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Wimbledon, Berrettini e Sinner exploit. Italia a due punte: Matteo il Martello e l'autostrada di Jannik

L’Italia della racchetta comincia a sognare a occhi aperti. La coppia azzurra ha fatto capire di essere sulla strada giusta per far sventolare a lungo il tricolore sui campi dell’All England Club

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Il martello è tornato, mentre l’altro non se n’era mai andato. E l’Italia della racchetta adesso comincia a sognare ad occhi aperti. Di fragole con la panna da mangiare ne restano ancora tante (è il dolce prediletto di chi si concede una giornata a Wimbledon), ma Matteo Berrettini e Jannik Sinner hanno fatto capire di essere sulla strada giusta per far sventolare ancora a lungo il tricolore sui campi dell’All England Club.

Entrambi vittoriosi nel pomeriggio di venerdì, entrambi lesti ad avanzare in un venerdì finalmente libero dalle bizze del tempo. Con qualche brivido per Sinner, che pure ha saputo riprendersi in fretta dopo aver ceduto inopinatamente il primo set a un Halys apparso decisamente alla sua portata.

Il Martello Matteo in copertina

La copertina di giornata però se la prende Berrettini. Che dopo aver vinto il derby maratona con Sonego (tre giorni per spuntarla al quarto set) ha liquidato in fretta la pratica Alex de Minaur, da tutti considerato come un ostacolo quasi insormontabile, visti i trascorsi recenti sull’erba.

Ma il “diavolo della Tasmania” ha avuto ben poco diritto di parola: 13 ace e l’88% di punti vinti con la prima di servizio hanno ben presto indirizzato il match sui binari desiderati dal tennista romano, riconsegnato al palcoscenico londinese come uno dei giocatori più performanti sull’erba.

La gioia di coach Santopadre e lady Melissa Satta

Sprazzi di quanto visto da queste parti un paio d’anni fa, ma a convincere è stata soprattutto la capacità di Matteo di tenere alto il ritmo per tutto l’incontro, con sole tre palle break concesse (e tutte annullate), un dritto che ha fatto malissimo al malcapitato australiano e un rovescio che su questa superficie funziona che è una meraviglia.

Come si è alzata l’asticella, Berrettini ha alzato il suo livello: dovrà farlo ancora una volta di più contro Zverev, rivale nel terzo turno, uno che sull’erba di solito rende meno che sulle altre superfici. Ma al solito dipenderà da Matteo far valere la propria attitudine a fare il bello e il cattivo tempo. Per la gioia di coach Santopadre e di lady Melissa Satta, che al box non ha potuto far altro che apprezzare la giornata di splendida vena del suo compagno.

L’autostrada di Jannik Sinner

Chissà se a furia di vedere cadere teste di serie dalla propria parte di tabellone (Ruud e soprattutto Fritz) a Jannik Sinner non sia venuta un po’ di paura. Quella che nel primo set della sfida con Quentin Halys l’ha fatto sembrare quasi intorpidito, lontanissimo parente rispetto a quello ammirato contro Cerundolo e Schwartzman.

Alla fine i conti sono tornati lo stesso, con qualche patema d’animo che s’è protratto un po’ più a lungo del previsto (il break subito in apertura di quarto set ha rischiato di mandare all’aria la rimonta operata nei due parziali precedenti) ma con la consapevolezza di aver superato uno scoglio duro. Perché Halys ha lasciato andare il braccio (14 ace) e con 8 doppi falli sul groppone l’altoatesino avrebbe potuto anche fare molta più fatica.

Il servizio andrà un po’ rivisto (la prima è entrata col 73%, e i punti raccolti sono stati 83%), ma la reazione alle difficoltà è stata notevole.

Non conoscevo Halys, nel primo set ho faticato tantissimo, poi il pubblico mi ha letteralmente trascinato, cosa che a questi livelli può fare la differenza

ha commentato Sinner. Che affronterà uno tra Ymer e Galan in un ottavo di finale che sulla carta gli presenterà un incrocio abbastanza comodo, per quanto di incroci comodi arrivati nei primi 16 di Wimbledon è dura trovarne.

Ma quello scoglio a lungo rimasto insormontabile che fa rima con quarto di fila (Shapovalov l’eventuale l’avversario?) potrebbe rivelarsi una volta tanto assai meno complicato che in passato. Dipenderà tutto da Jannik, che proverà a riposare 48 ore dopo il tour de force degli ultimi due giorni, consapevole di essere approdato alla seconda settimana come da programma.

Lorenzo Musetti spazzato da Hubi Hurkacz

L’unica stonatura di giornata tra gli uomini ha riguardato Lorenzo Musetti, spazzato via in tre set dalla furia agonistica di Hubi Hurkacz, che davvero non gli ha lasciato scampo.

Il polacco non gli ha lasciato scampo, sfruttando appieno un servizio notevole (16 ace e il 79% di punti vinti con la prima) e un dritto col quale ha lavorato ai fianchi il carrarino. Che magari avrebbe sperato in una battaglia differente, al netto delle sole 4 palle break concesse (due convertite in game), così come 4 sono state quelle che ha avuto sulla propria racchetta, tutte però annullate da Hubi.

Per Musetti è una lezione di cui far tesoro: perso il primo set al tiebreak, nei due restanti giocati è sembrato un po’ soffrire la maggiore fisicità del rivale, consegnandosi senza troppe velleità.

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