A ormai dieci mesi dallo scoppio della guerra in Ucraina la diplomazia non è ancora riuscita a fermare l’orrore, a Kiev e dintorni si continua a morire e anche a tremare, di paura e di freddo dal momento che i rigori dell’inverno stanno rendendo la situazione ancora più drammatica in particolare per anziani e bambini.
- Guerra in Ucraina, la delicata posizione dei tennisti russi
- Dal no alla guerra al coming out: la sfida di Daria Kasatkina a Vladimir Putin
- Russia, anche l'ex numero uno del mondo Kafelnikov tra gli "agenti stranieri"
Guerra in Ucraina, la delicata posizione dei tennisti russi
I tragici eventi hanno condizionato e stanno condizionando anche il mondo dello sport. Perché se l’estromissione della Russia dalle discipline di squadra è stata immediata, per quanto riguarda gli sport individuali la situazione è molto diversa, variando spesso anche in base alle decisioni delle singole federazioni internazionali. Si prenda il caso del tennis, uno degli sport più interessati al problema anche in virtù dei tanti atleti russi di spessore mondiale che popolano il circuito.
Così se lo scorso aprile, a conflitto appena scoppiato, fece rumore la decisione degli organizzatori di Wimbledon di escludere gli atleti russi e bielorussi dal tabellone (sebbene poi in campo femminile la vittoria dei Championships sia andata proprio a una russa, Elena Rybakina, naturalizzata kazaka dal 2019), l’opposto è accaduto ad agosto per gli US Open, torneo al quale Medvedev, Rublev e gli altri tennisti russi e bielorussi hanno potuto regolarmente partecipare, seppur non sotto la bandiera della propria nazione, e la stessa cosa accadrà a gennaio per gli Australian Open, nella cui entry list figurano già i nomi di tre russi, compreso Karen Khachanov.
Dal no alla guerra al coming out: la sfida di Daria Kasatkina a Vladimir Putin
Un problema supplementare è però legato a quegli atleti che hanno scelto di prendere posizione contro la guerra, in maniera non solo formale, tra i quali si conta lo stesso Khachanov, oltre a Rublev, che fin dai momenti successivi allo scoppio della guerra non ha quasi mai mancato di schierarsi contro l’invasione russa in Ucraina attraverso dichiarazioni o messaggi scritti sulle telecamere al termine delle proprie partite. A questo gruppo si è unita anche Daria Kasatkina.
La classe ’97, numero 8 del mondo e semifinalista al Roland Garros 2022, non perde occasione per rilasciare interviste contenenti nette prese di distanza rispetto al governo Putin. Particolare rumore ha fatto l’ultimo affondo di Kasatkina, che a luglio ha fatto coming out sfidando quindi ulteriormente il regime di Putin e la sua opposizione ai diritti omosessuali e della comunità LGBTQ+.
Tale situazione sembra aver indispettito le istituzioni russe al punto che Roman Teryushkov, deputato della Duma, ha confermato in un’intervista a RB Sport di aver inviato una lettera al Ministero della Giustizia in cui chiede che alcuni atleti russi, tra cui appunto Kasatkina, vengano aggiunti alla lista di “agenti stranieri”.
Russia, anche l’ex numero uno del mondo Kafelnikov tra gli “agenti stranieri”
La definizione di “agenti stranieri” si avvicina a quella dei dissidenti. La gamma di punizioni per chi finisce in questa lista è varia, comprendendo restrizioni dal punto di vista economico, controlli di varia natura fino alla chiusura dei propri siti web.
In un’intervista di qualche settimana fa lo stesso Teryushkov aveva già incluso Kasatkina in questo “elenco”, che comprenderebbe lo stesso Khachanov, ma anche Evgenij Kafelnikov, il tennista russo più vincente della storia, ex numero uno del mondo e vincitore di sei prove del Grande Slam, che già a febbraio aveva fatto parte del fronte dei personaggi famosi contrari alla guerra, definita “un’atrocità senza precedenti”.