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Ciclismo Tirreno-Adriatico, 4a tappa: Jonathan Milan, sprint imperiale e maglia azzurra. Philipsen s’inchina

Il velocista regala un successo di tappa all'Italia che mancava da anni: volata sontuosa e beffa per il norvegese il norvegese Abrahamsen, ripreso a 50 metri dal traguardo.

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Il lungo digiuno è terminato: con una volata di pura potenza, Jonathan Milan conquista allo sprint la vittoria nella quarta tappa della Tirreno-Adriatico, che al contempo gli consente anche di portar via dalle spalle di Juan Ayuso la maglia di leader della corsa dei due mari. Vittoria pesante perché consente appunto di chiudere un lungo digiuno che durava da 4 edizioni: eccezion fatta per le crono vinte da Ganna, nessun italiano era riuscito a imporsi in un arrivo di una frazione in linea della breve corsa a tappe. C’ha pensato Milan a riscrivere la storia, e non con una volata banale.

Tirreno-Adriatico, Milan batte Philipsen

Perché il fuoriclasse bujese ha deciso di fare le cose per bene, mettendosi alle spalle nientemeno che Jasper Philipsen, che aveva vinto il primo sprint della Tirreno Adriatico a Follonica, salvo cadere ieri nella tappa vinta da Bauhaus. Milan stavolta non ha sbagliato nulla: ha battezzato la ruota giusta, è uscito quando deve a uscire, ha sprigionato tutti i cavalli del motore e ha vinto con una ruota di vantaggio.

Soprattutto è stato bravissimo a valutare i tempi giusti per riprendere il grande fuggitivo di giornata, il norvegese Jonas Abrahamsen, che è stato risucchiato dal gruppo a soli 50 metri dal traguardo. Resta il vincitore morale, ma Milan aveva un appuntamento ti con la storia e non si è fatto pregare. E grazie agli abbuoni conquistati nelle ultime due giornate, li sprinter friulano ha tolto la maglia azzurra dalle spalle di Ayuso, che adesso in classifica paga 4 secondi di ritardo.

Quarta tappa: fuga da lontano, finale in volata

La tappa ha vissuto sulla solita fuga da lontano, che ha visto protagonista ancora una volta Lorenzo Quartucci assieme ad Alexander Kamp, Jonas Abrahamsen, Alex Tolio e i due della Polti-Kometa Davide Bais e Mirco Maestri. Bais a Castellucci ha preso punti utili per prendere possesso della maglia verde di leader degli scalatori, poi la fuga si è sgranata ed è rimasto solo Abrahamsen con Maestri a dettare il ritmo là davanti in una sfida quasi impossibile. Che pure il norvegese stava per mandare agli annali, non fosse stato per il calcolo al millimetro dei velocisti. Alla volata non ha preso parte Merlier, che ha perso contatto negli ultimi chilometri.

La prossima tappa della Corsa dei Due Mari

Domani la tappa dei muri fra Torricella Sicura e Valle Castellana è destinata a cambiare fisionomia alla classifica, con le prime schermaglie tra i big prima del gran finale a Monte Petrano di sabato, dove si deciderà la classifica generale e dove tutti aspettano Vingegaard, attualmente attardato di 22 secondi da Ayuso in classifica generale e di 5 secondi da Tiberi (Hindley è invece due secondi dietro al danese).

Parigi-Nizza, 5a Tappa: altro sprint vincente di Olav Kooij

In Francia continua a fare la voce grossa Olav Kooij: il velocista neerlandese della Visma Lease a Bike ha vinto la seconda tappa personale grazie a una perfetta interpretazione della volata sul traguardo di Sisteron, riuscendo a regolare allo sprint due calibri come Mads Pedersen e Pascal Ackermann. Buone nuove anche per i colori azzurri, con Matteo Trentin che ha chiuso al settimo posto. Luke Plapp (Team Jayco AlUla) che conserva la maglia gialla di leader, quando però alle porte ci sono le tappe che dovrebbero riscrivere un po’ le sorti della classifica generale.

Non mancano però polemiche per ciò che riguarda il declassamento della tappa regina di sabato 9 marzo, quando a causa delle avverse condizioni meteo la frazione non transiterà più sulle salite di La Colmanie e soprattutto ad Auron, dove era posto l’arrivo in salita. Sarà una tappa brevissima di soli 109 chilometri, dove tutti saranno costretti a inventare qualcosa per rimescolare le carte. Tra i big quelli meglio messi sono McNulty e Almeida dell’UAE Team Emirates ed Evenepoel, che hanno dieci secondi di vantaggio su Bernal e una quarantina su Roglic.

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