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Vialli, quel silenzio improvviso nella chat Italia 90: il retroscena di Ferri

Riccardo Ferri, che ha condiviso una carriera in azzurro con l'ex Samp, rivela come tutti hanno capito che non c'era niente da fare

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Fabrizio Piccolo

Fabrizio Piccolo

Giornalista

Nella sua carriera ha seguito numerose manifestazioni sportive e collaborato con agenzie e testate. Esperienza, competenza, conoscenza e memoria storica. Si occupa prevalentemente di calcio

Si chiamano chat del ricordo e della gioia, sono quelle che hanno creato tanti compagni di avventure vittoriose e che restano in contatto sempre anche quando la vita e la carriera li portano altrove: esiste la chat del Triplete dell’Inter, dove c’è anche Mourinho ovviamente, esiste la chat Italia Mundial ’82, dove purtroppo non c’è più Paolo Rossi, ed esiste la chat Italia ’90, battezzata “Notti Magiche”, dove i meno fortunati azzurri allenati da Vicini si sentono sempre, per incoraggiarsi, raccontarsi e salutarsi. Ed è proprio in quella chat che gli ex compagni di Vialli hanno capito che non c’era niente da fare per Luca.

Vialli, il retroscena raccontato da Riccardo Ferri

Lo rivela Riccardo Ferri, che con Vialli ha giocato una vita nell’Under 21 prima e nella nazionale maggiore poi. Parlando al Corriere della Sera l’ex difensore dell’Inter dice: “La vita ci ha separato, come spesso succede. Ma eravamo uniti nella chat intitolata Notti magiche che avevo creato quando è mancato Vicini. In quei messaggi c’era tanto della nostra vita”

“Ci sentivamo per gli auguri o quando c’era un evento, anche personale, da ricordare. Luca ha scritto l’ultima volta il 27 novembre per il compleanno del Mancio. Il 22 dicembre, quando c’è stato quello dello zio Bergomi, invece è rimasto in silenzio e lì abbiamo capito…”.

Vialli leader anche quando non giocava

Ferri ricorda l’avventura dei Mondiali ’90: «Eravamo i ragazzi di Azeglio. Vialli è diventato in fretta il leader di quel gruppo. Mi ha colpito il suo senso di responsabilità ai Mondiali del ‘90 che ha cominciato da titolare prima di lasciare il posto a Baggio e Schillaci. Anche dalla panchina Luca ha continuato a dare suggerimenti e a incoraggiare tutti. Aveva il senso del gruppo».

«Non siamo mai pronti di fronte a queste cose. Ho cercato per tutto il giorno di stare lontano dalla televisione senza riuscirci. Ci mancherà, mancherà al calcio italiano. Credo che ci sia molto di Vialli nella vittoria della Nazionale all’Europeo 2021. Rivedendo l’abbraccio forte e spontaneo con Mancini non ho potuto fare a meno di commuovermi. Voleva portare le figlie all’altare, ma sono certo che alle sue ragazze avrà lasciato in eredità grandi insegnamenti. Non è vero che la morte è uguale per tutti. A me resteranno il suo sorriso e un pezzo di vita che non tornerà più».

Vialli, le lacrime di Dossena quando ha appreso della notizia

A ricordare Vialli anche Beppe Dossena, che vinse lo scudetto della Samp assieme a Gianluca. L’ex centrocampista racconta al Tg1 l’ultimo incontro, in occasione della presentazione del docufilm «La bella Stagione» che racconta l’anno dello scudetto della Sampdoria: «Eravamo felici. Poi guardavo Luca ed ero sopraffatto dalla tristezza: magro, camminava male. Non si reggeva in piedi. Sapeva che ci stava salutando definitivamente ma non aveva alcuna voglia di arrendersi. Dopo qualche giorno è tornato a Londra ed è stato ricoverato».

«Ieri ci ha avvisato un messaggio di un nostro compagno di squadra, ero con Attilio Lombardo e siamo scoppiati a piangere. Ti passa davanti la vita, ti tornano in mente le mille situazioni in cui siamo stati insieme. Piangi, sì piangi. Perché fa male. Luca soffriva molto nell’ultimo periodo, e il pensiero che adesso stia attraversando un corridoio di luce deve darci pace. Dovrebbe renderci sereni. La fede aiuta».

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