Milan, Roma, Inter: tutte vogliono Antonio Conte. Il tecnico leccese è il più desiderato dalle big italiane a caccia di una svolta e il giornalista di fede bianconera Massimo Zampini non può che approfittarne per evidenziare la doppia morale di chi offendeva l’allenatore quando questi era alla Juventus.
LE ACCUSE. In un editoriale su Juventibus, Zampini sottolinea come sul Conte bianconero siano piovute in passate critiche e insulti di ogni tipo: “Ricordo le accuse di dopato, di moribondo in una clinica svizzera per ragioni di doping, di scommettitore, truffatore, di organizzatore (o al più non nemico) degli illeciti, di ‘graziato’ dalla giustizia sportiva, di avere vinto solo grazie al gol di Muntari o in virtù degli scansamenti delle rivali, in breve di essere da tempo, prima da giocatore e poi da allenatore, il simbolo del male, di tutto ciò che è scorretto, arrogante, potente, ove non illecito e truffaldino”. Una lunga serie di accuse che, secondo il giornalista, fanno di Conte “lo juventino più infamato” della storia. Insinuazioni che, però, si sono improvvisamente dissolte nel momento in cui Conte è stato avvicinato alle altre big della serie A.
LA DOPPIA MORALE. Un meccanismo, questo, che dimostra come le accuse che generalmente vengono rivolte alla Juventus si basino sul nulla, se non sulla faziosità di chi le muove. Viene il sospetto, dunque, che tutto ciò che di male viene detto sulla Juve, sui suoi giocatori, allenatori, dirigenti e sugli stessi tifosi “non sia figlio di un pensiero profondo o di una morale integerrima”, scrive Zampini, “ma di un sentimento raccontato abilmente da Esopo ormai diverso tempo fa, credo addirittura prima dei vostri ultimi scudetti, in una favola piuttosto nota con un frutto, un animale e quel disprezzo così ostentato perché ciò che davvero voleva, povera volpe, non era mai stato alla sua portata”.