sta facendo un ottimo campionato e non c’è nessuna motivazione particolare, la Nazionale è aperta a tutti e se continua così ci sarà altre volte. Zaniolo non è stato chiamato perché ha ripreso da poco e non è ancora al massimo della condizione, non ha ancora giocato partite intere. Lui se fa bene al Galatasaray verrà chiamato e anche Kean speriamo possa migliorare e migliorare. Però è anche vero che il tempo passa, quindi la speranza è che possano capire che hanno grandi qualità e che alla Nazionale servono. Locatelli? E’ sempre stato con noi, a centrocampo siamo tanti e può capitare che non venga convocato. Quella di ieri è stata una delle sue migliori partite, deve continuare così”.

Mancini ricorda Vialli e rivela perché ha chiamato Retegui

Sarà il primo riitro senza Gianluca Vialli: “Ne ho già parlato coi ragazzi, per noi sarà importante ricordarlo. Come se fosse qui con noi. Lui aveva i suoi spazi e non è semplice per noi, dobbiamo provare a fare bene anche per lui”. Ha sorpreso tutti la chiamata per Retegui: “Lo seguivamo da tempo, ha qualità ed è un ragazzo giovane. Non pensavamo dicesse di sì, abbiamo un po’ tergiversato e invece ha detto subito sì. La speranza è che possa essere importante, è un ragazzo sveglio e giovane. Io anni fa dissi che in Nazionale dovevano giocare i calciatori nati in Italia, ma non c’era ancora questo problema qui e il mondo è cambiato.

“Tutte le nazionali europee hanno giocatori naturalizzati da altre nazioni. Noi abbiamo ragazzi che hanno fatto tutta la trafila con noi e poi sono stati presi dalla Nazionale A di altre Nazioni. E noi stiamo facendo la stessa cosa. E’ inutile parlare, in Italia ce ne sono pochi. Siamo messi peggio di Soutghate, se c’è la possibilità di prendere nuovi giocatori li prendiamo”.

Italia, per Mancini Pafundi è un talento puro

Uno di questi è Pafundi, in cui il ct crede molto: “Prima Pafundi, poi tutto il resto: questa è la mia idea quando scrivo la lista. Ha qualità incredibili, è un ragazzo che ha compiuto adesso 17 anni e la speranza è che possa giocare in Serie A e poi essere un calciatore della Nazionale per i prossimi 20 anni. Crediamo molto in lui. In Italia non gioca più nessuno per strada. Noi giocavamo 3-4 ore per strada e poi andavamo ad allenarci, oggi questo non accade più. Non è un caso se giocatori nascono ancora in quei paesi, come Uruguay, Argentina o Brasile, dove si gioca ancora molto per strada. Perché Gnonto in Italia non l’ha preso nessuno? Poteva giocare per la Sampdoria o la Fiorentina. Nessuno l’ha preso, però gioca titolare in Premier League. In Olanda c’è Oristanio che gioca bene in Eredivisie

Nonostante i risultati positivi in Europa per Mancini non si può parlare di rinascita del calcio italiano: “No, non si può parlare. Al massimo dei club di Serie A. Ci fossero 50/60 giocatori italiani sarebbe diverso, magari anche la metà, ma così no. Non è una rinascita del calcio italiano”. Però per il Napoli ha solo belle parole. Ha tre quarti di scudetto in tasca. Il Napoli è una squadra che gioca un calcio davvero internazionale, si merita di vincere lo Scudetto e la Champions chissà, chi è lì in questo momento può arrivare in fondo. Mi aspetto una spinta dai tifosi di Napoli, come sempre”.

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