No, non poteva finire così. Con quella maledetta caduta nell’ottava tappa dell’ultimo Tour de France, di Limoges, che di fatto gli ha precluso l’opportunità di staccare Eddy Merckx nella speciale classifica del plurivincitori di tappa alla grand boucle (sono appaiati a quota 34).
Mark Cavendish quell’obiettivo ce l’ha in testa da una vita e di ritirarsi senza avere avuto almeno un’altra chance per centrarlo proprio non ne ha voluto sapere nulla. Poco importa se a maggio aveva annunciato durante il Giro d’Italia che questa sarebbe stata la sua ultima stagione: il secondo posto di tappa ottenuto il giorno precedente alla caduta, nella frazione di Bordeaux vinta da Jasper Philipsen, gli era servito per capire che davvero quella barriera anche psicologica della 35esima vittoria al Tour avrebbe potuto abbatterla, nonostante le 38 primavere portate sulle spalle.
- Cannonball è tornato sui suoi passi
- Roglic alla Bora grazie a Red Bull
- Primoz ha detto no alla Israel
- Un team più pronto
- Ineos, tutto su Remco
Cannonball è tornato sui suoi passi
Ma un posto nella leggenda val bene un ulteriore anno di fatica e sacrifici: Cannonball è tornato sui suoi passi, come già aveva lasciato intendere a fine agosto, e ha deciso di rinnovare un’altra stagione con l’Astana Qazaqstan.
Sarà la sua 18esima annata da professionista, nella quale ogni singola mossa sarà finalizzata al raggiungimento del record di successi di tappa al Tour. L’annuncio è stato dato direttamente dal team kazako, con un apposito video di appena 10 secondi nel quale c’è condensato tutto:
It’s not over yet, non è ancora finita.
Anche se il diretto interessato ha fatto sapere che stavolta, comunque andranno le cose in Francia, questa sarà davvero l’ultima stagione in sella.
Roglic alla Bora grazie a Red Bull
Nel giorno dell’annuncio di Cavendish, però, ne sta per arrivare un altro destinato a sconvolgere un po’ gli equilibrio all’interno del gruppo. Perché Primoz Roglic avrebbe scelto (il condizionale è d’obbligo, ma solo per un eccesso di prudenza) la sua nuova squadra: è la Bora Hansgrohe, che ha battuto la concorrenza di Israel Tech Premier (che si era spinta a offrire 6 milioni a stagione per tre anni, ma che ha pagato il fatto di essere una squadra “professional” e non World Tour), Bahrain Victorious e Lidl Trek.
La Bora, che nel ciclismo s’è fatta un nome e una reputazione accompagnando Peter Sagan negli anni d’oro in cui il corridore slovacco primeggiava in ogni tipo di corsa, ha convinto Roglic mettendo sul piatto due anni di contratto a 5,5 milioni di euro a stagione, ovvero pareggiando quello che è lo stipendio di Chris Froome alla Israel (solo Pogacar guadagna di più nell’universo del pedale: la UAE Team Emirates gli versa ogni stagione 6 milioni di euro).
Primoz ha detto no alla Israel
A dare una mano al team tedesco, però, c’ha pensato Red Bull, che da gennaio diventerà sponsor personale di Roglic (lo è già di Van Aert): l’azienda austriaca si farà carico di una buona parte del contratto di Primoz, che seppur nella sostanza ha rinunciato a un anno in più di contratto che gli offriva la Israel (perdendo su base biennale un milione di euro), di sicuro ha trovato un partner affidabile in grado di garantirgli le cifre pattuite.
Oltre che compagni di squadra in grado di assecondarne in tutto e per tutto le legittime aspirazioni di vittoria finale nel principali grandi giri.
Un team più pronto
Magari dovrà spartirsi gli obiettivi con Jai Hindley, ovvero colui che l’ha preceduto nell’albo d’oro del Giro d’Italia, e Aleksandr Vlasov, ma se il grande obiettivo di Roglic è puntare a fare doppietta (Giro-Vuelta o Tour-Vuelta, questo lo si capirà più avanti) è comunque probabile che in casa Bora i conti verranno fatti tornare.
Primoz nel nuovo team avrà con sé il tecnico Marc Lamberts e troverà gente che sa come rendersi utile alla causa: Buchmann, Sobrero, Dani Martinez, Jungels, Kamna e l’astro nascente Uijtdebroeks sono corridori in grado di supportarne le ambizioni nell’arco di una corsa di tre settimane, seppur anche lo sloveno dovrà abituarsi a non avere più “gregari” del calibro di Kuss, Keldermann, Kruisjwik e Van Aert.
Uno in particolare, Jan Tratnik, cercherà comunque di portarselo dietro, magari approfittando del ribaltone di casa Jumbo Visma, dal momento che la fusione con la Soudal Quick Step appare sempre più imminente (si attende solo di capire chi resta e chi parte).
Ineos, tutto su Remco
Con Roglic alla Bora Hansgrohe, il pezzo (forse) più pregiato del mercato è stato tolto dal banco. Resta da capire cosa ne sarà ora del futuro di Remco Evenepoel: davvero il talento belga avrà convenienza a confluire nel nuovo super team che sta per vedere la luce nei paesi del Nord?
Per molti, avere troppi galli nel pollaio potrebbe rivelarsi un problema enorme per la nuova squadra che vedrà la luce dopo la fusione annunciata. E il fatto che la Ineos Granadiers si sia defilata nella corsa a Roglic (come la Movistar, ma in questo caso perché economicamente non aveva armi per controbattere la concorrenza) lascia pensare che i britannici abbia deciso di andare all in su Remco, puntando tutto sulle sue capacità di poter essere performante sia nelle corse in linea o di un giorno, sia nei grandi giri