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Immobile insiste: chiesto risarcimento danni all'Atac dopo l'incidente del tram 19 con il suo SUV

Il capitano della Lazio e il tramviere hanno sempre detto di essere passati entrambi con il verde. Le indagini sono state chiuse con un nulla di fatto

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Elisabetta D'Onofrio

Elisabetta D'Onofrio

Giornalista e content creator

Giornalista professionista dal 2007, scrive per curiosità personale e necessità: soprattutto di calcio, di sport e dei suoi protagonisti, concedendosi innocenti evasioni nell'ambito della creazione di format. Un tempo ala destra, oggi si sente a suo agio nel ruolo di libero. Cura una classifica riservata dei migliori 5 calciatori di sempre.

La vicenda ora è in mano alle assicurazioni, ma quanto accaduto quella mattina non si è definitivamente chiuso, per le parti in causa.

L’avvocato Erdis Doraci, che rappresenta il capitano della Lazio Ciro Immobile, ha inviato infatti una richiesta di risarcimento danni all’Atac (l’azienda che si occupa della mobilità di Roma Capitale), a cui fa riferimento il tram numero 19 che lo scorso 16 aprile, intorno alle 7.45 del mattino in circostanze non ancora del tutto chiarite, si è scontrato con il Land Rover Defender dell’attaccante.

Incidente Immobile: la dichiarazione dell’avvocato

Un incidente che ha visto, da quella mattina ad oggi, un susseguirsi di ricostruzioni da parte di testimoni, video al vaglio della polizia municipale di Roma Prati, verifiche sui segnali semaforici, soprattutto dopo alcune segnalazioni da parte di testimoni e tassisti. Senza che ciò restituisce una ricostruzione definitiva. Chiuse le indagini, l’epilogo è questo.

Attraverso Instagram, l’avvocato Erdis Doraci ha condiviso una storia in cui ha chiuso la questione de facto già conclusa con la decisione, da parte degli agenti di Roma Prati:

“Le notizie di oggi confermano quanto dichiarato dal primo giorno dell’incidente, supportato dagli elementi di fatto e da quanto sostenuto fermamente dal mio assistito. Ad oggi quindi mancano elementi oggettivi di contestazione in capo a Ciro, il quale, non solo passava con il verde, ma aveva l’attenzione giusta alla guida che gli ha permesso di reagire sterzando subito evitando che ci fossero vittime”.

Un passaggio chiave verte, poi, sulle affermazioni del tramviere, rimasto ferito anch’egli come Immobile e le sue due bambine (in tutto i feriti erano 12) nell’impatto:

“Continuo a pensare che anche il macchinista passasse con il verde. La polizia locale ha lavorato intensamente e correttamente, evitando, in linea con le disposizioni di legge, di “puntare il dito” in mancanza di elementi oggettivi certi. Il tutto si rimette a quello che ho sempre rimarcato, una questione civile da risolvere tra le parti e le compagnie di assicurazione, come tanti banali incidenti senza lesioni gravi che succedono purtroppo quotidianamente sulle strade”.

Fonte: ANSA

La dinamica dello schianto

Nulla di fatto, dunque a valle delle indagini che hanno condotto gli agenti di Roma Prati: su quel sinistro stradale la verità vera non è data conoscerla. La polizia locale di Roma Capitale, infatti, ha ammesso di non riuscire a risalire all’esatta dinamica di quanto avvenuto quella mattina di un mese fa circa, nonostante il bagaglio di elementi e le testimonianze dei guidatori.

Il capitano della Lazio e il conducente affermano entrambi (lo hanno affermato a più riprese) di essere passati entrambi con il semaforo verde. La parola, dunque, passa ora alle compagnie assicurative che dovranno definire i termini per risolvere la questione.

Come riporta Repubblica, le analisi effettuate da Roma Mobilità, che gestisce gli impianti semaforici in città, hanno chiarito che il giorno dell’incidente non c’era stato alcun malfunzionamento o calo di corrente.

Quindi, visto che i semafori erano funzionanti, è stata esclusa l’ipotesi di un guasto elettrico che potesse aver mandato in tilt il sistema di sincronizzazione dei colori, ipotesi che sarebbe stata avallata da alcune segnalazioni da parte di tassisti, in una delle loro chat, e di una conferma da parte di uno dei professionisti al quotidiano Il Messaggero.

In assenza di denunce da parte dei protagonisti, inoltre, non è stato possibile fare una perizia approfondita sul tram 19 e sulla Land Rover del calciatore per accertare con precisione la velocità di entrambi i mezzi al momento dell’impatto.

In conclusione, la polizia locale ha chiuso le indagini sostenendo che alla luce di quanto appurato è impossibile accertare le responsabilità individuali.

Immobile, l’incidente e quel nuovo video

Anche il video di qualche secondo, del quale aveva parlato Repubblica, che avrebbe dimostrato come l’impianto semaforico di piazza delle Cinque Giornate, zona Prati, fosse interessato da improvvisi malfunzionamenti, non ha individuato le responsabilità.

A fornirlo ai vigili urbani era stato un tassista che lo ha girato alla polizia di Roma Capitale, accreditando le segnalazioni sulla pericolosità di quell’incrocio a ridosso di Piazza Matteotti e la tesi secondo la quale le luci per gli automobilisti e quella per il conducente del tram non fossero sincronizzate fra loro.

Il problema dei semafori

Perché quel filmato sarebbe stato così importante, dunque? Se quanto scritto sopra fosse confermato, potrebbe essere la svolta nell’accertamento delle responsabilità nel sinistro del 16 aprile scorso, all’incrocio teatro dello scontro tra il Land Rover Defender di Immobile e il tram 19 su cui viaggiavano la maggior parte dei feriti, oltre al capitano della Lazio e le sue due bambine.

Nessuno di loro, fortunatamente, avrebbe riportato ferite gravi: le due bambine sarebbero state trasferite in ospedale e la maggiore delle due avrebbe trascorso alcuni giorni ricoverata, per tenerla sotto osservazione dopo un colpo all’addome. In tutto sono 12 le persone contuse, compresi Ciro e le due figlie che erano con lui a bordo e che il bomber stava accompagnando a un saggio di danza quella mattina. Ma il bilancio sarebbe potuto essere diverso.

Fonte: ANSA

Le testimonianze e il video del tassista

A rafforzare le loro posizioni anche un automobilista che aveva riferito ai vigili di aver assistito all’incidente fermo con la sua vettura con il rosso su Ponte Matteotti (e Immobile allora avrebbe avuto il verde) così come i passeggeri del 19 che avevano detto di aver visto partire il mezzo pubblico con il verde.

Roma Mobilità aveva escluso malfunzionamenti, con un comunicato assai netto su quanto emerso su quegli impianti semaforici, anche se ciò non ha impedito di certo che le indagini proseguissero e che la polizia municipale accertasse la fondatezza di questo video e delle indicazioni fornite da tassista e testimoni. Fino alla decisione di chiudere così.

Una indagine complessa che, però, non ha definitivamente accertato le responsabilità su che cosa sia accaduto quella domenica mattina quando, per pura fatalità, i presenti a quell’incrocio non hanno visto consumarsi davanti ai loro occhi una tragedia.

E sulla quale l’avvocato di Immobile ha voluto rimarcare, con questa richiesta danni, la convinzione profonda che quella mattina qualcosa non abbia funzionato come avrebbe dovuto.

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