Un matrimonio da favola. Stavolta l’espressione non è affatto una banalità per riassumere quanto visto, sui social, delle nozze celebrate tra Henrikh Mkhitaryan, centrocampista armeno dell’Arsenal, e Betty Vardanyan, figlia dell’uomo d’affari armeno Mikayel. La cerimonia che ha legato gli sposi si è celebrata a Venezia, a San Lazzaro degli Armeni, in una cornice lussuosa e romantica che ha reso il momento sentito, emozionante e assai coinvolgente.
Una scelta da interpretare come di consolidamento di un impegno civile che entrambi gli sposi hanno desiderato intraprendere, dopo la scelta del calciatore di rinunciare pubblicamente a disputare la finale di Europa League a Baku, in Azerbaigian, per via delle tensioni internazionali tra i due Paesi. Nella piccola isola, infatti, è interamente occupata dalla casa madre dell’ordine dei Mekhitaristi, uno dei primi centri al mondo di cultura armena. La storia dell’isola si intreccia con quella del popolo armeno a partire dal 1717. Fu in quell’anno che l’isola venne donata in perpetuo dal Senato della Repubblica agli Armeni seguaci di Mechitar, ovvero Manug di Pietro, detto il Consolatore.
Dopo la funzione, Henrikh e Betty hanno attirato l’attenzione dei turisti e dei veneziani che li hanno osservati percorrere i canali della incantevole città lagunare, così come accadde per il matrimonio tra George e Amal Clooney.
Estremamente amanti del bel canto italiano, gli sposi hanno conferito un tocco molto italiano al banchetto lasciandosi andare a un canto libero con Al Bano, ospite apprezzatissimo che ha intonato “Nel blu dipinto di blu” (Volare) di Domenico Modugno coinvolgendo i novelli marito e moglie in una interpretazione del capolavoro scritto dal cantautore pugliese.
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