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Tour de France, 16° tappa: Vingegaard demolisce tutti a cronometro, a Pogacar serve un miracolo

La maglia Gialla è stata di un altro pianeta e ha surclassato i rivali, a cominciare dallo sloveno che pure la sua crono l’ha fatta, rifilando distacchi pesanti a gente più avvezza alle corse contro il tempo

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Un dominio così evidente a cronometro era da un po’ che non si vedeva: Jonas Vingegaard non è che ha dominato la 16a tappa del Tour, l’ha letteralmente fatta a pezzi. Soprattutto a pezzi ha fatto i rivali, a cominciare da Tadej Pogacar, che pure la sua crono l’ha fatta, eccome, rifilando distacchi pesanti a gente decisamente più avvezza alle corse contro il tempo.

Lo sloveno c’ha provato, ma Vingegaard è stato semplicemente di un altro pianeta: è partito forte guadagnando 16 secondi al primo intermedio dopo meno di 7 chilometri, ha accelerato nella parte centrale arrivando oltre i 30 secondi, poi nell’ascesa finale verso Coumbloux ha fatto il vuoto, rifilando oltre un minuto a Pogacar e distacchi abissali al resto della terra.

Come è andata la tappa

Wout Van Aert, che pure di queste distanze è un signor specialista, ha beccato quasi 3’ dal suo compagno di squadra (nonché capitano), così come tutti quelli finiti nella top ten di giornata hanno visto lievitare a più di 3 minuti il ritardo dal vincitore di giornata.

Che ha corso una gara a parte, mettendo una seria ipoteca sul secondo Tour dopo quello vinto lo scorso anno. Un Vingegaard che veniva dato come sicuro protagonista, ma forse non così tanto da pensare che potesse uccidere la grand boucle infliggendo distacchi abissali, pensando anche all’andamento delle prime due settimane di corsa. Pogacar proverà a rispondere già domani in una tappa con salita impegnative, ma a questo punto servirà un miracolo per riaprire i giochi.

Le pagelle della tappa (i migliori e i peggiori)

  • JONAS VINGEGAARD 10. Impressionante la sua azione, impressionanti soprattutto i distacchi inferti al resto della carovana gialla. Una prova talmente superiore che ha ricordato mostri sacri delle corse contro il tempo come Indurain, Ullrich o Armstrong. La scelta di non cambiare bici ha pagato, ma le gambe hanno fatto tutta la differenza del mondo. E ora questo Tour lo può solo perdere.
  • TADEJ POGACAR 8. Voto forse anche un po’ troppo basso, pensando di aver rifilato più di un minuto a Van Aert e compagnia cantante. Il problema è che Vingegaard gli ha rifilato poco meno di 5 secondi al chilometro, mostrandosi di un altro pianeta. Lui ha fatto il massimo: non lo ammetterà mai, ma quei due mesi di stop dopo la caduta alla Liegi si sono fatti sentire proprio a cronometro.
  • WOUT VAN AERT 8. Ha fatto ancora una volta il massimo, ma non è bastato per scrollarsi di dosso quel fastidioso zero alla voce vittorie di tappa in questa edizione del Tour. Può consolarsi: è il primo degli “umani”, perché i primi due in questo luglio di corsa sulla strada di Francia fanno un altro sport. Soprattutto il suo capitano.
  • ADAM YATES 7,5. Non inganni il distacco superiore ai tre minuti rispetto a Vingegaard, pesante sì ma pur sempre “adeguato” pensando alla giornata di grazia del danese. Adam invece ha stretto i denti, recuperando posizioni e anzi rimettendo piede sul terzo gradino del podio in classifica generale. Dovrà creare di inventarsi qualcosa con Pogi per provare a ribaltare il Tour, ma un podio sarebbe comunque tanta, tantissima roba.
  • PELLO BILBAO E SIMON YATES 7,5. Altri due che hanno sfruttato la salita finale per mettere fieno in cascina e recuperar e terreno anche in classifica generale, dove sono a oltre 13’ da Vingegaard, ma pur sempre saldamente in top ten. E alla fine per loro va più che bene così, specie dopo una crono nella quale hanno limitato i danni, accusando poco meno di 3’ dal leader.
  • CARLOS RODRIGUEZ 5. Perde un giro ed è un problema, perché mentre gli altri scalatori guadagnano quasi tutti (tranne Hindley, che pure paga gli sforzi di inizio Tour), lui deve arrancare e per poco non si fa riprendere da Pogacar sul traguardo. Per ora scende dal podio, ed è un peccato pensando a quel che aveva fatto vedere sulle montagne tra Pirenei e (soprattutto) Alpi.

Classifica generale dopo la 16esima tappa

  1. VINGEGAARD Jonas Jumbo-Visma 63:06:53
  2. POGAČAR Tadej UAE Team Emirates 1:48
  3. YATES Adam UAE Team Emirates 8:52
  4. RODRÍGUEZ Carlos INEOS Grenadiers 8:57
  5. HINDLEY Jai BORA – hansgrohe 11:15
  6. KUSS Sepp Jumbo-Visma 12:56
  7. BILBAO Pello Bahrain – Victorious 13:06
  8. YATES Simon Team Jayco AlUla 13:46
  9. GAUDU David Groupama – FDJ 17:38
  10. GALL Felix AG2R Citroën Team 18:19

La tappa di oggi

Risolutiva non può esserlo, perché alla fine mancheranno comunque altre 4 tappe che potrebbero riscrivere la storia di uno dei Tour più incerti ed avvincenti degli ultimi anni. Ma di sicuro la cronometro tra Passy e Combloux, 22 chilometri non propriamente adatti agli specialisti delle corse contro il tempo, promette di dire tanto sull’esito finale della corsa.

E sarà l’ennesimo duello senza esclusione di colpi tra Jonas Vingegaard e Tadej Pogacar: quest’ultimo partirà due minuti prima della maglia gialla, e presumibilmente l’arrivo del danese avverrà nel medesimo tempo.

Vingegaard e Pogacar, a voi la scena

Perché non si prevedono grosso distacchi: impossibile fare pronostici, perché una crono così atipica (altimetria ondivaga nella prima fase, poi finale un po’ più in salita) potrebbe prestarsi a mille interpretazioni.

A cronometro negli ultimi anni i confronti diretti tra i due sono stati sempre combattuti, con tempi molto simili e scarti davvero minimi a fare a volte dell’uno, a volte dell’altro. Per quanto visto negli ultimi giorni, forse Vingegaard è uscito un po’ più carico dalla tre giorni alpina, avendo rintuzzato ogni attacco di Pogacar. Che pure in una prova contro il tempo cosi atipica potrebbe esaltarsi, eccome, recuperando quei 10 secondi che oggi lo separano dal rivale.

Il racconto della 16° tappa del Tour de France 2023: il percorso

Sarà la Côte de Soudans, strappo di 1300 metri all’8,5% che bisognerà affrontare con il giusto piglio, ad aprire il percorso della crono. Poi breve discesa verso Passy Chef-Lieu e in seguito la strada tornerà a scendere fino a Sallanches, dove inizierà il segmento del percorso più favorevole agli specialisti, con cinque chilometri totalmente pianeggianti, per lo più su lunghi rettilinei, fino a Domancy, dove comincerà l’ascesa finale verso i 6,3 km della Côte de Domancy, che proporrà una pendenza media del 9,4% e tratti spesso in doppia cifra.

16° tappa del Tour de France 2023: a chi è favorevole

Crono, come detto, non propriamente adatta agli specialisti: vorrebbe conquistarla Wout Van Aert, ma gli ultimi km non lo aiutano. Difficile che possano farcela Bjerg, Kung o Cavagna, mentre tra gli uomini di classifica Rodriguez correrà in difesa ma su un terreno a lui amico, provando a tener dietro i gemelli Yates.

Alla fine però tutti guarderanno Pogacar e Vingegaard: lo sloveno partirà alle 16,58, alle 17 in punto la maglia gialla. Mezz’ora dopo se ne saprà di più su chi potrà indossarla a Parigi.

Fonte:

Al termine della 15esima tappa è stato Wout Poels a conquistare per primo Saint Gervais Mont-Blanc

La classifica dopo la 15esima tappa

Jonas Vingegaard resiste all’attacco di Tadej Pogacar e porta a dieci i secondi di distacco sullo sloveno. Per la gialla è corsa a due.

  1. VINGEGAARD Jonas Jumbo-Visma 62:34:17
  2. POGAČAR Tadej UAE Team Emirates 0:10
  3. RODRÍGUEZ Carlos INEOS Grenadiers 5:21
  4. YATES Adam UAE Team Emirates 5:40
  5. HINDLEY Jai BORA – hansgrohe 6:38
  6. KUSS Sepp Jumbo-Visma 9:16
  7. BILBAO Pello Bahrain – Victorious 10:11
  8. YATES Simon Team Jayco AlUla 10:48
  9. GAUDU David Groupama – FDJ 14:07
  10. MARTIN Guillaume Cofidis 14:18

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