L’Inter continua a volare e lo scudetto è sempre più vicino. Non mancano però i critici del gioco di Antonio Conte, ma Walter Zenga difende l’idea di calcio del tecnico nerazzurro: “A chi non piace questa Inter… Il problema principale è che si fa confusione tra controllo della partita e estetica. L’Inter prende pochi gol, ha la coppia più prolifica del campionato e sta andando a vincere lo scudetto: è superfluo dire se gioca bene o male. Anche ieri ha controllato la partita, senza correre alcun rischio”.
Zenga è stato una bandiera dell’Inter e resta ancora un grande tifoso nerazzurro. L’ex portiere della nazionale non nasconde quanto sarebbe strano veder vincere lo scudetto con Conte in panchina, da sempre un bianconero doc: “E’ suggestivo, perché c’è il suo senso di appartenenza alla Juve, ma è uno dei top professionisti e lo ha dimostrato anche quest’anno – sottolinea Zenga ai microfoni di ‘Radio anch’io sport’, su Rai Radio 1 -. Lo spartiacque è stata la doppia sfida allo Shakhtar, da lì Antonio ha cambiato qualcosa e l’Inter è partita…”.
Zenga si è sbilanciato anche sul futuro societario del club nerazzurro: “E’ un periodo della vita complicato per il Covid e le squadre di calcio vincono di merchandising e abbonamenti e questo potrebbe portare nelle squadre problemi di investimenti. Non so cosa farà la proprietà cinese in futuro, ma l’anno prossimo, per una Champions da protagonista, dovrà fare un paio di innesti, davanti e in mezzo. Per tornare competitiva in Europa non c’è da rifondare ma da ritoccare la rosa, perché le competizioni diventano lunghe e stressanti: un contro poi è affrontare una Champions da quarta, un altro da tricolore, cambiano anche le responsabilità”.
Infine, Zenga si è soffermato anche sulle vicende in casa Juventus: “Pirlo? E’ un allenatore giovane, si è ritrovato una squadra che ha vinto nove campionati e ha sicuramente pagato degli errori di inesperienza. Ma, supportato dalla società, ha risalito la china. Ronaldo? Non è più quello dell’anno scorso e il suo nervosismo è legato non alla squadra ma al fatto che sta riconoscendo che non riesce ad incidere. Da grande uomo e campione – conclude l’ex portiere della Nazionale – è arrabbiato con sé stesso”.