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Tour de France, 8a tappa: Girmay da un'altra ripassata alla storia, Philipsen ancora una volta secondo

Groenewegen, fresco campione nazionale, ha saputo interpretare nel miglior modo possibile uno sprint lanciato lunghissimo dal treno Alpecin

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

La storia è qui, adesso: Biniam Girmay l’ha fatta alla prima occasione utile, ma ogni scusa è buona per fare un ripasso. Ed è quello che l’eritreo ha pensato bene di fare nell’ottava frazione del Tour, dove ha regolato nuovamente allo sprint i migliori interpreti delle volate. Su tutti Jasper Philipsen, ancora una volta (strano ma vero) costretto a vedere esultare qualcun altro.

Girmay da applausi, ma Philipsen s’è inceppato

È la quarta volta su altrettante volate che l’olandese deve accontentarsi di un piazzamento: dopo Cavendish e Groenewegen, tocca a Girmay relegare alla piazza d’onore il fuoriclasse dell’Alpecin. La volata di Biniam al solito è imperiale: non ha un vero e proprio treno sul quale poter fare troppo affidamento negli ultimi 300 metri, ma quando esce allo scoperto sprigiona tutti i cavalli di cui dispone e non sbaglia una mossa.

Tatticamente perfetto l’eritreo, ma a questo punto Philipsen qualche domanda se la dovrà pur fare: l’olandese parte indietro, rimonta furiosamente ma nel testa a testa conclusivo con Girmay non riesce a prevalere. De Lie, anch’esso uscito fuori un po’ tardi, si ritrova imbottigliato nella bagarre tra i primi due ed è costretto a mollare a una trentina di metri dall’arrivo. Tutti gli altri, al netto della buona volontà, non hanno avuto la benché minima chance di lottare per la vittoria di tappa.

Il solito Abrahamsen è il combattivo di giornata

La frazione, che si prestava a colpi di mano anche da lontano, ha vissuto principalmente sulla fuga del norvegese Abrahamsen: la maglia a pois prima ha tentato di uscire assieme agli EasyPost Bisseger e Powless, poi rialzatisi dopo che in un primo momento anche Bettiol (loro compagno di squadra: questa era una tappa su misura per lui) aveva tentato di raggiungerli.

Alla fine Abrahamsen è rimasto in avanscoperta fino ai -15 km dall’arrivo, poi le squadre dei velocisti hanno fatto la corsa per portare i loro calibri davanti. Girmay però ha messo tutti (o quasi) d’accordo con l’ennesima volata perfetta. Come la storia di questo eritreo che continua a fare proseliti.

Domani a Troyes è il festival del pavé: tutti contro MVDP

In classifica generale, nessuna variazione: Pogacar, che ai -500 ha mollato le ruote dei migliori per evitare rischi in volata, mantiene il vantaggio su Evenepoel, che invece la volata l’ha fatta, chiudendo al decimo posto. Domani è tempo di ammortizzare bene le bici: si gira intorno a Troyes su 14 tratti di sterrato che sembrano fatti apposta per scompaginare le carte e mettere alla berlina coloro che sul pavé non sono così avvezzi a tenere il mezzo in strada. Se poi cercate un favorito, bussare alla porta Mathieu van der Poel. Anche se Van Aert e qualche altro avventuriero delle classiche del Nord (vedi Stuyven, Aranburu e perché no, il buon Pidcock che sinora ha giocato un po’ a nascondersi) non starà certo con le mani in mano.

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