La tre giorni alpina chiede il conto anche ai big della generale: per la prima volta da qualche tappa a questa parte, la sfida infinita tra Vingegaard e Pogacar termina in totale parità, di fatto rimandando qualsiasi verdetto legato alla maglia all’ultima settimana di corsa. A Saint Gervais Mont Blanc, ultima vetta alpina dell’edizione 2023 della grand boucle, a far festa è un veterano del calibro di Wout Poels, il più bravo di tutti a dosare le energie nel corso delle cinque salite di giornata, lesto soprattutto ad approfittare di un momento di difficoltà dei suoi compagni di fuga per prendere il volo e non ne consentire a nessuno di rientrare.
- Come è andata la tappa
- La maxi caduta a 124 km dall'arrivo
- Ciccone mostra qualche lampo
- Le pagelle della tappa (migliori e peggiori)
- La classifica dopo la 15esima tappa
- La tappa di oggi
- Il racconto della 6° tappa del Tour de France 2023: il percorso
- Tra i favoriti c'è anche Ciccone
Come è andata la tappa
Wout Van Aert deve così acconsentirsi di un altro piazzamento, secondo a un minuto di ritardo dopo aver staccato a sua volta Marc Soler, che ha finito le energie sull’ascesa finale. La sfida per la maglia gialla ha vissuto una giornata interlocutoria: il gran lavoro del Team UAE Emirates non ha prodotto gli effetti sperati, semplicemente perché a Tadej Pogacar negli ultimi chilometri sono mancate le gambe per provare a staccare Vingegaard.
Il quale, seppur rimasto solo (grida vendetta la caduta di Sepp Kuss, provocata da uno spettatore che si è sporto troppo col suo smartphone per riprendere i corridori), ha mostrato di avere una gamba migliore, pur senza forzare la mano ma rispondendo presente nell’ultimo chilometro all’attacco (non troppo convinto, per la verità) dello sloveno.
La maxi caduta a 124 km dall’arrivo
Non è una novità né nel ciclismo né in questo Tour. Altra brutta caduta che ha coinvolto un numero folto dei corridori, causata dalla leggerezza di un tifoso che si è esposto oltre le transenne con una macchina fotografica con l’intenzione di immortalare i ciclisti al passaggio.
Purtroppo l’epilogo è stato negativo: tra i primi coinvolti, Sepp Kuss della Jumbo Visma la cui caduta ha dato il là a un capitombolo generale che ha interessato una ventina di ciclisti. Coinvolto anche il vincitore della Grande Boucle del 2019, Egan Bernal. Fortunatamente, nessuno ha riportanto conseguenze gravi: sono ripartiti – e giunti al termine – tutti.
Ciccone mostra qualche lampo
Bene Carlos Rodriguez, che pur pagando una manciata di secondi nel finale ha rafforzato il suo terzo posto ai danno di Hindley, arrivato lontano dai primi. Bagliori d’Italia: Giulio Ciccone è andato in fuga e ha portato a casa tanto punti per la maglia a pois, che martedì nella crono che sancirà la ripartenza della carovana dopo il giorno di riposo sarà sulle sue spalle. E sarà l’inizio del gran finale, con giochi apertissimi e tanto spettacolo assicurato.
Le pagelle della tappa (migliori e peggiori)
- WOUT POELS 9. Che bella soddisfazione per il 35enne della Bahrain Victorious andarsi a prendere il prestigioso traguardo di Mont Blanc. Una tappa studiata nei dettagli sin dalla partenza, dove la differenza l’hanno fatta l’esperienza e soprattutto le gambe nella salita finale. Chapeau.
- GIULIO CICCONE 8. Adesso si che i conti tornano. Per ora in tandem con Nelson Powless, col quale condivide il primato nella classifica degli scalatori (ma martedì nella crono la maglia a pois sarà sulle sue spalle). Avesse tenuto le ruote dei migliori anche nel finale sarebbe stata l’apoteosi, ma ha dato fondo ad ogni energia. E adesso a Parigi tra una settimana c’è un sogno a pois da cullare.
- WOUT VAN AERT 7. Alla Jumbo Visma si chiedono come sia possibile che in nessuna delle 15 tappe sin qui corse un corridore giallonero non abbia ancora conquistato una vittoria di tappa. Lui al solito ci va vicino, provandole tutte per rompere il tabù: Poels è in giornata super e non è il Wout sperato, purtroppo per Van Aert. Mai domo, ma ancora una volta beffato sul più bello.
- JONAS VINGEGAARD 6,5. Si difende, che alla fine non è una cosa malvagia. E decide di puntare tutto sulla crono per rimettere tra se e Pogacar un po’ di margine di sicurezza (troppi pochi 10 secondi). Deve giocare di rimessa, nel finale sembra averne di più, ma si accontenta di rispondere all’attacco dello sloveno e portare a casa la pagnotta.
- TADEJ POGACAR 6. Il trittico alpino si fa sentire nelle gambe, e forse mai come oggi la sensazione è che la stanchezza la stia facendo da padrone dopo due settimane a tutta (escluso Laruns). Va su del suo passo, tenta la mossa tattica mandando Yates davanti con Soler, ma non ha la forza per staccare Vingegaard. Se la giocheranno nell’ultima settimana: giusto così.
- IL PUBBLICO FRANCESE 4. Non si può vedere che uno spettatore con uno smartphone faccia cadere così tanti corridori, come se fosse una cosa normale. C’è un limite a tutto: già bella tappa di sabato sull’ultima salita qualche tifoso ha rischiato il patatrac, stavolta è successo per davvero (Kuss e Bernal tra le vittime, comunque ripartite). Senza parole.
La classifica dopo la 15esima tappa
Jonas Vingegaard resiste all’attacco di Tadej Pogacar e port a dieci i secondi di distacco sullo sloveno. per la gialla è ormai corsa a due.
- VINGEGAARD Jonas Jumbo-Visma 62:34:17
- POGAČAR Tadej UAE Team Emirates 0:10
- RODRÍGUEZ Carlos INEOS Grenadiers 5:21
- YATES Adam UAE Team Emirates 5:40
- HINDLEY Jai BORA – hansgrohe 6:38
- KUSS Sepp Jumbo-Visma 9:16
- BILBAO Pello Bahrain – Victorious 10:11
- YATES Simon Team Jayco AlUla 10:48
- GAUDU David Groupama – FDJ 14:07
- MARTIN Guillaume Cofidis 14:18
La tappa di oggi
Il caldo che ha accompagnato la tre giorni sulle Alpi è il fattore che potrebbe rimescolare una volta di più le carte nell’ultima tappa di montagna della seconda settimana, quella che porterà la carovana gialla in cima a Saint Gervais Mont-Blanc, con un finale che promette una volta di più spettacolo.
La 15esima tappa parte da Les Gets Les Portes Du Soleil e si conclude dopo 179 km: si annuncia l’ennesimo finale da brividi.
Il racconto della 6° tappa del Tour de France 2023: il percorso
Perché le rampe più dure ancora una volta saranno tutte concentrate nei chilometri finali: prima la breve ascesa del Cote de Amerands, 2,7 km al 10,9%, poi dopo una breve tregua l’ascesa finale fino al traguardo, con il tratto più duro posto nei tre chilometri finali.
Ma da sgobbare ci sarà anche a metà tappa con le salite ravvicinate del Col de la Croix Fry (11,3 km al 7%), seguito immediatamente dal Col de Aravis (4,4 km al 5,8%). Insomma, altra tappa per scalatori, e altro scontro annunciato tra Vingegaard e Pogacar.
Tra i favoriti c’è anche Ciccone
Sulla carta è una tappa che ben si addice anche a un Giulio Ciccone che sin qui non è ancora riuscito a trovare il guizzo giusto per poter lottare fino in fondo per una vittoria di tappa. Con la tappa che chiude il trittico alpino il Tour andrà al secondo e ultimo giorno di riposo con più certezze e la testa già rivolta alla crono di martedì, destinata ad alimentare una volta di più strategie e ambizioni dei due grandi attori in lotta per il primato.