Il tecnico del Venezia Paolo Zanetti ha parlato in conferenza stampa alal vigilia della sfida contro il Napoli. Il Napoli è rimasto imbattuto in tutte le ultime sette gare di Serie A contro il Venezia (4V, 3N); sei di queste sfide sono state però giocate tra il 1946 e il 1967 – l’ultimo successo dei veneti nella competizione contro i campani risale al 1942.
Zanetti inizia con un giudizio sul mercato invernale e un punto dopo la sosta di due settimane:
“Abbiamo fatto un buon mercato, cercando di mettere dentro giocatori in base alle nostre risorse, abbiamo fatto il massimo che potevamo fare. Sono arrivati degli elementi di qualità, soprattutto davanti, ha già detto tutto il direttore sportivo. C’era la voglia di mettere dentro un giocatore al posto di Mazzocchi ma non siamo riusciti a farlo, anche perché volevamo mettere dentro un migliorativo, non a casaccio. Sono arrivati buoni giocatori, ora bisogna correre perché di tempo ce n’è poco […] La situazione a parte Kiyine, Vacca e Ullmann è buona. Loro sono out. Ovviamente continuando a non fare i nomi è normale che abbiate un po’ capito chi sta meglio e chi peggio dopo il focolaio Covid. Per questa partita devo mettere in campo chi sta meglio, stare una decina di giorni in casa senza muoversi ti rallenta, si rientra abbastanza velocemente ma ci vuole un attimo, quindi dovrò fare scelte sulla base di chi è più brillante. Credo l’emergenza sia finita, ora torniamo a pieno regime”.
Una domanda anche su Nani, un giocatore di esperienza che può davvero essere utile:
“Nani lo stiamo conoscendo, non è facile diventare leader in corsa perché lo spogliatoio ha già i suoi equlibri. Sicuramente è un leader tecnico, si è presentato benissimo lavorando forte e in questi 20 giorni è cresciuto, gli mancano solo i minuti partita, se c’è qualcuno che può spostare gli equilibri è lui con la sua classe. E’ un leader tecnico e sono sicuro che col tempo lo diventerà anche caratterialmente, mi piacerebbe però non ci fosse bisogno della squadra di un leader solo che sposta gli equilibri, ma che ci siano più leader in campo capaci di spostare qualcosa a livello mentale, credo faccia parte della crescita di un gruppo. Un gruppo di Serie A deve crescere sulla base dei propri errori, abbiamo una squadra mediamente giovane e con difficoltà comunicative ovvie, ne abbiamo tolti due e messi altri due, quindi il linguaggio comune dev’essere quello che si fa in campo”.