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Tour de France, 5a tappa: Cavendish è nella storia! Volata regale e vittoria numero 35 al Tour

Grazie a una volata ai limiti della perfezione, Mark Cavendish ha staccato Eddy Merckx nella classifica dei plurivincitori di tappa al Tour

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Era tornato in Francia per fare la storia, e puntualmente l’ha fatta: Mark Cavendish da pochi minuti è il vincitore di tappa più vincente della storia del Tour de France. Il successo numero 35 della sua impareggiabile carriera arriva sul traguardo di Saint Vulbas, con Jasper Philipsen costretto a inchinarsi di fronte alla perfetta condotta di gara del britannico, che non ha sbagliato nulla e ha saputo lanciare la volata coi tempi giusti, impedendo a chiunque di mettergli le ruote davanti. Aveva scommesso forte su questa tappa e l’azzarda ha pagato: staccato Eddy Merckx nella classifica all time dei vincitori di tappa, Cavendish è entrato definitivamente nella leggenda.

Sedici anni dopo, un’altra volata da fuoriclasse

Sono trascorsi 16 anni da quando il velocista dell’isola di Mann vinse la prima tappa al Tour. In mezzo una marea di trionfi (anche classiche e mondiali), ma quella vittoria numero 35 al Tour era da un po’ di anni che lo tormentava. Tanto che l’anno buono nelle intenzioni doveva essere quello passato: aveva fatto tutto alla perfezione con l’Astana, deputata unicamente a consentirgli di strappare il record e staccare Merckx, ma una brutta caduta lo costrinse a tornare mestamente a casa dopo che solo un paio di mesi prima al Giro d’Italia aveva annunciato che quella sarebbe stata l’ultima stagione della sua già lusinghiera carriera.

Poi, lo scorso inverno, dopo giorni di riflessione è arrivata la decisione più attesa, seppure sofferta: allungare la carriera di un’altra stagione per provare a vincere quella “maledetta” tappa al Tour. Proposito centrato alla seconda occasione utile: a Torino due giorni fa non era stato in grado di tenere le ruote dei migliori nella volata vinta da Girmay, forse anche perché non al meglio dopo la giornata di crisi pagata sabato scorso nella prima tappa (problemi intestinali all’origine dei 39’ di ritardo al traguardo). Stavolta il piano per la storia ha funzionato alla perfezione.

Philipsen, un secondo posto che non fa male

Cavendish, 39 anni compiuti lo scorso 21 maggio, ha impostato la volata della vita. Ha battezzato la ruota di Philipsen, che ha potuto beneficiare dell’ottimo lavoro del treno Alpecin (con van der Poel in azione), poi s’è spostato sul lato sinistro e ha anticipato tutti: solo Philipsen ha provato a tenergli testa, ma non c’è mai stata una minima possibilità di rimonta.

Alle spalle dei due fuoriclasse c’è stata anche la caduta di Mads Pedersen, che è finito largo contro le transenne e s’è ritrovato a terra. Sul podio di giornata anche Kristoff, che subito assieme a Philipsen e De Lie (quarto) è andato a complimentarsi con Cavendish per il successo, quasi come se un po’ tutti in gruppo fossero davvero felici per il traguardo raggiunto da Cannonball. Che a questo punto potrebbe anche decidere di ritirarsi in gloria, consapevole di aver fatto tutto quello che c’era da fare per entrare definitivamente nella leggenda e rendere onore alla scelta fatta lo scorso inverno.

Pogacar, che rischio! Domani altro sprint in vista

Per i big di classifica, dopo la giornata fuoco e fiamme di ieri, una tappa finalmente senza troppi pensieri, sebbene proprio Pogacar abbia rischiato grosso ai -60 dall’arrivo quando ha schivato all’ultimo un drappello di uomini finiti a terra (tra gli altri Kristoff, comunque poi terzo al traguardo). E lo sarà anche quella di domani, con arrivo a Digione, dove per Philipsen (sin qui grande deluso di inizio Tour) arriverà l’ennesima occasione per rimuovere lo zero alla voce vittorie di tappa.

Quanto agli italiani, giornata decisamente interlocutoria: Davide Formolo, 27esimo al traguardo, il migliore del plotone. Ma senza Jonathan Milan, quando di mezzo ci vanno le volate non c’è molto di cui parlare. Anche se oggi il record di Cavendish basta e avanza per versare fiumi d’inchiostro.

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