La scomparsa di Rashed Al-Swaisat riassume in sé una duplice tragedia. E’ lo strazio della sua famiglia, che perde un ragazzo di appena 18 anni, a seguito dei colpi inferti durante un incontro dei Mondiali juniores polacchi. E’ anche la tragedia di uno sport nobile, che piange un altro talento che ha lottato con la forza dei suoi 18 anni contro ogni ferita, ogni danno riportato, in un letto d’ospedale per più di 10 giorni. Uno sport che ha versato un tributo troppo alto, in termini di vite umane e che viene segnato da quest’ultimo dramma.
L’incontro fatale per Rashed Al-Swaisat ai Mondiali
Rashed Al-Swaisat era finito al tappeto nel combattimento contro l’estone Anton Winogradow in un incontro del Campionato del Mondo Juniores.
A comprendere l’entità della situazione era stato l’arbitro, che immediatamente era intervenuto per prestare i primi soccorsi. Trasferito in ospedale, il giovanissimo pugile è rimasto in coma per quasi undici giorni.
Il comunicato della AIBa per salutare Rashed Al-Swaisat
“Con grande tristezza abbiamo appreso della morte del pugile giordano Rashed Al-Swaisat, ricoverato in ospedale lo scorso 16 aprile dopo il combattimento per la AIBA YWCHs. Il nostro pensiero va alla famiglia, agli amici e ai compagni di squadra, a cui porgiamo le nostre più sentite condoglianze”, il comunicato della AIBA che ha espresso così il proprio dolore per una fine così assurda, avvenuta per un incontro sul ring.
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