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Djokovic, l'ultimo dei Big Three: i nuovi obiettivi di una leggenda

Se avesse giocato anche un solo Slam in più, Djokovic sarebbe ora numero 1 del mondo. Basta questo per celebrare la forza e il talento del serbo, troppo superiore a tutti gli altri.

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Chi può fermare Novak Djokovic? O meglio, chi può battere veramente Novak Djokovic? Il tennista di Belgrado, a 35 anni di età, rimane il miglior tennista in assoluto in tutto il circuito ATP, e lo ha dimostrato anche ieri sera vincendo le Nitto ATP Finals nella finale contro Casper Ruud.

Il Djoker continua a battere tennisti di 15 anni più giovani come fossero niente, a dimostrazione che, al momento, non c’è nessuno della nuova generazione allo stesso livello di ciò che sono stati i Big 3 al loro apice. Un periodo irripetibile del tennis a livello di talento, che ora dovrà inevitabilmente calare per far spazio ai nuovi giocatori, forti, ma non la stessa cosa.

I numeri del Djoker alle ATP Finals

Nole ha letteralmente spazzato via Ruud nella finale di Torino, rendendo evidente una differenza di talento (va bene l’esperienza, ma il serbo sa di più, così come sanno di più Nadal e Federer) che chi segue assiduamente il tennis avrà già notato da tempo. Vincendo le Nitto ATP Finals, Djokovic si porta a casa altre tre record pazzeschi oltre alla miriade già conquistata nel corso di questi 15 assurdi anni di carriera.

Quello più ovvio è che con sei successi alle ATP Finals aggancia il recordman Roger Federer, col maestro elvetico anch’egli fermo a quota sei successi nel torneo sei maestri. Il secondo riguarda l’età di Nole: a 35 anni e 5 mesi, il serbo diventa anche il più anziano campione del torneo stracciando il vecchio record di Federer, il quale aveva vinto l’ultimo titolo nel 2011 a 30 anni e 3 mesi.

Il terzo riguarda i soldi vinti conquistando le Finals: 4.740.300 $ la cifra vinta da Nole solo per aver vinto la finale, il più alto montepremi portato a casa da un tennista in un singolo torneo nella storia.

Nole poteva essere nuovamente numero 1 del mondo

Questa è senza dubbio la cosa che fa più sorridere, e che fa capire meglio di tutto la differenza di livello che esiste tra il miglior Djokovic e tutti gli altri giovani tennisti del circuito. Qualunque 35enne vi dirà che a livello fisico non c’è storia contro un 20enne, eppure Nole domina tutto e tutti, così come continua a fare Rafa Nadal se è per questo.

Fa sorridere, dicevamo, perchè in linea teorica Nole Djokovic sarebbe potuto tranquillamente essere di nuovo numero 1 del mondo alla fine di questa 2022, nonostante abbia giocato solamente due Slam su quattro e quattro Masters 1000 sugli otto totali.

Prima di tutto, Djokovic, da Roma in avanti ha un bilancio di 35 vittorie e 3 sconfitte (contro Nadal a Parigi, contro Felix Auger-Aliassime alla Laver Cup e contro Rune a Bercy). Da considerare però sono i punti che Nole non ha. Se Wimbledon (Slam che Djokovic ha vinto), avesse assegnato punti (e non lo ha fatto per l’estromissione degli atleti russi e bielorussi) Nole avrebbe 2000 punti in più, Alcaraz 180 e Nadal 720. Così la classifica sarebbe stata la seguente: Alcaraz 7000, Djokovic 6820 e Nadal 6740.

Ora, considerando i due Slam che il Djoker non ha potuto giocare (AO e US Open), al serbo sarebbe bastato un ottavo di finale (cosa molto piacere che fattibile se si parla seriamente) per essere di nuovo numero 1 del mondo. Una situazione al limite del paradossale e che dovrebbe far riflettere tutti i giovani giocatori e il mondo del tennis in generale.

Come I Big 3, non ci sarà nessuno per molti anni.

Le parole di Ivanisevic: “Djokovic migliorerà ancora”

L’allenatore del serbo, l’ex campione Wimbledon Goran Ivanisevic, ha parlato del proprio assistito dichiarando, tra le altre cose, che nonostante l’età sportivamente avanzata di Nole (35 anni, ndr), il vincitore delle Nitto ATP Finals potrà migliorare ancora in futuro:

Si allena anche più duramente di quando aveva 22 anni. Questo è il motivo per cui è ancora così forte e la ragione per cui sarà ancora migliore. Ha voglia di allenarsi e di migliorare, si prende cura del proprio corpo. Ai miei tempi ci si fermava a 30, 31 anni: eri già considerato vecchio. Però guardate lui, Roger fino ad un paio di anni fa, lo stesso Rafa. Si parla delle nuove generazioni ed è bellissimo, quest’anno abbiamo anche il più giovane n°1 della storia. Però guardate Nole: ha ancora fame, vince ancora tanti tornei e gioca un tennis incredibile. Già adesso pensa alla preparazione della prossima stagione. Fino a quando manterrà questo stato mentale, rimarrà competitivo ai massimi livelli, favorito per la vittoria di Slam e dei più grandi tornei”.

Anche Ivanisevic inoltre conferma ciò che tutti sanno, ovvero che il Djoker è stato, ancora una volta, il tennista migliore dell’anno:

“Quando giochi a tennis devi sempre gestire la pressione. Davvero complicata è stata l’attesa: non puoi stilare un calendario, perché prima ti consentono di giocare, poi vengono aggiunte restrizioni e non è più possibile. Ti prepari per eventi che non potrai disputare. Non sai quale torneo né dove prepararlo, è una montagna russa. Dopo Wimbledon aspettavamo risposte positive dallo US Open, ma non sono arrivate. Ora aspettavamo notizie dall’Australia, che per il momento sono positive. È complicato perché l’unica cosa che si vuole in questi casi è giocare, ma non sai quando né dove potrai farlo. Novak sarebbe quasi potuto essere il numero 1 del mondo con i 2000 punti di Wimbledon, figuriamoci con i quasi 8000 che non ha potuto difendere“.

Djokovic, l'ultimo dei Big Three: i nuovi obiettivi di una leggenda Fonte: Getty Images

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