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Tennis, Ruud attacca l'ATP: "Assurdo che Sinner abbia solo 14 ore per recuperare, è una buffonata"

Casper Ruud critica fortemente gli organizzatori di Parigi-Bercy per aver impedito a Sinner di giocare a un'ora decente. "Solo 14 ore e mezza per recupera: è una buffonata".

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Chiudere una partita alle 2.37, pretendere di tornare in campo intorno alle 17 (ritardi permettendo). A Parigi-Bercy stano riscrivendo un po’ la “storia” del tennis, e se Jannik Sinner somiglia a una vittima sacrificale, molti colleghi hanno cominciato ad alzare la voce anche per lui.

Come Casper Ruud, che peraltro con la sconfitta al primo turno nell’ultimo Masters 1000 della stagione contro Francisco Cerundolo s’è visto preclusa la porta d’accesso alle Nitto ATP Finals. Che in un post sui propri canali social non le ha mandate a dire al comitato organizzatore del torneo.

Complimenti ATP, bel modo di permettere a uno dei migliori giocatori di recuperare. Sinner deve essere pronto a giocare appena 14 ore e mezza dopo aver concluso la sua partita: che buffonata.

Tour de force che non ci sarà, vista l’ufficializzazione del ritiro da parte di Jannik, avvenuta poco dopo le 14.

Cahill e il tema della salute dei giocatori

Darren Cahill, uno dei coach dello staff di Sinner, ha usato parole un po’ più “docili”, pur facendo capire senza giri di parole qual è la sua versione dei fatti. E ha reso il mondo partecipe della sua opinione con una foto scattata proprio dal box del giocatore altoatesino, scattata appena finito il match contro McDonald.

Sono le 2.45 di notte. Felice per la vittoria di Jannik, ma zero attenzione alla salute dei giocatori con la programmazione delle gare del torneo.

Attacco frontale, sempre e comunque rivolto a chi quegli orari li plasma a seconda del volere delle televisioni (che in questo caso la fanno da padrone, chiedendo di impedire che vengano sovrapposti i big del circuito) e degli sponsor.

Sei partite su un campo centrale in un’intera giornata che comincia alle 11 sono oggettivamente troppe, anche perché se capita come ieri che tre di queste finiscano al terzo set (in due casi addirittura al tiebreak), ecco che il rischio di far scivolare il tutto a un’ora indecente è presto fatto.

Problema, va detto, che potrebbe ripresentarsi oggi, con l’order of the play che prevede tra gli altri i match tra Tsitsipas-Zverev (il terzo, non prima delle 14,30), appunto Sinner-de Minaur (non prima della 17), Djokovic-Griekspoor (non prima delle 19,30) e in chiusura di giornata Altmaier-Rune, che sperano vivamente di evitare un’altra nottataccia come capitato al povero Sinner con McDonald.

Tennis by night, quando l’orario diventa un optional

Quella degli orari “impazziti” è una questione che già da tempo ha fatto irruzione nel mondo ATP. A inizio anno fece scalpore (e ci mancherebbe che non fosse così) il match tra Andy Murray e Thanasis Kokkinasis agli Australian Open, terminato alle 4 del mattino col successo in rimonta del britannico dopo 5 ore e 45’ di battaglia.

Murray che sarebbe tornato poi in campo due poco meno di 48 ore più tardi contro Bautista Agut, cedendo in quattro set, ma che non esitò a definire il match vinto contro l’idolo locale Kokkinakis “una farsa”, chiedendosi a cosa servisse giocare fino a quell’ora così tarda.

Non serve a nessuno: agli organizzatori, al pubblico locale, alle televisioni, allo staff degli impianti che ospitano il torneo. Se fossi un genitore di un raccattapalle sarei infuriato nel dover attendere le 4 di mattina e anche oltre, pur di riportare a casa mio figlio. Possibile che nessuno pensi a queste cose?

L’anno prima, ad Acapulco, Sascha Zverev fu costretto a giocare addirittura fino alle 5 del mattino per avere ragione di Brooksby. E nel 2008, sempre agli Australian Open, Leyton Hewitt batté Marcos Baghdatis addirittura alle 4.34 del mattino, costretto poi tra controlli antidoping, recupero fisiologico (un giocatore non può andare a letto senza aver mangiato e digerito) e quant’altro alle 9 del mattino.

Tabellone “folle”: e se saltasse Sinner-Djokovic?

Negli slam, è bene ricordarlo, c’è un giorno di riposo tra un match e l’altro, cosa che non esiste nei Masters 1000 dagli ottavi in poi. Sinner, insomma, rischia di diventare una “cavia” e pagare la cauzione a sue pese. Anche perché, dovesse battere de Minaur, poi più avanti troverebbe quasi sicuramente Novak Djokovic, l’unico top al mondo che non è ancora riuscito a battere (3-0 i precedenti per il serbo).

Forse anche per questo Jannik ha minacciato di non scendere in campo oggi, dando un segnale forte al mondo ATP e non solo. Del tipo: volete farci giocare agli orari più assurdi per fare più ascolti e vendere più biglietti spalmati? Noi allora ci ritiriamo dal torneo. Gioco, partita, incontro.

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