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Tour de France, 3a tappa: a Torino Girmay fa la storia. Carapaz in giallo: primo ecuadoriano di sempre

A Torino si fa la storia: Girmay è il primo africano a vincere una tappa al Tour, Carapaz diventa il primo ecuadoriano a indossare la maglia gialla. Philipsen, caduta e niente volata

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

È arrivata la volata, ed è arrivata l’ora di Biniam Girmay. Il primo eritreo della storia a conquistare una tappa al Tour de France, regale nello sprint di Torino nel quale il grande sconfitto è Jasper Philipsen, rimasto coinvolto in una caduta (senza conseguenze) a due chilometri dall’arrivo. Girmay invece ha fatto tutto alla perfezione: ha battezzato la ruota di Pedersen, poi l’ha saltato riuscendo a venire fuori bene sul fronte destro della carreggiata, trovando anche il modo per resistere negli ultimi metri.

Girmay e Carapaz, è qui la festa: giornata storica

La maglia gialla cambia padrone per la terza giornata consecutiva: Richard Carapaz è l’unico del quartetto degli uomini in vetta alla classifica con lo stesso tempo ad aver concluso col gruppetto dei migliori, perché proprio la caduta nella quale sono rimasti coinvolti alcuni uomini della Alpecin Deceuninck ha finito per tagliare fuori molti protagonisti.

Essendo però avvenuta all’interno degli ultimi 3 chilometri, il ritardo di coloro che hanno messo il piede a terra è stato neutralizzato. Così Pogacar, Vingegaard ed Evenepoel sono arrivati senza troppi assilli, con lo sloveno che però ha dovuto cedere la maglia gialla all’ecuadoriano, bravissimo a restare attaccato alle ruote dei migliori. Per il vincitore del Giro 2019 è la prima maglia gialla in carriera, la prima anche per un corridore dell’Ecuador.

Tappa senza sussulti, le cadute animano il finale

La terza tappa interamente italiana dell’edizione numero 111 della grand boucle ha vissuto su una calma decisamente poco apparente. Nessuno s’è voluto prendere rischi eccessivi: la fatica delle prime due frazioni s’è fatta sentire tanto nelle gambe, quanto nella testa dei corridori, al punto che tolto un tentativo ai -70 km del francese Fabien Grellier (TotalEnergies) non s’è visto nessuno in avanscoperta.

Il gruppo ha marciato compatto fino al traguardo, e un paio di episodi hanno movimentato gli ultimi chilometri di corsa: prima la foratura di Mathieu van der Poel, che s’è messo all’inseguimento del gruppo a velocità folle, ma di fatto impossibilitato a rientrare in caso di volata. La seconda, appunto, la caduta del plotone dell’Alpecin, che ha tagliato fuori anche Philipsen dalla lotta per la vittoria di tappa.

Ballerini (ottavo) migliore italiano di giornata

Mads Pedersen a quel punto era il grande favorito: ha cercato di ritrovare la ruota di Stuyven, poi è uscito negli ultimi 200 metri ma s’è fatto beffare nettamente da Girmay, con Gaviria e De Lie che a loro volta hanno chiuso davanti al danese.

Deluso anche Mark Cavendish, che ha sofferto nuovamente staccandosi ai -80 chilometri, poi riportato sotto dai compagni. Per l’Astana la volata l’ha fatta Davide Ballerini, ottavo al traguardo e migliore dgeli italiani. In top ten anche Groenewegen (quinto), Bauhaus, Jacobsen, Bennet e Coquard.

Domani si sconfina in Francia: da Pinerolo a Valloire per 139 km (e dislivello di 3.600 metri) c’è attesa per le prime vere montagne, con il Galibier che chiama i big della generale.

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