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Valentina Petrillo prende posizione dopo l'ordine del presidente Trump che dice stop alle atlete trans nelle gare femminili

L'atleta azzurra ha risposto in merito all'ordine firmato dal numero 1 della Casa Bianca che vieta alle atlete trans di gareggiare nelle competizioni femminili junior e college negli Stati Uniti. La sua replica e il timore principale

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Elisabetta D'Onofrio

Elisabetta D'Onofrio

Giornalista e content creator

Giornalista professionista dal 2007, scrive per curiosità personale e necessità: soprattutto di calcio, di sport e dei suoi protagonisti, concedendosi innocenti evasioni nell'ambito della creazione di format. Un tempo ala destra, oggi si sente a suo agio nel ruolo di libero. Cura una classifica riservata dei migliori 5 calciatori di sempre.

La firma del nuovo ordine esecutivo da parte del presidente statunitense, Donald Trump, non ha mancato di suscitare reazioni nel mondo paralimpico. Circondato da decine di teenager, Trump ha firmato alla Casa Bianca il documento che introduce il divieto alle ragazze e alle donne transgender di competere in squadre sportive che corrispondono alla loro identità di genere in ambito scolastico e college.

Un atto di notevole impatto, nel quadro della discussione su simili tematiche con abnormi ripercussioni nel mondo dello sport, che avviene tra l’altro con notevole forza simbolica proprio in concomitanza con la Giornata nazionale delle ragazze e delle donne nello sport. Il nome dell’atto sarà “Keeping Men Out of Women’s Sports”, che possiamo tradurre come “Tenere fuori gli uomini dallo sport delle donne”. Decisione su cui si è espressa Valentina Petrillo.

La decisione del presidente USA Donald Trump

Già nel primo giorno del suo insediamento, lo scorso mese, Trump aveva introdotto, tra gli altri, un ordine che imponesse al governo di definire il genere esclusivamente come maschio o femmina, riflettendo tale definizione in documenti ufficiali, o per esempio nell’assegnazione alle carceri federali per i criminali condannati.

Durante la campagna elettorale il tema era divenuto un punto della sua campagna elettorale, il neo presidente americano aveva più volte espresso la promessa di «tenere gli uomini fuori dagli sport femminili», e durante il comizio di Atlanta aveva esternato la sua opinione in caso al caso Angela Carini contro Imane Khelif, poi medaglia d’oro alle Olimpiadi di Parigi 2024.

Dopo la firma, dalla Casa Bianca, ha commentato: “Con questo decreto, la guerra contro lo sport femminile è finita”. Su questo delicata tema, Trump aveva attaccato Kamala Harris, la candidata democratica subentrata a Joe Biden, il quale aveva sostenuto e fatto entrare in vigore una nuova regola per proteggere i diritti degli studenti LGBTQ+ e rafforzare le tutele per le vittime di aggressioni sessuali nei campus, senza però affrontare esplicitamente la questione transgender.

Fonte: ANSA

Donald Trump

I casi sollevati negli Stati Uniti e nel mondo dello sport

L’impatto a livello numerico non ci è ancora noto ma sui singoli casi si può di certo avanzare dei dubbi in parte esposti nelle sue riflessioni raccolte dall’agenzia ANSA da Valentina Petrillo.

Oltre alla nostra azzurra, sono altre e altri gli esempi da porre: Lia Thomas, nuotatrice dell’Università della Pennsylvania senza riuscire a gareggiare a Parigi 2024 o della squadra di pallavolo Spartans della San Jose State University, con la giocatrice transgender Blaire Fleming, contro cui le avversarie si rifiutavano di giocare. Altro nome è quello della velocista Andraya Yearwood per citare quelli saliti alla ribalta delle cronache.

Fonte:

Lia Thomas

La reazione e il commento di Petrillo

Sull’introduzione di queste norme, che investono le generazioni più giovani, si è espressa anche Petrillo. “Donald Trump parla di cose che non sa, e per fortuna sulla partecipazione transgender alle gare femminili non decide lui, ma il Cio”.

Fonte: ANSA

Valentina Petrillo alla partenza per Parigi 2024

Prima atleta transgender ad aver partecipato alle Paralimpiadi, al telefono con l’ANSA definisce “un manifesto politico” l’ordine esecutivo col quale il presidente Usa ha bandito dallo sport femminile le atlete nate uomo e che hanno compiuto la transizione in donna. “Posso anche capirlo, forse anche io 20 anni fa avrei detto le stesse cose, quando era difficile informarsi. Ma è una decisione senza fondamento: il vantaggio di prestazione non è dimostrato e mai lo sarà, semplicemente perché non esiste”.

E anche se l’ordine firmato da Trump vale solo in America, Petrillo fa notare che “c’è una parte di mondo contrario, con questo ‘spot’ l’ ‘intolleranza’ sportiva aumenterà. Ma è una decisione senza fondamento: il vantaggio di prestazione non é dimostrato e mai lo sarà, semplicemente perché non esiste”.

E anche se l’ordine di Trump vale solo in America, l’atleta italiana ha sottolineato nella sua conversazione con ANSA che “c’è una parte di mondo contrario, con questo ‘spot’ l’ ‘intolleranza’ sportiva aumenterà”.

Valentina Petrillo prende posizione dopo l'ordine del presidente Trump che dice stop alle atlete trans nelle gare femminili Fonte: ANSA

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