Geograficamente è un Tour italiano, nella sostanza però parla sempre francese. Con Romain Bardet che veste la prima maglia gialla dell’edizione numero 111, beffando il gruppo dei migliori per una manciata di metri appena sul traguardo di Rimini. E in qualche modo, il 34enne transalpino scrive la sua favola (non più) moderna: pur avendo vinto tre tappe in passato, mai era riuscito a vestire il vessillo del primato. Lo farà domattina alla ripartenza da Cesenatico, da casa Pantani, perché in Romagna il capitano del Team DSM-Firmenich ha piazzato un piano eseguito alla perfezione.
- DSM, un piano perfetto: quando la strategia paga
- Van Aert terzo, Bettiol nella top ten di giornata
- Cavendish, che paura: problemi intestinali, ma si salva
DSM, un piano perfetto: quando la strategia paga
Ad accompagnare Bardet verso il successo di tappa ci ha pensato il fidato scudiero Frank Van den Broek, che gli ha permesso di mantenere quei secondi minimi di vantaggio per impedire che il gruppo tornasse sulle ruote dei due battistrada. Scattati assieme a 40 km dal traguardo, con la DMS che ha fermato Van den Broek per consentire a Bardet di rientrare definitivamente sulla fuga di giornata, composta da cinque uomini e gradualmente finita per cedere terreno (il vantaggio a un certo punto aveva toccato anche i 4 minuti e mezzo).
Quando sul San Leo i due sono rimasti soli, prendendo la salita di San Marino con un margine di oltre un minuto un Ben Healy e di quasi 2’ sul gruppo, hanno cercato unicamente di arrivare insieme verso Rimini. E sebbene il gruppo abbia recuperato terreno nei 20 km finali, tutti pianeggianti, alla fine la coppia della DSM è riuscita ad arrivare a dama: Van den Broek ha scortato il capitato e Bardet, ringraziando sentitamente il compagno, ha potuto esultare e gioire per aver centrato la prima maglia gialla dell’intera carriera (che a fine stagione volgerà a conclusione).
Van Aert terzo, Bettiol nella top ten di giornata
Chi sperava di dare la zampata e conquistare la maglia è rimasto deluso: Van Aert ha regolato in volata il gruppo dei migliori precedendo Pogacar, al quale è andato di traverso anche il tentativo di centrare almeno 4 secondi d’abbuono sui principali rivali nella lotta per la classifica generale. Nella top ten di giornata anche il belga Van Gils, lo spagnolo Aranburu, il danese Pedersen, il belga Evenepoel, lo spagnolo Pello Bilbao e il campione italiano Alberto Bettiol, che ha mostrato di avere una buona gamba correndo costantemente nelle prime posizioni del gruppo.
Frazione senza sussulti per Vingegaard e Roglic, che hanno controllato la situazione pur in un contesto non semplice, pensando ai 3.800 metri di dislivello che proponeva la prima tappa. Jonas Abrahamsen ha conquistato la prima maglia a pois dell’edizione 2024, Van den Broek ha fatto sua la maglia verde della classifica a punti, oltre a conquistare il pettorale rosso di combattivo di giornata.
Cavendish, che paura: problemi intestinali, ma si salva
Un piccolo dramma s’è però consumato sin dalla prima salita di giornata sul Valico dei Tre Faggi: è lì che Mark Cavendish s’è staccato, cominciando a collezionare minuti su minuti di ritardo e costringendo praticamente tutta l’Astana ad accorrere in suo aiuto.
Il velocista britannico, sbarcato al Tour per centrare quella 35esima vittoria di tappa che ne farebbe il plurivincitore all time staccando Eddy Merckx, ha accusato problemi intestinali sin dai primi chilometri e per questo non è riuscito a tenere le ruote del gruppo. Alla fine è arrivato al traguardo con poco meno di 40′ di ritardo, ma è riuscito comunque a evitare di andare fuori tempo massimo (doveva contenere il ritardo dentro i 50’), sperando che già domani possa recuperare le forze e presentarsi poi alla terza tappa da Piacenza a Torino a giocarsi il primo sprint della Grand Boucle.
Domani intanto si partirà da Cesenatico e si arriverà a Bologna, scalando due volte il San Luca, la seconda a soli 6 km dall’arrivo: probabile che i big di classifica ne approfittino per muoversi, con Pogacar e Roglic attesi al primo confronto diretto su una salita che conoscono fin troppo bene.