Un debutto stagionale più devastante (per gli avversari) non avrebbe ptoptio potuto immaginarlo: Tadej Pogacar ha voglia di prendersi tutto, e lo dimostra una volta di più nella Strada Bianche, la gara che ha scelto per fare il suo esordio nel calendario 2024, nella quale era il favorito numero uno e nella quale ha dimostrato di essere il corridore più forte del lotto. Vince con un’azione da fuoriclasse, lo sloveno: attacca ai -80 dall’arrivo, nel tratto sterrato del Monte Sante Marie, e nessuno riesce a prendergli la ruota. Arriva ad accumulare in fretta tre minuti di vantaggio, e tanto si fa bastare: non c’è accordo tra gli inseguitori, ma forse è più la consapevolezza di inferiorità ad aver convinto più d’uno che rischiare per andare a riprendere il fuoriclasse dell’UAE Team Emirates sarebbe stato come sprecare tempo.
- Un'azione d'altri tempi: l'allungo a 80 chilometri dall'arrivo
- L'esultanza finale e la buona prova degli italiani
- L'azzardo di Pogi: "Tatticamente ormai c'era poco da fare..."
Un’azione d’altri tempi: l’allungo a 80 chilometri dall’arrivo
Pogacar è scattato in faccia a Sepp Kuss, il vincitore della Vuelta 2023. Che non ha potuto far molto per farlo desistere o per provare ad andare via in coppia: dopo aver dato fondo a tutte le proprie doti di velocista in salita, lo sloveno ha completato l’opera nel breve tratto in discesa e quando s’è voltato non ha visto più nessuno. A quel punto ha insistito nell’azione, non dando mai l’impressione di calare la propria andatura.
L’unico che ha provato concretamente ad andare a prenderlo è stato il belga Maxim Van Gils (Lotto Dsnty), riassorbito dal gruppo inseguitore dopo una quindicina di chilometri. Il Team Ineos ha provato a fare il forcing per consentire al campione uscente Tom Pidcock di avere la possibilità di andare a riprendere Pogacar, ma la forbice non è mai andata diminuendo. E con 40 chilometri ancora da affrontare è stato nuovamente Van Gils a tentare l’allungo dal gruppo inseguitori, riuscendo a prendere un po’ di vantaggio prima di essere raggiunto dal lettone Tom Skujins, che l’ha staccato sulla salita finale di Santa Caterina, cogliendo la seconda posizione.
L’esultanza finale e la buona prova degli italiani
Pogacar all’arrivo ha fatto un gesto che solitamente si vede nella gare di ciclocross: è sceso dalla bici e l’ha alzata al cielo, mostrando anche tutto il fango che s’è attaccato al mezzo nel corso dei tanti tratti sterrati della corsa. Poi s’è lasciato contagiare dall’affetto della folla, pensando a quello che succederà tra due mesi quando per la prima volta sarà al via del Giro d’Italia, dove ricoprirà il ruolo di assoluto favorito.
Dietro allo sloveno, a Skujins e Van Gils si sono piazzati Pidcock e Mohoric. E tutto sommato la loro onesta figura l’hanno fatta anche i corridori italiani: Formolo (settimo), Zana (nono) e Busatto si sono messi in evidenza nel gruppo inseguitori, provando anche a portar via qualche drappello per andare quantomeno a giocarsi la piazza d’onore. Piccole segnali in un pomeriggio dove il sole l’ha fatto splendere Pogacar, un fuoriclasse d’altri tempi.
L’azzardo di Pogi: “Tatticamente ormai c’era poco da fare…”
Lo sloveno all’arrivo ha avuto parole di grande elogio per la sua squadra e anche per se stesso: “La prima gara della stagione è sempre particolare, specie dal punto di vista mentale, perché non sai a che livello di forma sei e come confrontarti con gli altri. Perché ho deciso di partire da così lontano? Abbiamo fatto corsa dura e veloce sin dallo start, ormai tatticamente non c’era molto altro da fare, perché tanti corridori erano saltati e si poteva vedere di andar via. Avrei voluto farlo con qualche compagno di fuga, mi sono ritrovato da solo, ma ho continuato ad andare perché la squadra aveva fatto un gran lavoro ed era giusto ricompensarlo. Sono felice: un debutto così era davvero il massimo che potevo immaginare, spero sia solo l’inizio di un’annata bella e piena di vittorie”.
Pogacar ha ribadito anche il suo amore per la corsa che si corre nelle colline senesi: “Per me ha un fascino unico ed è sempre bello poterla correre. Non so se potrà diventare la sesta monumento, ma personalmente la trovo fantastica”. Anche più bella di una Milano-Sanremo, che è il prossimo terreno di caccia dello sloveno: non è mai andato a podio in via Roma, ma tra due settimane molti occhi saranno rivolti sulla sua maglia bianca di campione nazionale.