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Pechino 2022, Sofia Goggia non sarà portabandiera: il post toccante

Il giorno dopo la drammatica caduta di Cortina, Sofia Goggia ha stilato il piano per il recupero: l'arrivo in Cina è previsto per l'8 febbraio, sfuma quindi il sogno di essere portabandiera a Pechino. "Se Dio ha voluto questo posso solo accettarlo".

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Dopo la grinta e la voglia di non arrendersi all’ennesimo agguato della sfortuna con cui Sofia Goggia aveva reagito alla brutta caduta rimediata sulle Tofane durante il Super-G di domenica, all’indomani dell’ennesimo trionfo in discesa, nel cuore della campionessa bergamasca sembra essere subentrato il fatalismo.

Dramma Goggia, Sofia non sarà portabandiera per l’Italia a Pechino

La diagnosi parla di una lesione parziale del crociato del ginocchio destro (già operato nel 2013), di una piccola frattura del perone e di una sofferenza muscolo tendinea. Un quadro che ha ridotto al lumicino le speranze di Sofia di essere presente agli ormai imminenti Giochi di Pechino, al via il 4 febbraio.

Intanto, arriva la prima, amara certezza. Sofia Goggia infatti non sarà la portabandiera dell’Italia a Pechino 2022. Il “disperato” piano di recupero della campionessa bergamasca prevede infatti l’arrivo in Cina solo per l’8 febbraio, quindi quattro giorni dopo la Cerimonia inaugurale.

Dopo aver ricevuto la bandiera italiana dal presidente della Repubblica uscente Sergio Mattarella nella toccante cerimonia dello scorso 23 dicembre, Sofia teneva particolarmente all’evento, ma il destino le è stato avverso.

Il motivo della rinuncia forzata è da ricollegare al fatto che, avendo optato per un percorso riabilitativo e non per l’intervento chirurgico, in Cina non saranno disponibili le piste adatte per permettere a Sofia di “testarsi”.

Il piano è quindi quello di arrivare in Cina l’8 febbraio e, se tutto procederà per il meglio, di disputare il Super G dell’11 come prova generale in vista della discesa del 15 febbraio.

La nuova portabandiera al posto di Goggia potrebbe essere Michela Moioli, che era già stata nominata portabandiera per la Cerimonia di Chiusura. La snowboarder arriverà in Cina il 1° febbraio, quindi in tempo per la Cerimonia del 4.

Sofia Goggia e il toccante post su Instagram

“Se questo è il piano che Dio ha per me, altro non posso fare che spalancare le braccia, accoglierlo e accettarlo. E andare avanti“ questo è il contenuto del post Instagram con cui Sofia Goggia ha aperto la sua giornata social di lunedì, nel tardo pomeriggio, quindi ben oltre le 24 ore successive alla drammatica caduta . Poche, ma significative parole, che si possono prestare a diverse interpretazioni.

Da una parte la voglia di non arrendersi e di continuare a inseguire il sogno olimpico, provando a lottare ancora una volta contro la sfortuna, dall’altro anche l’impossibilità di opporsi al destino qualora il recupero in tempo utile per presenziare alla Cerimonia inaugurale e per prendere parte alla discesa del 15 febbraio fallisse.

Sofia, di concerto con il proprio staff, ha deciso di non intervenire chirurgicamente sul ginocchio, scenario che avrebbe ridotto ulteriormente le speranze di essere presente in Cina. La terapia conservativa è già iniziata, ma per saperne qualcosa di più si può solo aspettare qualche giorno e affidarsi alla tempra e alla grinta della campionessa bergamasca.

Goggia, lo staff è possibilista: “Proveremo a fare il miracolo”

Lo staff che cercherà di aiutare Sofia verso il “miracolo” è composto dai preparatori Flavio Di Giorgio e Roberto Galli e dal fisioterapista Matteo Benedini.

Nessuno di questi vuole darsi per vinto in anticipo e del resto parole di speranza arrivano dal responsabile dello staff medico Fisi Andrea Panzeri , che ha visitato Sofia domenica sera presso la Clinica La Madonnina

“Non c’è un programma di recupero perché non c’è abbastanza tempo. Esiste un programma virtuale, ma si può solo procedere ora per ora, giorno per giorno. C’è pochissimo tempo e l’infortunio è importante. Non ci saremmo lanciati in questo tentativo se non fosse l’Olimpiade. E se non fosse Sofia”.

“Si va a vista – ha invece dichiarato il responsabile del gruppo Elite, Gianluca Rulfi – Sofia dovrà lavorare sulla parte atletica, facendo i conti con il dolore. Poi dovrà anche sciare, perché altrimenti non si può affrontare una discesa olimpica. Vedremo là, in Cina, come potremo organizzarci. Io starò dietro a lei, la mia partenza è legata alla sua. Saremo sempre con Sofia, io e un fisioterapista della Federazione. Ci proviamo”.

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