Matteo Berrettini si prepara al terzo turno degli US Open, uno dei tornei da lui preferiti. Di Fronte, come a Stoccarda Murray. Berrettini sta intanto cercando di recuperare dopo una annata fatta di infortuni e stop.
«Sicuramente non ho giocato molto. Quindi ho molta voglia di giocare tutte le partite che posso. Allo stesso tempo, per tornare da infortuni, serve energia. Quando non giochi, fai appello alle risorse mentali per non mollare e tornare più forte di prima. Soprattutto quando hai un’operazione come ce l’ho avuta io alla mano destra. La prima volta che ho provato a prendere in mano una racchetta non riuscivo nemmeno a impugnarla. Quindi è vero che non ho giocato molto, ma comunque ho usato energie per tornare. Quindi è per questo che a volte mi sento svuotato allo stesso modo. In ogni caso ora mi sento molto bene e pieno di energia. Sono felice di stare bene e di essere qui allo US Open. Non vedo l’ora di giocare la prossima partita».
Poi sullo scozzese spiega: «Siamo amici, ma non migliori amici, diciamo che c’è un buon rapporto. Lui ha avuto un’incredibile operazione chirurgica, specialmente quando era numero uno del mondo. Mentalmente deve essere stata davvero dura per lui. Ma penso che la volontà che abbia dimostrato sia di ispirazione. L’ho sempre ammirato. Spesso ci siamo allenati insieme. Quando ero ragazzino, lo guardavo in tv. Per me è sempre un sogno il fatto di giocare contro uno così. E’ qualcosa che apprezzo molto ed è un altro motivo per cui sono felice di giocare una partita del genere».
Murray con cui si è allanto proprio prima dell’inizio del torneo. «In generale, quando ti alleni ti concentri su te stesso, sulle tue cose, sulle tue armi, su cosa vuoi fare. Ma comunque cerco sempre giocatori che hanno grande energia, che vogliono allenarsi duramente, perché è quello che piace anche a me. Lui è uno di quelli, è uno che lavora duro. Ci siamo allenati anche prima del torneo sul Louis Armstrong. Abbiamo giocato un grande set. Quindi non è che cerco lui specificamente per il gioco che ha, ma perché mi piace l’approccio al lavoro che ha».