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Pechino 2022: Goggia out da portabandiera? Malagò non ne fa cenno

Dopo l'infortunio di ieri a Cortina si moltiplicano le voci su quello che riuscirà a fare la fuoriclasse bergamasca e tra queste voci c'è anche chi dice che potrebbe venire sostituita come portabandiera. Ma il presidente del CONI Malagò non ne fa il minimo cenno.

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La caduta di Sofia Goggia nel superG femminile di Coppa del Mondo di Cortina d’Ampezzo è stata una mazzata, prima di tutto per lei, l’ennesima, e poi anche per tutti gli sport invernali italiani, che si accingono ad affrontare i Giochi olimpici di Pechino 2022 in programma dal 4 al 20 febbraio.

Pechino 2022: ci sono dubbi sul ruolo di portabandiera di Sofia Goggia

A nostra memoria (ma potremmo anche sbagliarci) nessun atleta italiano ha mai dovuto saltare i Mondiali di casa sua e le Olimpiadi di cui era portabandiera nella cerimonia d’apertura e, dando per scontato che dovrà dare forfait per il gigante del 7 febbraio e il superG dell’11, tutti speriamo che Sofia, malgrado la gravità della diagnosi dell’infortunio, che parla di “una lesione parziale del legamento crociato già operato nel 2013, una piccola frattura del perone e una sofferenza muscolo tendinea”, riesca a farcela a essere in pista per la discesa del 15 febbraio, nella quale dovrà difendere il titolo olimpico conquistato a Pyeongchang 2018, ma soprattutto, nelle prove cronometrate, che iniziano il 12 febbraio.

Ma le voci sulla possibilità che possa essere del tutto assente a Pechino stanno già fioccando. Secondo una di queste, il CONI dovrebbe già attrezzarsi per la ricerca di una portabandiera che possa sostituire Goggia nella cerimonia d’apertura per tenere alto il vessillo tricolore, e viene fatto il nome di Michela Moioli, campionessa olimpica in carica dello snowboard cross grande amica di Sofia e designata come portabandiera nella cerimonia di chiusura dei Giochi cinesi.

Pechino 2022, Malagò: “Sofia ci proverà, incarna alla perfezione i nostri valori”

A parte che, se Sofia dovesse effettivamente partire per Pechino malgrado debba effettuare la riabilitazione (che peraltro ha già cominciato stamattina), fare la portabandiera sarebbe indubbiamente uno stress per il suo ginocchio e una giornata persa per le terapie, oltre al fatto che si perderà un’altra giornata per effettuare il viaggio, ma sarebbe comunque il minore dei problemi. Il vero problema è che i tempi sono ristrettissimi per capire se Sofia potrà essere o meno competitiva e decidere così la sua partenza o meno per la capitale cinese. E comunque il presidente del CONI Giovanni Malagò non ha minimamente accennato a una sostituzione della fuoriclasse bergamasca nel ruolo di portabandiera, dando per scontato che il 4 febbraio Goggia sarà a Pechino.

“Sofia farà l’impossibile per provarci e per stupirci ancora – ha detto Malagò in un’intervista al Messaggero -. Stavo vedendo la gara, è stato un momento surreale. Nella mente si sono affollati tanti pensieri, i pochi giorni che ci separano da Pechino, gli infortuni precedenti, il conto aperto con il destino. La vita e lo sport sono così. Sofia lo sa bene, va sempre al massimo e conosce le insidie che si nascondono, dentro e fuori dalla pista. Incarna alla perfezione lo spirito e i valori del nostro movimento, non si arrende facilmente. Sono sicuro che farà l’impossibile per provarci, per stupirci ancora. È stata designata portabandiera non solo per i successi ottenuti ma per quella straordinaria capacità di rappresentare l’identità che fa eccellere lo sport italiano nel mondo”.

Le parole dolci di Mikaela Shiffrin per Sofia Goggia

A Sofia è arrivato nelle storie di Instagram anche l’omaggio di Mikaela Shiffrin, colei che si accinge a vincere la sua quarta Coppa del Mondo e quindi diretta rivale di Sofia, insieme alla slovacca Petra Vlhova, per quanto riguarda la classifica generale:

“La caduta di oggi di Sofia fa ricordare quanto brutale può essere il nostro sport. Ma vedendo che c’è ancora una chance per lei di disputare la discesa alle Olimpiadi dà molta speranza. Vederla rialzarsi appena ha potuto e arrivare sui suoi sci al traguardo dopo la caduta testimonia non solo la sua forza ma anche la sua mentalità del non arrendersi mai”.

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