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Sinner-WADA, Gramellini distrugge Djokovic: "L'ingiustizia comune come unica forma di giustizia possibile"

L'editorialista del Corriere della Sera smonta le bizzarre considerazioni di Novak (e di molti altri tennisti, per la verità) sull'accordo tra Jannik e l'agenzia antidoping.

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Rino Dazzo

Rino Dazzo

Giornalista

Se mai ci fosse modo di traslare il glossario del calcio in una nicchia di esperti, lui ne farebbe parte. Non si perde una svista arbitrale né gli umori social del mondo delle curve

Le dichiarazioni di Novak Djokovic hanno fatto più rumore di altre, ma in realtà si tratta di opinioni piuttosto radicate nel mondo del tennis. Tra i giocatori, soprattutto. In particolare tra quelli di seconda fascia. La convinzione che dietro l’accordo tra Jannik Sinner e la WADA si nasconda del losco. Un senso generalizzato d’ingiustizia soprattutto nei confronti di chi in passato ha pagato pur essendo innocente. Proprio come Sinner. Jannik, insomma, secondo Nole – ma lo stesso discorso può essere esteso a Kyrgios e a qualche altro – avrebbe dovuto essere sanzionato comunque.

Gli attacchi a Sinner da Kyrgios, Djokovic e altri tennisti

Il concetto ormai è chiaro, ma quotidianamente è ripreso e rilanciato da qualche “big”. È il caso di Kyrgios, appunto. O dello stesso Djokovic, sia pure a corrente alternata. Ed è proprio questo il punto su cui si è concentrato Massimo Gramellini. Nella sua seguitissima rubrica “Il caffè”, l’editorialista del Corriere della Sera ha smontato con arguzia le considerazioni di Nole e di chi la pensa come lui. “Elogio dell’ingiustizia” è il titolo della breve ma diretta riflessione di Gramellini, destinata – come di consueto – a far discutere e già oggetto a sua volta di vivaci commenti.

Gramellini su Djokovic e Sinner: “Modo di pensare aberrante”

“Se ho capito bene – scrive Gramellini – il sommo Djokovic pensa che Sinner sia innocente, ma poiché in pssato erano stati puniti per doping altri innocenti, anche lui avrebbe dovuto essere trattato da colpevole. L’ingiustizia comune come unica forma di giustizia possibile. Un modo di pensare abbastanza aberrante, ma umanamente comprensibile, dato che tutti tendono a concepire la vita come un paragone continuo e la buona sorte altrui serve solo a rimarcare la propria sventura“. Insomma, una stroncatura totale e impietosa, tra l’altro molto ben argomentata.

L’invidia di Novak per Jannik: sui social si scatena il putiferio

“Se hanno condannato altri ingiustamente bisogna continuare a farlo? Io credo che sia un bel segnale e sicuramente l’altoatesino ne esce a testa alta…“, il commento di Alessandro al post dell’editorialista del Corriere. “Djokovic ha toppato, avrebbe dovuto ricalcare l’assurdità della vicenda resa ancora più grottesca dal fatto che l’errore che vedeva protagoniste tre persone poi ne fa punire solo una”, scrive Aldo. “Djokovic (simpatico come un mal di denti) a scuola era (quasi) sicuramente un bullo, ora è un “rosicone”, azzarda Lalla. “L’invidia esiste eccome ed esce sempre fuori, quando il livello morale è basso”, l’affondo di Rosa.

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