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WTA Finals, Paolini sfida Aryna Sabalenka: intanto esplode la protesta per i “posti vuoti”, l’accusa di Navratilova

Il torneo tra le “big” del tennis femminile a Riyadh continua a scatenare polemiche: gli spalti continuano a rimanere vuoti. Oggi Paolini sfida la numero 1 del mondo per andare a caccia di un’impresa

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Gerry Capasso

Gerry Capasso

Giornalista

Per lui gli sport americani non hanno segreti: basket, football, baseball e la capacità innata di trovare la notizia dove altri non vedono granché

Jasmine Paolini va a caccia di un sogno. Dopo il successo al debutto nel match contro la kazaka Rybakina, arriva il confronto più affascinante ma allo stesso tempo più complicato contro la bielorussa Sabalenka che nelle condizioni di superficie di Riyadh viene giustamente considerata come una delle grandi favorite per la vittoria finale.

Paolini: alle 16 il match contro Sabalenka

Una montagna da scalare ma anche l’atteggiamento di chi non ha niente da perdere. Jasmine Paolini si è guadagnata la qualificazione alle WTA Finals con una stagione da sogno e ora vuole viversi questa esperienza senza troppe pressioni. Ma oggi per lei c’è la sfida più difficile visto lo straordinario momento di forma di Aryna Sabalenka. La bielorussa si è presa il primo posto nella classifica WTA e ora sembra intenzionata a conservarlo. In Arabia Saudita è lei la grande favorita ma la toscana oggi alle 16 proverò a farle una sorpresa.

Navratilova e la polemica sui “posti vuoti”

A tenere banco già da qualche giorno è anche la questione del pubblico che sta seguendo i match di Riyadh e fino a questo momento l’esperimento Arabia Saudita non si sta rivelando esattamente riuscito. Negli spalti si notano tanti posti vuoti con le telecamere che riprendono l’evento che sono molto spesso costrette a rimanere basse sul campo per non lasciare intravedere i vuoti sugli spalti. E sul caso arriva l’attacco di Martina Navratilova: “Mi sembra davvero strano che non facciano mai vedere gli spalti né durante la partita né alla fine. E’ una cosa strana”. Una frecciata dell’ex campionessa che già prima dell’evento aveva sottolineato come fosse controverso organizzare questo evento in un paese che non rispetta i diritti umani.

La risposta dell’ambasciatrice saudita

A rispondere a Martina Navratilova, ci pensa la principessa Reema bit Bandar al-Sauda, ambasciatrice nel paese negli Stati Uniti: “Non riuscire a riconoscere i grandi progressi compiuti delle donne in Arabia Saudita denigra il nostro incredibile percorso. Non solo sminuisce il ruolo delle donne nello sport, ma delle donne in generale. Lo sport non dovrebbe essere utilizzato come un’arma per portare avanti le proprie battaglie personali o per punire una società che ha voglia di abbracciare il mondo del tennis e aiutare la celebrazione e la crescita di questo sport”.

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