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Tennis ATP Pechino: Sinner, fai parlare il campo. Arnaldi agli ottavi. Per Musetti è durissima

Arnaldi ha superato due turni di qualificazione e battuto al debutto l’americano JJ Wolf. Attende uno tra Jarry e Tsitsipas. Jannik debutta contro l’inglese Daniel Evans. Per Musetti c'è Khachanov

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Un primo lampo d’azzurro ha già rischiarato la notte di Pechino: Matteo Arnaldi ormai non è più una sorpresa, specie dopo aver salvato la nazionale azzurra nell’incontro di Davis contro Cile e Svezia.

Ma era già da un po’ che il talento sanremese aveva trovato il modo di far parlare di sé, avanzando fino agli ottavi agli US Open e poi, dopo l’inciampo di Zhuhai (battuto al primo turno da Karatsev), capace di superare due turni di qualificazione per l’ATP 500 di Pechino e battere poi al debutto anche l’americano JJ Wolf, che staziona pressappoco sulla sua stessa linea a livello di classifica (47 a 49).

Arnaldi attende Jarry o Tsitsipas

Arnaldi è il primo azzurro qualificato per gli ottavi di finale, dove attende di conoscere il nome del rivale che uscirà dalla sfida tra Nicholas Jarry (diamine, un altro cileno…) e Stefanos Tsitsipas, testa di serie numero 4 del torneo della capitale cinese, match in programma nella mattinata italiana di venerdì.

Comunque vada, sabato per Matteo si preannuncia un’altra sfida che vale: qualora fosse il greco il rivale, sarebbe il quarto top 5 affrontato da aprile a questa parte dal talento ligure, che ha vinto contro Ruud al Masters 1000 di Madrid, cedendo poi a Medvedev a Toronto e naturalmente ad Alcaraz a Flushing Meadows.

Comunque vada, per Arnaldi sarà un successo: è già certo di ritoccare ulteriormente il suo best ranking, che anche in caso di sconfitta dovrebbe vederlo lunedì prossimo alla posizione numero 43. E la prova offerta contro Wolf, battuto con un doppio 6-2 (86% di punti conquistati con la prima, quattro palle break convertite su 6 e nessuna concessa) lascia intendere che il sanremese ha voglia di cantare e forte anche in Oriente.

Sinner, fai parlare il campo

Di primo mattino toccherà a Jannik Sinner provare a sua volta ad avanzare agli ottavi del torneo cinese. Una partita particolarmente attesa, quella contro l’inglese Daniel Evans: Sinner non gioca da più di tre settimane, quando perse al quinto da Zverev a New York.

Da allora tanto allenamento, un po’ di riposo e (soprattutto) più di una polemica: a chi lo accusa di non voler pensare alla nazionale, avendo rifiutato la convocazione per gli incontri del girone eliminatorio di Davis Cup, Jannik ha risposto semplicemente tirando dritto, e ribadendo di volersi concentrare soltanto sull’ultima parte di stagione, che nelle intenzioni dovrebbe accompagnarlo anche ad affrontare le finali di Davis a Malaga tra due mesi in una sorta di gran ballo di fine stagione.

Il quarto potenziale con Rune

Di motivi per fare strada a Pechino ce ne sarebbero anche tanti: intanto perché l’eventuale quarto con Holger Rune potrebbe fungere anche da “spareggio” (termine brutto, ma rende l’idea) in ottica ranking, col danese che al momento è due posizioni davanti all’altoatesino, distanziati da meno di 200 punti (e Rune ha più punti da difendere).

Poi perché Sinner ha voglia di giocarsi le sue carte su un terreno a lui congeniale come quello del veloce indoor, dal quale conta di trarre buone indicazioni da qui a fine stagione (Pechino, Shanghai, Vienna e Parigi-Bercy, prima delle ATP Finals).

Comincia da Pechino un mese e mezzo chiave per capire davvero in che direzione sta andando l’allievo di Vagnozzi, e anche per comprenderne meglio progressi e ambizioni. Contro Evans (diretta su Super Tennis TV, come tutte le gare degli italiani nel torneo) è una prima volta assoluta: si sono sfidati solo due volte in doppio, e ha sempre vinto Jannik. Ma quello è un altro mondo.

Musetti, incroci durissimi

A un orario meno mattiniero scenderà in campo anche Lorenzo Musetti, atteso da Karen Khachanov. La corsa illusoria di Chendgu, fermata in semifinale da Safiullin, ha quantomeno riconsegnato un Lorenzo più sicuro dei suoi mezzi e più deciso a vendere cara la pelle, mostrando anche colpi di grande qualità (specie nel quarto con Rinderknech).

La parte di tabellone nella quale è capitato, però, non è delle migliori: chi vince la sfida si ritroverà ad affrontare presumibilmente Carlos Alcaraz, che debutterà nel torneo pechinese affrontando il tedesco Hanfmann.

Far tornare i conti

Però in qualche modo i conti il carrarino li vuol far tornare: il russo è avversario durissimo, reduce peraltro dal successo ottenuti nel 250 di Zhuhai in finale contro Nishioka (dopo aver battuto Korda in semifinale), arrivato dopo un’estate tribolata nella quale ha giocato pochissimo a causa di continui e ripetuti problemi fisici.

Per Lorenzo un test probante, ma che in qualche modo potrà dire qualcosa di più sulle sue velleità da qui a fine stagione, dove su un terreno per lui non troppo congeniale dovrà cercare di difendere la top 20 ormai stabilmente conquistata da un po’ di tempo a questa parte.

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