ATP 250 di Bastad, in Svezia, e di Newport, negli Stati Uniti. Questi sono i primi due tornei nel circuito maschile ATP nei quali si sperimenterà il “coaching“, ovvero la possibilità di interazione tra tennista e allenatore durante una partita in svolgimento.
È stata la stessa ATP ad annunciare l’avvio di questa sperimentazione, che partirà subito dopo Wimbledon e continuerà fino alla fine di questa stagione (dunque sono compresi US Open e ATP Finals). Trattandosi appunto di fase sperimentale, ci saranno delle limitazioni. Non vedremo infatti allenatori entrare in campo (come nel caso della WTA, che prima degli uomini ha testato questa novità) e non vedremo neanche le cuffie sperimentate alle Next Gen.
Le dritte saranno accettate solo con l’allenatore fuori dal campo, e l’ATP ha pubblicato una breve lista di stringenti regole per uniformare il comportamento di tutti i tennisti e di tutti gli allenatori.
– I coach saranno tenuti a rimenre a sedere solamente nei posti in tribuna che gli verranno dedicati
– Il coaching – in forma verbale e non verbale – sarà ammesso solo se non causerà un’interruzione il gioco o non creerà fastidi all’altro tennista
– Il coaching in forma verbale è ammesso solo nel caso in cui tennista e allenatore si trovino dalla stessa parte di campo
– Il coaching in forma non verbale, dunque i gesti, sarà consentito sempre senza limitazioni.
– Il coaching in forma verbale consiste in alcune brevi parole e frasi semplici, non una conversazione.
– Gli allenatori non avranno il permesso di comunicare col tennista se si abbandona il campo per qualunque motivo.
– Penalità e multe sono previste per tutte le altre forme di coaching che non rispettano queste regole