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Toronto, Arnaldi fa sudare Zverev, che però risale in fretta la corrente: Matteo cede al terzo e saluta

Arnaldi ci prova contro il numero 3 del mondo, ma si ferma sul più bello: vinto il primo set, abbassa le percentuali al servizio e viene rimontato

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Il cuore non è bastato a Matteo Arnaldi nella supersfida del terzo turno del Masters 1000 di Toronto, apposto all’ondivago Zverev che ha dimostrato una volta di più (se mai ce ne fosse bisogno) di essere un fedele adepto delle “montagne russe”. Anche se poi quello che conta è il modo col quale scende dalla giostra, che ancora una volta dimostra di essere quello giusto: il tedesco s’impone in rimonta al terzo set legittimando una superiorità tecnica che in alcuni momenti dell’incontro è parsa evidente, al netto della prova generosa offerta dal sanremese, che le sue chance per volgere la contesa a proprio favore le avute, eccome.

Arnaldi solito lottatore, ma Zverev si salva con l’esperienza

Qualche rimpianto dietro di sé Matteo se l’è lasciato, anche se lo Zverev ammirato a Toronto poco o nulla ha da invidiare a quello che solitamente sul cemento dimostra di essere performante come pochi. Sascha semmai è stato un po’ sprecone: delle 14 palle break collezionate è riuscito a convertirne appena 4 (1/4 per Arnaldi), sfruttando piuttosto le percentuali migliori tanto con la prima (entrata nel 74% dei casi, con il 77% dei punti vinti contro il 56% ottenuto dal sanremese) quanto con la seconda (58% contro 54%).

In generale però il pallino del gioco ce l’ha sempre avuto il tedesco, che nel primo set ha provato a forzare la mano da subito, senza però riuscire a sfruttare le prime due opportunità per scappare. Un doppio fallo sanguinoso nel quinto gioco cosata però il game ad Arnaldi, che trova il modo per replicare nell’ottavo gioco, quando Zverev abbassa appena un attimo l’intensità della propria azione (e paga tutto a caro prezzo).

I gratuiti del tedesco fanno la felicità di Matteo che addirittura arriva ad avere due set point sul servizio avversario nel corso di un decimo game durissimo, ma nel quale Zverev trova il modo per risalire la corrente. Una palla break l’annulla Arnaldi nell’undicesimo gioco, poi però al tiebreak è un doppio fallo del numero 3 del mondo a sparigliare le carte e favorire la chiusura chirurgica dell’italiano (7-5).

L’illusione dura un set, poi il tedesco prende il largo

Le buone notizie sostanzialmente finiscono qui. Perché il secondo set si apre con uno Zverev straripante che infila un parziale di 12 punti a 1, scappando sul 3-0. Diventa una partita a scacchi: Arnaldi c’è dentro con tutti e due i piedi, trovando anche colpi difficili che strappano applausi convinti. La solidità al servizio di Sascha però diventa una costante: l’ultima palla break il ligure se la ritrova sulla racchetta nel secondo gioco del parziale, ma serve relativamente a poco.

Zverev non trema e spedisce il match al terzo (6-3 il parziale), dove il divario si fa ancora più netto, con i turni di servizio del ligure vissuti in totale apnea. Nel terzo gioco salva tre palle break, ma nel quinto e nel settimo il tedesco affonda il colpo e il 6-2 finale dopo due ore e 48’ certifica la sua superiorità. Arnaldi si consola col ritorno in top 40, mentre l’Italia resta appesa alle sfide che vedranno di scena Sonego contro Rublev (intorno alle 18) e Cobolli contro Marozsan (nella tarda serata italiana).

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