Per la stagione tennistica è tempo dell’ultimo torneo dello Slam del 2022. La 142ª edizione degli US Open rappresenterà l’apice della fetta di stagione sul cemento e precederà la parte finale dell’anno solare come da tradizione dedicata all’indoor, che vedrà il proprio culmine nel Masters 1000 di Parigi-Bercy immediatamente prima delle ATP Finals di Torino e della Coppa Davis.
US Open al via: le specificità del Major statunitense
Il Major statunitense è tradizionalmente il più “sfuggente” ai pronostici e il 2022 non farà eccezione. Vuoi per la sua collocazione temporale, con le fatiche di una stagione lunga e stressante, piena di viaggi e tornei ravvicinati, vuoi per le caratteristiche particolari della superficie, gli US Open non vedono ormai un dominatore nell’albo d’oro dai tempi di Roger Federer, pentacampione tra il 2004 e il 2008. Da quell’anno si sono registrati ben otto vincitori differenti, contro i quattro degli altri tre Slam messi insieme. A tutto questo va aggiunta proprio la particolarità della superficie, che dal 2020 è il Laykold, che rispetto al “vecchio” DecoTurf assicura rimbalzi meno regolari e quindi meno prevedibili. Il risultato è quello di un gioco più lento, volto a stressare di meno le articolazioni dei tennisti, ma che dall’altro lato va contro la tradizione del serve and volley, che ha storicamente avuto successo a Flushing Meadows.
Gli US Open dei grandi assenti: fuori Djokovic e Zverev, Nadal in ansia per la moglie
Tra i nomi dei suddetti otto vincitori diversi dal 2009 ci sono, ovviamente, quelli di Rafa Nadal, campione in quattro edizioni, e di Novak Djokovic, trionfatore in due circostanze. Il maiorchino e il serbo sono anche i due vincitori dei primi tre Slam del 2022, con Rafa campione in Australia e al Roland Garros e Nole che ha ribadito la propria legge a Wimbledon. Per motivi differenti, però, negli Stati Uniti dovremmo assistere a un film diverso: il nome di Djokovic è stato infatti cancellato dalla lista degli iscritti a causa del noto rifiuto di sottoporsi al vaccino anti-Covid 19, mentre Nadal, pur regolarmente in tabellone, è al capezzale della moglie prossima al parto. Assente anche Alexander Zverev, reduce dal grave infortunio alla caviglia subito a Parigi, sembrano esserci tutti i presupposti affinché dopo 15 anni si assista ad un bis, quello di Daniil Medvedev, campione nel 2021 e deciso a far valere la rabbia per l’esclusione da Wimbledon legata allo scoppio della guerra in Ucraina. Il principale sfidante, oltre a Nadal, sembra poter essere Carlos Alcaraz, numero tre del seeding e a caccia di risposte dopo che ad un’esaltante prima parte di 2022 ha fatto seguito qualche battuta d’arresto di troppo in estate, in particolare contro gli italiani.
Cinque italiani a Flushing Meadows: Sinner e Berrettini a caccia di gloria
A proposito di azzurri, sono cinque quelli ammessi direttamente al tabellone principale: Jannik Sinner, Matteo Berrettini e Lorenzo Musetti (quest’ultimo per la prima volta testa di serie in uno Slam) godranno dello status di testa di serie, a differenza di Lorenzo Sonego e di Fabio Fognini (fuori tutti quelli impegnati nelle qualificazioni), ma ciò non è bastato per garantire loro un tabellone fortunato. L’altoatesino, infatti, numero 11 del seeding, rischia già un incrocio con la bestia nera Hubert Hurkacz agli ottavi, mentre allo stesso livello del torneo Berrettini (13) dovrebbe vedersela con Stefanos Tsitsipas. I due top players italiani cercano punti d’oro per la Race in vista delle Finals, obiettivo al momento difficile per entrambi: Sinner sogna l’approdo ai quarti di finale, essendo gli US Open l’unico torneo dello Slam nel quale non è mai riuscito ad entrare tra i primi otto, mentre per Berrettini il bis della semifinale 2019, che lo proiettò nel tennis d’élite, appare complicato al culmine di una stagione piena di contrattempi fisici.
US Open 2022: i favoriti, la corsa al primato del ranking ATP e il montepremi record
A rendere ancora più accattivante e incerta l’edizione 2022 degli US Open è l’intricata corsa alla poltrona di numero 1 del mondo, che vede in lizza ben cinque “candidati”. La quasi certezza è che chi alzerà il trofeo la notte dell’11 settembre all’Arthur Ashe Stadium avrà buone possibilità di chiudere l’anno solare al primo posto del ranking ATP grazie ai 2000 punti in palio. L’unico padrone del proprio destino è Medvedev, certo di restare al primo posto in caso di bis del trionfo del 2021 e anche in caso di sconfitta in finale (che assicura 1300 punti), a patto però che nessuno tra Tsitsipas, Alcaraz e Ruud vinca il torneo e che Nadal non arrivi in semifinale. Buone anche le chances del maiorchino, al quale basterà vincere il torneo o sperare che nessuno tra Medvedev, Tsitsipas, Alcaraz e Ruud arrivi in finale. Chances più sfumate per gli altri tre: Alcaraz, Tsitsipas e Ruud possono solo vincere e sperare di non farlo in finale contro Nadal. Per tutti, comunque, uno stimolo ulteriore per arrivare ad alzare la coppa in argento con manici su entrambi i lati e la scritta in lettere maiuscole “United States Lawn Tennis Associations”, prodotta dal 1987 dalla nota marca di gioielli “Tiffany and Co.”, è rappresentato da un montepremi mai così alto che assicurerà 2,6 milioni di euro a testa ai due vincitori, il doppio dei finalisti. Gli US Open 2022 metteranno infatti in palio 60 milioni di dollari totali per ciascuno dei tabelloni di singolare e doppio, sia nel maschile che nel femminile, contro i 57,5 milioni dell’ultima edizione. Questi nel dettaglio montepremi e punti ATP in palio turno per turno: primo turno € 80.252 (10 punti); secondo turno € 121.382 (70 punti); terzo turno € 188.593 (130 punti); ottavi di finale € 278.877 (240 punti); quarti di finale € 446.403 (430 punti); semifinali 707.224 (780 punti); finalista € 1.304.101 (1.300 punti); vincitore € 2.608.203 (2.000 punti).