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Tour, la tifosa con il cartello rompe il silenzio: rischia la denuncia

La donna è stata identificata e fermata: attorno a lei c'è un cordone di protezione, ma non esclude certo che scatti la denuncia. Marc Soler minaccia azioni legali

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Ora che la vicenda, per quanto censurabile, ha assunto proporzioni ingestibili anche le autorità preposte sono convenute sull’opportunità di contenere, ove possibile, l’impatto mediatico e sui social di quel gesto sconsiderato compiuto da una donna, durante la prima tappa del Tour de France. Quel cartello che, voluto per salutare i nonni “Allez Opi-Omi” (“Forza nonno e nonna”), ha provocato la maxi caduta che i telespettatori hanno visto in diretta e che ha sollevato uno tsunami di commenti e di unanime condanna nei confronti di questa cittadina francese (identificata e fermata), che rischia ancora la denuncia.

La situazione della donna con il cartello: fermata

Secondo le notizie che giungono dalla Francia e riportate dai media transalpini, il suo stato di fermo è stato prolungato di altre 24 ore, cioè fino a venerdì, “al fine di permettere la finalizzazione degli atti in corso, come gli aspetti medico-legali”.

Dalla sua, la donna si è detta pentita: “Ho fatto una sciocchezza. Mi vergogno”, ha ribadito la giovane francese che ha innescato una caduta, con la sua scelta di mostrare il cartello a favore delle telecamere che ha coinvolto Tony Martin e decine di altri corridori. Il procuratore di Brest, Camille Miansoni, chiarendo la situazione con i cronisti: “la messa in pericolo di terzi mancando volontariamente agli obblighi di prudenza e sicurezza, procurando involontariamente ferite con prognosi non superiore a tre mesi”. Il rischio di una condanna c’è anche se l’inchiesta non è ancora chiusa, va aggiunto, nonostante la denuncia dell’organizzazione del Tour, a carico della trentenne, sia stata ritirata. Insomma, una situazione – la sua – che potrebbe avere degli sviluppi.

La decisione dell’organizzazione del Tour de France

Mercoledì mattina era stata identificata dalla gendarmeria di Landerneau che si apprestava a rintracciarla. Il colonnello Nicolas Duvinage ha riferito di “fragilità personali” con un appello alla “calma, bisogna mantenere la testa fredda su questo affare. L’ultima cosa che bisogna fare è procedere a un linciaggio mediatico, o sui social”.

Ragione secondo la quale, gli organizzatori del Tour hanno deciso di ritirare la denuncia. “Bisogna ricordare le misure di precauzione, il pubblico deve stare attento, ma questa storia ha preso proporzioni folli”, ha detto il direttore Prudhomme.

La rabbia di Marc Soler

Questo è quanto maturato dall’organizzazione. Marc Soler, lo spagnolo della Movistar rimasto coinvolto nell’incidente, era riuscito a concludere la prima tappa nonostante avesse fratture alle braccia che lo hanno poi costretto al ritiro. Ma il danno rimane tale che, per ora, lo spagnolo non intende rinunciare al diritto di valutare le vie legali.

Al quotidiano catalano “La Vanguardia”, Soler ha scritto:

“Sto pensando di denunciarla, provo molta rabbia. Tutto quello che ho fatto per preparare il Tour è finito nella spazzatura, a quella persona evidentemente il ciclismo non piace. Il nostro sindacato in teoria dovrebbe difenderci, ma lavora poco in tal senso. E l’Uci si preoccupa solo di regole stupide come quella delle borracce”.

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