Al termine di giornate frenetiche, durante le quali la Serie A ha seriamente rischiato di fermarsi a causa della pandemia di Coronavirus per la seconda volta in meno di due anni, le istituzioni calcistiche, in contatto continuo con quelle governative, hanno varato un piano d’emergenza per evitare il blocco del campionato, che avrebbe avuto conseguenze nefaste sul prosieguo della stagione alla luce di un calendario già fittissimo di impegni.
Coronavirus, il caso Zielinski agita la Serie A
Eppure, nonostante l’adeguamento del protocollo alle indicazioni Uefa (si gioca in caso di 13 disponibili, Primavera compresi), nonostante la “vittoria” dei Tar regionali sui pronunciamenti delle Asl locali e nonostante la riduzione della capienza degli stadi a 5000 spettatori, compromesso per evitare le porte chiuse, ma comunque mal digerito da parecchie società, le polemiche continuano a fioccare.
Ad alimentarle il caso di Piotr Zielinski, il centrocampista del Napoli risultato positivo al tampone nella giornata di sabato, ma soprattutto regolarmente sceso in campo il 6 gennaio contro la Juventus nonostante lo stop imposto dall’Asl 2 Nord di Napoli pochi minuti dopo essere atterrato a Torino a causa di contatti con soggetti positivi, nello specifico Mario Rui e Meret.
Zielinski positivo, interviene la Asl 2 di Napoli
Zielinski è sceso in campo nonostante, secondo la Asl, avrebbe dovuto osservare la quarantena, al pari di Rrhamani e Lobotka, anch’essi regolarmente in campo contro la Juventus.
Il Napoli ha deciso di mandarli in campo dopo una giornata di contatti febbrili con i vertici della Lega e con i propri legali, ma quando il caso sembrava rientrato (il club rischia solo un’ammenda), ecco la positività dell’ex Udinese che ha infiammato i social e soprattutto fatto preoccupare temendo positività di massa nelle prossime ore.
A sgonfiare il caso, seppur solo parzialmente, hanno pensato gli stessi responsabili della Asl 2, che ha ridimensionato i termini della questione e della polemica in un’intervista concessa a ‘Il Mattino’.
Antonio D’Amore, direttore dell’Asl 2, ha spiegato la decisione assunta dalla propria Azienda martedì 5 gennaio: “Noi l’avevamo messo in isolamento perché considerato contatto stretto – le parole di D’Amore – D’altra parte a qualcosa dovremmo servire noi delle Asl: a prevenire fenomeni del genere”.
Asl 2, tregua con il Napoli: “Su Zielinski indicazioni rispettate”
D’Amore ha tuttavia specificato che Zielinski, pur essendo sceso in campo, ha rispettato il protocollo, evitando qualsiasi tipo di contatto con i compagni di squadra: “Il dipartimento mi ha detto che i tre ragazzi hanno rispettato alla lettera la bolla di isolamento nella quale sono stati posti: si facevano la doccia da soli, si cambiavano da soli ed ha osservato anche all’interno della bolla della squadra le norme di isolamento”.
Insomma, il Napoli avrebbe rispettato le indicazioni ricevute, eccetto che nella decisione di mandare in campo i tre giocatori.
Incrociando le dita e sperando che non arrivino notizie su altre positività per giocatori scesi in campo durante Juventus-Napoli, il calcio italiano prova a guardare avanti continuando a giocare in attesa del picco dei contagi, che dovrebbe arrivare per la fine di gennaio.