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Achille Costacurta rompe il silenzio: Sono stato in un centro penale, sono un po’ matto e ogni tanto ci ricasco

Il figlio di Billy e Martina Colombari scrive sui social mostrandosi deciso a riprendere in mano la propria vita e a costruire un futuro migliore

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Dario Santoro

Dario Santoro

Giornalista

Scrive, commenta, racconta lo sport in tutte le sfaccettature. Tocca l'apice quando ha modo di concentrarsi sule interviste ai grandi protagonisti

Nuovo capitolo per la ‘travagliata’ storia di Achille Costacurta, figlio di Martina Colombari e dell’ex calciatore Billy Costacurta, che ha rotto il silenzio sui social rivelando dettagli inediti del suo passato. Durante una diretta su TikTok, il ragazzo ha deciso di aprirsi ai suoi follower, ammettendo errori e raccontando episodi dolorosi della sua vita come l’esperienza in un centro penale e la sua chiusura in comunità.

Achille Costacurta rinizierà il liceo dopo un’udienza

Achille ha raccontato di aver avuto esperienze lavorative diverse, dal lavorare in un bar alla gestione di un ufficio, ma ora si è fermato per riflettere su cosa vuole fare: “Il 3 ho un’udienza, poi mi riscriverò al liceo. Mi presenterò all’esame senza frequentare la scuola”.

Achille Costacurta, un anno e sette mesi in un centro penale

Tra le rivelazioni più scioccanti, Achille ha parlato del periodo trascorso in un centro penale a Parma, dove ha vissuto per un anno e sette mesi. Ha descritto le condizioni dure del centro: “Eravamo in trenta, in stanze da quattro. Ci davano pochissimo da mangiare, come un cucchiaino di parmigiano a pranzo e cena. Ketchup e maionese solo nei weekend, bibite solo nei festivi. Loro dal Sert prendevano 160 euro a persona”.

Costacurta jr ha raccontato anche di aver lavorato in cucina e nell’orto, ma di aver perso la possibilità di utilizzare il trattore per averlo usato di notte senza permesso.

Achille Costacurta, l’esperienza in comunità

Achille ha spiegato di aver passato anche del tempo in comunità tra i 15 e i 17 anni, un’esperienza che lo ha segnato profondamente. Le giornate erano rigide, con regole severe, come la sveglia alle 7:30 e la perdita di sigarette in caso di ritardi. Nonostante tutto, ha ammesso che quell’esperienza gli è servita, anche se “la mia testa è un po’ matta e ogni tanto ci ricasco”.

Achille Costacurta e la sua speranza per il futuro

Nonostante i traumi e gli errori del passato, Achille ha espresso infine la sua speranza di cambiare e migliorare dopo bravate e reati commessi.

Ha concluso il suo racconto con un atteggiamento positivo, sottolineando l’importanza di imparare dagli sbagli e mostrando determinazione nel voler costruire un futuro migliore.

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