Una scelta che fa discutere e lo farà ancora a lungo, una scelta che scatena polemica e che ora sembra anche una conferma. La Wada ha deciso di non fare ricorso per il caso doping che riguarda l’ex numero 1 al mondo del tennis femminile Iga Swiatek.
Il comunicato della WADA
La decisione dell’ente mondiale che guida la lotta al doping arriva nel corso degli Australian Open e sarà di sicuro un sollievo per Iga Swiatek che ha appena concluso la sua fatica al quarto turno del torneo battendo nettamente la tedesca Lys. La Wada ha deciso di non presentare ricorso al TAS per il suo caso doping e ha spiegato le motivazioni con un comunicato.
“L’agenzia mondiale antidoping conferma, che dopo un esame approfondito, non presenterà ricorso alla Corte Arbitrale dello sport nel caso della tennista polacca Iga Swiatek risultata positiva alla trimetazidina nell’agosto del 2024”.
Le motivazioni della scelta
Nel comunicato pubblicato dalla Wada riguardo la decisione di non ricorrere in appello sul caso della tennista polacca c’è anche la motivazione: “Swiatek ha accettato un periodo di ineleggibilità di un mese dopo che l’ITIA aveva stabilito che il suo risultato positivo al test per TMZ era stato causato da un prodotto a base di melatonina contaminato, regolamento come medicinale in Polonia e acquisto presso una farmacia affidabile di quel peaese”.
Poi continua: “La Wada ha condotto una revisione completa del fascicolo relativo alla decisione dell’ITIA. Gli esperti hanno confermato che lo scenario specifico della melatonina contaminata, come presentato dall’atleta e accettato dall’ITIA, è plausibile e che non ci sarebbero le basi scientifiche per contestarlo al CAS. L’agenzia ha chiesto il parere di un consulente legale estero, che ha ritenuto che la spiegazione fornita dall’atleta fosse ben dimostra, che la decisione dell’Itia fosse conforme al codice mondiale antidoping e che non vi fossero basi ragionevoli per presentare ricorso al TAS”.
L’atto politico nei confronti di Sinner
La scelta della Wada sul caso Swiatek va in direzione opposta rispetto a quanto successo per il caso Sinner. Nel caso della tennista polacca, l’agenzia mondiale ha ritenuto plausibile la tesi presentata dalla difesa dell’ex numero 1 al mondo e ha deciso di non presentare ricorso. Nel caso di Sinner invece nonostante la stessa Wada abbia accettato che non si è trattato di un’assunzione volontaria di clostebol, ha comunque deciso di usare la linea dura.
Al tennista italiano viene imputata la “negligenza” e dunque di non aver fatto tutto il possibile per evitare la contaminazione di clostebol dal suo massaggiatore Giacomo Naldi e per questo motivo viene chiesta una sospensione che va da uno a due anni. Era evidente prima, e lo è ancora di più dopo il caso Swiatek, che quella nei confronti del numero 1 del tennis mondiale è un atto politico più che di lotta al doping.
La stessa Wada ha messo in discussione il suo protocollo quando un atleta viene trovato positivo per quanto infinitesimali, come nel caso di Jannik. Ora dunque non resta che aspettare le decisione del Tribunale di Losanna. Difficile dire in questo momento se la decisione Wada su Iga Swiatek sia una brutta o una cattiva notizia per l’azzurro, e forse in questo momento le speculazioni non servono neanche a molto.