Sinisa Mihajlovic non è mai stato un tipo che passa inosservato. Il suo temperamento era già noto quando da calciatore portava la maglia di Stella Rossa Belgrado, Roma, Sampdoria e soprattutto Lazio. Quando il suo sinistro dinamite sfondava le barriere e finiva il porta. Sinisa è tuttora il recordman di gol su calcio di punizione in Serie A: ne ha segnati ben 28, di cui 3 in una partita sola. Il suo bolide viaggiava a 160 all’ora e difficilmente dava scampo ai portieri.
In campo era il Sergente, un tipo tosto insomma. Uno di quelli che con le buone o con le cattive si fa rispettare da avversari e compagni. In molti ricorderanno le sue parole di rispetto per il regime di Milosevic e per il generale Mladic (accusato di genocidio), la squalifica di 8 turni per avere scalciato e sputato Adrian Mutu, poi gli epiteti razziali a Vieira etc etc
Il suo temperamento non lo placa nemmeno oggi che è un allenatore. Conferenze stampa finite a insulti, sfuriate in panchina e durante l’allenamento che in qualche caso gli sono costate l’esonero o multe e squalifiche. Ovunque sia stato ha diviso l’opinione dei tifosi: o amore incondizionato o critiche e spaccature. Le sue sfuriate ormai fanno parte della memoria collettiva, con il rischio di mandare in secondo piano quanto di eccezionale fatto dal Mihajlovic calciatore.
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