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Panatta sta dalla parte di Sinner e attacca la Wada: "Un ente inutile e dannoso". Ma chiede tutele eque per tutti

Panatta s'è detto concorde con la scelta di Sinner di "patteggiare" con la Wada, definendo l'ente "inutile e dannoso". Poi l'appello: "Giusto che tutti abbiano gli avvocati migliori"

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Adriano Panatta ormai è diventato uno dei migliori “avvocati” di Jannik Sinner. Altro che invidia: le storie del passato sulla presunta “gelosia” riferita ai trionfi del nuovo asso del tennis mondiale è roba antiquata, perché Panatta ha dimostrato a più riprese di essere ormai totalmente devoto alla causa di Jannik. E la decisione di patteggiare i tre mesi di sospensione con la Wada tutto sommato ha trovato l’apprezzamento dell’ex numero uno del tennis italiano, che non ha perso occasione per scagliarsi contro il sistema che governa il mondo antidoping.

Panatta stronca la Wada: “Un ente ormai del tutto inutile”

Alla “Domenica Sportiva”, Panatta ha subito attaccato frontalmente la Wada. “Un organismo che andrebbe semplicemente eliminato. Dopo i disastri fatti con i nuotatori cinesi, quanto mostrato dall’intera vicenda Sinner ha fatto capire a tutti che non ha senso continuare con queste vicende inutili e dannose per tutti”.

La scelta di Sinner di trovare un accordo, evitando così di andare incontro a un anno o due di squalifica, agli occhi di Panatta è parsa più che ragionevole. “È fuori di dubbio che si sia tratto della scelta migliore possibile tra tutte quelle che c’erano sul tavolo. Con la Wada non sai mai cosa può accadere: insomma, ha fatto ricorso contro una decisione presa dall’Itia, cioè l’ente che governa le questioni di doping nel tennis. E perché l’ha presentato? Addirittura per negligenza, non per punire un elemento di doping.

Insomma, è stata una caccia alle streghe sin dal primo istante. Peraltro parliamo di una situazione che tra due anni non sarà neppure più riscontrata, perché quei valori emersi dai controlli effettuati da Sinner sono considerati troppo bassi per essere ritenuti dopanti”.

L’affondo sugli avvocati: “Sinner aveva i migliori, ma gli altri?”

L’Adrianone nazionale ha espresso piena solidarietà a Sinner, ritenendo la condotta della Wada altamente incoerente e senza una logica definita. “La vicenda in sé è stata orrenda, con la Wada non ne ha fatta una giusta. Cosa avrebbe dovuto fare Sinner? Controllare il suo team come un investigatore, ispezionare bagagli, evitare di bere dalla stessa bottiglietta del preparatore? Rendiamoci conto dell’assurdità di tutto questo”.

Un pensiero peraltro condiviso anche da Aryna Sabalenka, che ha detto di “avere paura di andare in bagno e poi bere dallo stesso bicchiere d’acqua, perché non posso sapere se nel frattempo sia stato manomesso”. Panatta alla fine ha condiviso la scelta di Sinner di “patteggiare” i tre mesi. “Di sicuro gli hanno evitato guai peggiori. Ma trovo assurda la limitazione a potersi allenare nei campi federali: facendolo potrebbe contagiare altri? Che razza di regola è mai questa?”.

Non manca infine un riferimento al pool di avvocati che hanno difeso Jannik: “Aveva i migliori possibili, e non è giusto che lui poteva averli mentre chi non ha le sue stesse disponibilità economiche non potrebbe mai difendersi come ha fatto lui. È sbagliato il concetto stesso di come vengono affrontati questi processi: nello sport ci sarebbe bisogno di un criterio per il quale tutti debbano avere le stesse possibilità di dimostrare la propria innocenza”.

Anche Medvedev chiede tutele eque per tutti

Il concetto espresso da Panatta ha trovato riscontro anche nel pensiero espresso da Daniil Medvedev sulla vicenda. Da sempre a sostegno delle ragioni di Sinner, il russo ha però sottolineato che “lui aveva davvero il team di avvocati migliore, e questo gli ha permesso di raggiungere in fretta un accordo che potesse impedirgli di andare incontro a una sanzione molto più pesante e ingiusta. Di sicuro questa vicenda creerà un precedente, consentendo a molti atleti di accorciare l’attesa del giudizio. Ma sarebbe un brutto segno se solo Sinner potesse salvarsi in questo modo, solo perché dotato di disponibilità economiche superiori a qualunque altro tennista attuale”.

Il sindacato professionale dei giocatori (PTPA) ha fatto sapere che è previsto il varo di un nuovo programma teso proprio a garantire ai giocatori accusati di doping o corruzione di avere adeguato supporto legale: insomma, a quanto pare, qualcosa si è mosso in tante direzioni.

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