Di necessità si fa virtù. E così, a ridosso della Coppa Italia, mister Italiano al pari della Fiorentina è costretto a riammettere il figliol prodigo Sofyan Amrabat, autentico fenomeno in questo Mondiale in Qatar appena concluso, e al centro di un intrigo internazionale. Un intreccio irritante e complicato, perché da Firenze si trasferisse immediatamente a Barcellona, con tempistiche che sarebbero parse irrealizzabili anche ai più ottimisti, in queste ultime, concitate ore di mercato.
Addirittura a esporsi sarebbe stato lo stesso allenatore che avrebbe telefonato personalmente al giocatore, per lusingarlo e convincerlo a trasferirsi.
- Com'è nata l'idea di Amrabat al Barcellona
- Le telefonate di Xavi per convincere il centrocampista
- L'epilogo: scuse ai compagni e a Italiano
Com’è nata l’idea di Amrabat al Barcellona
Un’operazione suggestiva, ma che non contemplava né il contratto che lega alla Fiorentina il centrocampista marocchino né, quanto fosse ardito ritenere praticabile la via di un accordo che mettesse insieme i desideri del giocatore, le richieste della società e i desiderata di Xavi e del Barcellona.
Infatti Amrabat, dopo queste ripetute chiamate del tecnico catalano che ne avevano alimentato la convinzione di essere prossimo al passaggio con tanto di defezione di allenamento, saluti sibillini sui social e quel che ne deriva, si ritrova a giocare con la Viola.
Un paradosso, di quelle probabili in questa folle finestra di riparazione.
Le telefonate di Xavi per convincere il centrocampista
Xavi ha un precedente che parla chiaro: aveva tentato l’interista Brozovic (proponendo all’Inter lo scambio con Kessie), per avere a sua disposizione un regista basso da alternare con Busquets e De Jong.
La sua insistenza, dunque, sarebbe dettata da questa volontà ferrea che aveva spinto lo stesso Amrabat a ritenere possibile il trasferimento a Barcellona, che pure non naviga in ottime acque, e a ritenere plausibile che l’affare potesse chiudersi a orario spagnolo (si poteva negoziare fino alla mezzanotte).
Una mera eventualità, considerate le norme stringenti in Liga relative a monte ingaggi in relazione ai ricavi, vincolo che sarebbe alleggerito lato Barcellona dall’uscita di scena di giocatori dallo stipendio pesante come Piqué e Depay, secondo Laporta. Già l’estate scorsa, il club catalano aveva deciso di cedere una parte dei diritti televisivi per chiudere il mercato e permettere alla squadra di ricompattarsi con innesti di pregio, come Lewandoski e Kessie e traguardare nuovi obiettivi che, oltre il mero valore sportivo, hanno una traduzione in euro.
L’epilogo: scuse ai compagni e a Italiano
L’epilogo di questa vicenda, dicevamo a principio, è stata grottesca: Amrabat è stato costretto a rimanere a Firenze (dopo aver sognato Barcellona) e a raggiungere in ritiro i compagni della Viola per scusarsi con loro e con il tecnico, che ha accolto le sue giustificazioni.
La società e lo stesso Rocco Commisso pare, stando ai siti viola, non abbiano apprezzato l’offerta di circa 40 milioni ma soprattutto l’insistenza, in particolare, dell’allenatore catalano che aveva spinto l’operazione. Abile e arruolato, il marocchino giocherà stasera in Coppa Italia. Chissà se Xavi lo chiamerà, di nuovo a fine partita…