A distanza di sei mesi dal play-off perso con la Svezia che è costato il Mondiale all’Italia, Gian Piero Ventura è tornato a parlare domenica nel salotto di Fazio a ‘Che tempo che fa’su Rai 1 raccontando la sua verità.
“Ho sbagliato a non dimettermi dopo la partita con Israele: dopo 10’ lo stadio fischiava e se i tifosi fischiano in una partita di qualificazione al Mondiale è evidente che qualcosa non va – ha svelato l’ex commissario tecnico della Nazionale -. Mi sono dimesso la partita dopo, contro la Macedonia. Ho detto ai dirigenti che non era possibile continuare, che era più giusto prendere qualcuno che portasse serenità ad una squadra con tanti giovani appena arrivati in Nazionale. Ma le dimissioni non sono state accettate. Avevo già detto al mio staff che dopo la Svezia, anche in caso di qualificazione, non sarei mai andato al Mondiale per il bene della Nazionale. Avevo anche già organizzato la conferenza stampa”.
Le parole di Ventura non sono passate inosservate e hanno scatenato l’ira di Tavecchio, ex presidente della Figc: “Non posso sentire uno che dice in tv che ha dato le dimissioni, non mi risulta – le sue parole su Radio Sportiva -. Ho sentito Oriali, Ulivieri, Uva, a me nessuno ha mai dato le dimissioni, anzi mi veniva detto che avremmo fatto un grande Mondiale. ‘In Russia stupiremo’, mi ripetevano, lo chieda a chi vuole. Io non faccio commenti su quel che dicono gli altri io dico solo quello che è successo e che a me è costato”.
“Ventura soffre per la mancata qualificazione? Io soffrirò, ma c’è un problema: io mi sono dimesso, l’unico, il resto conta poco – ha proseguito Tavecchio -. Ho preso in carico tutte le tragedie di quel momento e le ho fatte mie anche se non ho mai fatto un tiro o calciato un rigore, anche se la Federazione aveva fatto cose importanti mi sono dimesso. Dopo la gara in Svezia in cui abbiamo perso solo 1-0 e per un autogol ero convinto ci saremmo qualificati. Io non ho avuto sentore di dissidi di spogliatoio, quando sono sceso dai giocatori ho visto ragazzi disperati”.
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