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US Open Nole Djokovic dedica lo Slam 24 a Kobe Bryant: com'è nata un’amicizia speciale

Il serbo ha celebrato la conquista dello Slam numero 24, vinto con il trionfo all'US Open con il successo in finale contro Medvedev, esibendo una maglietta in ricordo di Black Mamba. Ecco perché

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La dedica più bella, nel giorno più bello. Quello nel quale Novak Djokovic ha chiuso i conti col passato, quello che nella memoria collettiva resterà per sempre scolpito per quella dedica speciale, spontanea, seppur voluta, preparata e studiata nei minimi dettagli. Slam 24 dopo aver vinto la finale dell’US Open contro Daniil Medvedev, 3-0 netto e partita incredibile (6-3, 7-6, 6-4). Il secondo set è di gran lunga tra i più belli in assoluto di questo 2023.

Perché in quella maglia dedicata a Kobe Bryant c’è una traccia importante del passato del tennista serbo, al quale sarà parso davvero di chiudere un cerchio se lo slam numero 24 è arrivato proprio in quegli States che di Kobe sono stati innamorati per più di due decenni (e lo sono anche oggi che non c’è più).

Un segno del destino, uno dei tanti

Di più: farlo a 48 ore dalla semifinale che ha visto proprio la Serbia di Nole avanzare nella competizione mondiale fino all’ultimo atto (poi perso contro la Germania) – proprio mentre Team USA si sfaldava clamorosamente contro la Germania – ha ricordato a molti una volta di più la grandezza di Kobe, uno che non è mai uscito battuto dal rettangolo di gioco quando ha vestito la maglia della propria nazionale.

Un segno del destino, uno dei tanti. Ma quando si è campioni non si finisce mai di scrivere sul libro dei record.

Il giorno più brutto

L’amicizia tra Kobe e Nole è di vecchia data, ed è una di quelle storie che varrebbe sempre la pena di raccontare. Farlo dalla fine rende bene l’idea di quale fosse il legame che intercorreva tra i due: poco prima di scendere in campo nei quarti di finale degli Australian Open 2020 contro Milos Raonic, appena informato della notizia dell’incidente in cui perse la vita l’ex bandiera di Los Angeles Lakers, Djokovic si presentò in campo con una felpa con i sopra impressi i numeri 8 e 24 (quelli utilizzati da Bryant nel corso della carriera) seguiti dalla scritta “Gigi Love You”, dedicata alla figlia che perì nel medesimo incidente con l’elicottero sulle colline della California.

Djoko non trattenne l’emozione

Poi a fine partita non trattenne l’emozione nel ricordare l’amico appena scomparso, affermando quanto Kobe fosse stato per lui fonte d’ispirazione in uno dei momenti più delicati della sua carriera, che peraltro coincise con una fase nella quale sul campo le cose per il fuoriclasse serbo non è che andassero poi tanto bene.

Per diversi anni la loro amicizia venne coltivata con lunghe e piacevoli chiacchierate, dove un po’ di “Mamba Mentality” finì per insinuarsi nella mente di Nole, bravissimo poi a tradurla in vittoria sul campo da gioco.

Come tutto è cominciato

La prima volta che i due campioni fecero reciproca conoscenza fu nel 2017, quando Djokovic venne invitato ad assistere a una gara dei Lakers, dei quali invero Bryant non faceva già più parte da alcuni mesi, avendo appeso le scarpe al chiodo nell’aprile del 2016.

L’ammirazione del serbo nei confronti del fuoriclasse della pallacanestro americana era già nota da tempo e quella fu l’occasione giusta per esplorare un universo nuovo per entrambi, confrontando i loro percorsi nel mondo dello sport ad altissimo livello.

Nole non esitò a definire Kobe una grandissima fonte d’ispirazione e in qualche modo l’ammirazione fu ricambiata, tanto che Bryant arrivò ad affermare che della “santa trinità del tennis”, che comprendeva Federer, Nadal e appunto Djokovic, quest’ultimo era quello che più di tutti godeva delle sue simpatie.

Avrebbero potuto parlare in italiano

Chissà poi se tra una chiacchierata e l’altra non ci scappasse qualche battuta in italiano, lingua parlata da entrambi (Kobe ha vissuto per anni da adolescente nel nostro spese, seguendo il papà Joe nelle sue tappe italiane da giocatore tra gli anni ’80 e ’90), oltre a condividere la passione per il Milan, la squadra del cuore di Nole, ma anche la squadra che più di ogni altra nell’universo del calcio ha trovato il gradimento di Bryant.

Fonte: IPA

Novak Djokovic posa con la maglia celebrativa del 24esimo Slam conquistato a New York: l’US Open 2023 del serbo ha una dedica speciale per l’amico Kobe Bryant

L’amicizia che resta viva, nonostante tutto

L’omaggio sull’Arthur Ashe al termine della vittoriosa finale degli US Open contro Daniil Medvedev è stato solo l’ennesimo capitolo di un’amicizia destinata a superare il tempo e lo spazio.

E fa bene sapere che un campione come Djokovic possa in qualche modo tenere ancora in vita il ricordo di uno sportivo che manca tremendamente a questa terra. Uno che s’è fatto conoscere, ammirare e apprezzare per quel che ha fatto su un campo di basket, ma che in realtà ha abbattuto molti più confini e barriere nel mondo dello sport, e non solo.

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