Amici, tifosi, rappresentanti delle istituzioni, ex calciatori: c’erano tantissime persone oggi al Campidoglio alla camera ardente di Vincenzo D’Amico: eroe dello scudetto 1974 con la Lazio, che si è arreso a un tumore a 68 anni. Ammirato da calciatore, amato anche quando è diventato commentatore tv. Lascia un vuoto enorme.
- Bruno Giordano, un fratello
- Il ricordo emozionante: "Diventati grandi insieme"
- "Era un giocatore fatto soltanto per la Lazio"
- Presente il Ministro Lollobrigida
- Le parole dell'ex presidente FIGC, Giancarlo Abete
- Il messaggio social di Immobile
- Doppio funerale per D'Amico a Roma e Latina
Bruno Giordano, un fratello
Non poteva mancare alla camera ardente Bruno Giordano che per Vincenzo è stato un amico, un compagno di squadra e un fratello. L’ex attaccante di Lazio e Napoli ha fatto fatica a trattenere le lacrime nel ricordarlo in pubblico.
Presenti alla camera ardente in Campidoglio anche Giancarlo Abete, presidente della LND, il Sindaco di Roma Gualtieri, l’assessore ai grandi eventi Onorato, l’attuale presidente FIGC Gravina e i giornalisti Gianni Bezzi e Marino Bartoletti. Dalla sala della Promoteca sono intervenuti, ai microfoni dei cronisti presenti, anche e lo storico team manager della Lazio, Maurizio Manzini e il Ministro Francesco Lollobrigida.
Il ricordo emozionante: “Diventati grandi insieme”
Proprio Bruno Giordano ha spesa in onore del “fratello” D’Amico le parole più appassionate, commosse e coinvolgenti: ha ricordato il percorso di crescita condiviso – dalla gioventù ai tempi di metter su famiglia fino alla gioia di diventare nonni – e i lati caratteriali di una figura con cui ha avuto l’onore di dividere 50 anni di vita calcistica ed extracalcistica:
Siamo diventati grandi insieme, sono subentrate le famiglie, i figli e siamo diventati nonni. Adesso Vincenzo non c’è più ma sarà sempre nei nostri cuori. Lo porterò sempre nel mio cuore: ho avuto la fortuna di giocarci accanto per molti anni. So che privilegio ho avuto, ma quello maggiore è quello di averci vissuto per 50 anni ininterrottamente come un fratello.
“Era un giocatore fatto soltanto per la Lazio”
Giordano ne ha evidenziato gli aspetti meno noti, quelli che ciascuno di noi riserva soprattutto alle persone più care e che soltanto chi ti resta vicino a lungo può conoscere nel dettaglio.
Era speciale perché era semplice e disponibile con tutti. Se un tifoso lo criticava, lui il giorno dopo ci andava a cena. Non si metteva a discutere con nessuno. Non conosceva cattiveria e invidia. È sempre stata una persona leggera ma con grande personalità.
La straordinaria qualità calcistica di D’Amico, ha ricordato Giordano, si riflette immediatamente nel percorso professionale, che lo ha portato, giovanissimo, a vestire la maglia biancoceleste ed essere schierato stabilmente nell’11 titolare:
È diventato titolare di una Lazio straordinaria a 18 anni. Puoi essere forte quanto vuoi a quell’età, ma se non hai personalità e un certo bagaglio interiore difficilmente fai quello che ha fatto. È stato un grandissimo calciatore e ci ha messo del suo attraverso il lavoro. Ha subito tanto, ma ci ha deliziato con il suo calcio. Era un giocatore fatto soltanto per la Lazio. Ha provato ad andare un anno a Torino anche se non voleva, ma è dovuto tornare di corsa a Roma.
Presente il Ministro Lollobrigida
Durante la camera ardente in Campidoglio è intervenuto con evidente commozione ai microfoni dei giornalisti presenti anche il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida:
Se ne va un altro dei punti di riferimento del calcio romano e non solo. Amava la Lazio, amava l’Italia, ho avuto modo di conoscerlo nella sua umanità: è stato il mio idolo da ragazzo. Era il giocatore più suggestivo della Lazio che ho cominciato a tifare da bambino. Ricordo la partita in cui vidi per la prima volta giocare D’Amico. Era un Lazio-Napoli, già nella seconda fase della vita di D’Amico. Per me era un fatto eccezionale vederlo giocare
Le parole dell’ex presidente FIGC, Giancarlo Abete
Anche l’ex presidente della FIGC, Giancarlo Abete, si è recato presso la camera ardente di Vincenzo D’Amico, allestita in Campidoglio presso la sala della Promoteca ricordando così la bandiera della Lazio:
Una bandiera della Lazio e del calcio italiano, per le qualità di gioco, di stile e le capacità di vivere le situazioni agonistiche e non, in maniera esemplare. Vincenzo D’Amico è stato una bandiera per la Lazio e un giocatore che ha avuto sempre l’apprezzamento di tutti.
Abete ha richiamato alla mente anche l’immagine iconica legata a D’Amico e lo ha fatto senza ombra di dubbio:
Quelle legate allo Scudetto, ma anche lui in mezzo al campo. Tutti lo abbiamo visto in azione, come toccava il pallone. Sappiamo quale fosse la sua qualità. E poi quel sorriso, che lo ha sempre contraddistinto, la sua capacità, anche aldilà dei momenti in cui si è al top della celebrità, di interpretare ruoli e momenti con serenità, fiducia e spirito positivo.
Il messaggio social di Immobile
Anche il capitano della Lazio Ciro Immobile sul suo profilo Instagram ha voluto omaggiare l’ex campione:
Io sono giovane ma tanti laziali mi hanno parlato delle gesta di Vincenzino D’Amico, grande campione e laziale vero…la sua perdita ha scosso tutto il mondo biancoceleste…troppi eroi di quel mitico scudetto ’74 se sono andati, ma tutti hanno lasciato un segno indelebile nella nostra storia…adesso ho un motivo in più per essere degno di quella fascia da capitano che porto con orgoglio…ciao Vincenzo.
Doppio funerale per D’Amico a Roma e Latina
Due città saluteranno, anche domani, per l’ultima volta Vincenzo D’Amico. Roma che lo ha consacrato nel grande calcio, Latina che lo ha lanciato. Domani il primo funerale alle 10.30 a Ponte Milvio, nella Chiesa Gran Madre di Dio. A seguire il corteo funebre raggiungerà Latina. La camera ardente verrà aperta anche a Latina al Museo Cambellotti, domani dalle 15 alle 19.