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Spalletti si scaglia contro le spie di casa Inter

L'allenatore nerazzurro è polemico dopo la vittoria sul Benevento dopo aver parlato del futuro di Icardi e Skriniar.

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Spalletti si scaglia contro le spie di casa Inter Fonte: 123RF

L’aver giocato a porte chiuse contro il Benevento ha mandato in secondo piano la goleada dell’Inter negli ottavi di Coppa Italia. Il 6-2 che ha umiliato la squadra di Bucchi è maturato in una partita che ha visto Luciano Spalletti dedicarsi a qualche esperimento, a partire dal modulo, un 4-4-2 quasi inedito.

In campo dall’inizio la coppia Martinez-Icardi, con Candreva e Perisic ai lati, che ha prodotto tre gol, due dei quali di Lautaro.

Eppure il tecnico nerazzurro non è del tutto soddisfatto e al termine della gara ha colto l’occasione per far capire che l’assetto con due punte centrali è destinato a restare un’eccezione: “Lautaro e Icardi possono fare meglio da un punto di vista tattico. Oggi abbiamo sofferto il loro palleggio perché in mezzo eravamo uno in meno”.

Spalletti non si è poi potuto sottrarre a un commento sul mercato, che non dovrebbe presentare novità in entrata a gennaio, ma del quale si parla a proposito della delicata trattativa per il rinnovo di Icardi e della corte dei top club europei a Milan Skriniar.

Il tecnico nerazzurro glissa sul Capitano ed è perentorio sul futuro dello slovacco: “Icardi sta bene all’Inter. Vuole incontrare i direttori e confrontarsi con loro, che sono pronti ad imbastire un discorso costruttivo. Skriniar è fuori prezzo per tutti, nessuno ha i soldi per pagarlo, quindi rimane qui”.

Semmai, la rabbia dell’allenatore dei nerazzurri monta quando si parla del, presunto, ‘caso Miranda’, legato ai malumori del centrale brasiliano, che avrebbe confidato di voler cambiare aria a causa dello scarso utilizzo dopo l’arrivo di de Vril: “È sempre un problema di ciò che si dice, delle amicizie dentro l’Inter di gente che fa uscire certe cose. Queste cose indeboliscono l’Inter, se Miranda ha detto che vuole andarsene non lo ha fatto con me, ma con un altro. Ogni volta che l’ho schierato, ha fatto bene”. 

Una battuta anche sugli spalti deserti di San Siro: “Lo striscione esposto fuori da San Siro rappresenta le tantissime persone che hanno piacere di vedere le partite. Dobbiamo trovare soluzione differenti, questa situazione non l’abbiamo determinata noi e non ci sta bene. È un fatto più sociale che calcistico, il calcio subisce in questo senso. Quella di oggi non è stata una partita vera, senza una cornice di pubblico sugli spalti non è calcio. Non è possibile privare la gente per bene di un divertimento a causa di qualcuno che disturba il gioco. Per fortuna contro il Sassuolo ci saranno i bambini”.

SPORTAL.IT

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