Gli inizi nel mondo del calcio
Umile e con i piedi per terra sono, forse, le parole più adatte per descrivere uno dei nuovi volti della serie A. Alessio Dionisi, nato ad Abbadia San Salvatore e cresciuto a Piancastagnaio, piccolo paese nella provincia di Siena, ha da sempre il mondo del calcio nel cuore. La passione per questo sport scorre nelle sue vene da quando è piccolo: inizia a giocare come difensore nella Pianese per poi passare nel settore giovanile della Fiorentina e, successivamente, del Siena. Nella sua carriera milita tra la serie D e la serie C2 indossando le maglie di Varese, Ivrea e Tritium. Con quest’ultima indossa anche i “galloni” da capitano e inizia a sviluppare le sue doti da leader, fondamentali per la sua carriera di allenatore. Con la formazione di Trezzo sull’Adda ottiene la doppia promozione dalla Serie D alla Lega Pro e conosce Stefano Vecchi, suo allenatore alla Tritium e personaggio chiave per la sua crescita: è proprio il mister bergamasco ad averlo spinto verso una carriera in panchina. Dopo le esperienze nella Sambonifacese, nel Verbania e nell’Olginatese, Dionisi decide di appendere le scarpette al chiodo, ottenendo il primo incarico da allenatore proprio in quest’ultima.
Dalla D alla B
Nell’estate 2014, quindi, inizia il suo percorso da allenatore, ma il primo passo non è esattamente dei migliori: a ottobre dello stesso anno, purtroppo, è sollevato dall’incarico. Continua la sua formazione come tecnico al Borgosesia per le stagione 2015/16 e 2016/17 per poi passare al Fiorenzuola nella stagione 2017/2018. Il grande salto lo compie con l’Imolese: sotto la sua guida, i rossoblu arrivano per la prima volta nella loro storia ai playoff di serie C. A Imola il suo lavoro viene apprezzato a tal punto da lasciare molti tifosi con le lacrime agli occhi quando, in estate, decide di passare al Venezia. Arrivato sulla panchina dei lagunari, si trova di fronte ad una squadra in evidente difficoltà: gli arancioneroverdi arrivano da una stagione difficile in cui hanno ottenuto la salvezza per il rotto della cuffia e che ha visto succedersi tre allenatori diversi. Dionisi, però, non si lascia scoraggiare: si rimbocca le maniche e ribalta totalmente la squadra, portandola a piazzarsi all’undicesimo posto della classifica finale. Inoltre, i frutti del suo lavoro si vedono concretizzati nella valorizzazione di Mattia Aramu e Luca Fiordillino, due giovani della rosa decisivi sia nel corso della sua panchina, sia in quella successiva di Paolo Zanetti.
Empoli da brividi
Ad agosto del 2020 accetta la chiamata di un Empoli alla ricerca di un allenatore giovane, determinato e con tanta voglia di fare. Sono tutte caratteristiche che rientrano appieno nelle corde di Dionisi e che mostra sin dalla prima partita con gli Azzurri. Il suo ormai collaudato 4-3-1-2 fa faville: La Mantia e Mancuso impressionano con le loro conclusioni e Bajrami lega alla perfezione il gioco sulla trequarti. Tutto ciò si traduce in una stagione che rasenta la perfezione: l’Empoli vince la serie B con 73 punti, vantando il miglior attacco del campionato con 68 reti, e conquista la meritatissima promozione con due giornate di anticipo. Degli Azzurri di Dionisi colpisce la solidità: è una squadra attenta a non lasciare spazi agli avversari e che funziona molto bene davanti, sfruttando le sovrapposizioni dei terzini e gli inserimenti dei centrocampisti.
La chiamata dalla serie A
I risultati di Dionisi attirano l’attenzione della Serie A: molte squadre osservano accuratamente il lavoro del tecnico senese e ne rimangono impressionate. Alla fine, ad aggiudicarselo è il Sassuolo: dopo un lungo corteggiamento da parte dei neroverdi, Dionisi firma a luglio del 2021 un contratto della durata di due stagioni. Anche in A è “buona la prima”: contro il Verona porta a casa la vittoria per 3-2 e continua il campionato ottenendo buoni risultati. Riesce, infatti, a battere due delle big italiane, Juventus e Milan, ma si rimprovera un po’ per non riuscire a rimanere sempre al passo delle squadre che lui considera concorrenti. Nonostante questo, il tecnico senese è consapevole della qualità della squadra e dell’ampio margine di miglioramento che può avere durante il corso della stagione. Dionisi considera la giovane età dei suoi giocatori un punto di forza: sa bene, per il suo recente passato in Serie D, dove ha allenato per la maggior parte minorenni, che, se motivati e sostenuti nel modo corretto, i giocatori possono rendere al meglio delle loro possibilità.
Spazio a giovani e cambiamenti
Giovane, accorto e sempre vigile, Dionisi non è uno che lascia le cose al caso: quando qualcosa non va nel verso giusto cerca sempre di capire dove sta l’errore e di porvi immediatamente rimedio con ciò che ha a disposizione. Inoltre, ha dimostrato di essere un tecnico equilibrato e di non aver paura del cambiamento: avendo una squadra giovane, cerca di lasciare spazio di gioco per tutti senza escludere nessuno, in modo tale da poter valorizzare e far emergere tutti. Anche di fronte a sfide importanti, come la qualificazione agli ottavi di Coppa Italia, è pronto a rivoluzionare la squadra e a far scendere in campo chi non era presente nelle partite precedenti. Per di più, nonostante il suo modulo di gioco prediletto sia il 4-3-1-2, non esita a cambiare se questo non dà i risultati sperati e a ripiegare su moduli diversi come il 4-3-3. Se agli occhi di alcuni la mancanza di timore nel cambiare giocatori e moduli può sembrare un azzardo, per molti altri non lo è: Dionisi in passato ha già dimostrato di aver talento nel valorizzare i giovani in squadra, come nel caso di Aramu, Fiordillino, La Mantia, Mancuso e Bajrami, e, allo stesso tempo, di portarsi a casa non poche soddisfazioni e vittorie. Per il tecnico senese il lavoro al Sassuolo è ancora tutto un work in progress, ma, guardando al suo recente passato, in molti sono disposti a scommettere su di lui.